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Il giornalista Paolo Borrometi (Foto: LaSpia.it)
Libri 24 Ott 2018

'Un morto ogni tanto', il 25 ottobre a Roma la presentazione del primo libro di Paolo Borrometi

Il volume, che raccoglie le inchieste del giovane cronista costretto a una vita sotto scorta per via delle pesanti minacce ricevute dalla mafia, è una denuncia senz'appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà  più pervasivo di sempre. Appuntamento alle 18 alla Residenza di Ripetta (via di Ripetta, 231).

'Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!'. Nelle intercettazioni l'ordine è chiaro: Cosa Nostra chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia ormai da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all'ombra di quelli legali. Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del mercato ortofrutticolo di Vittoria al pomodorino Pachino Igp, alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate nel libro di Paolo Borrometi 'Un morto ogni tanto', che verrà presentato giovedì 25 ottobre a Roma, compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud-orientale.

Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l'impunità e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio.

Il primo libro di Paolo Borrometi, ragusano, 33 anni, laureato in Giurisprudenza, fondatore del sito di informazione e inchiesta 'La Spia' e oggi giornalista sotto scorta perché minacciato, è una denuncia senz'appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l'unico antidoto è l'esempio della resistenza e della lotta.

Giovedì alla presentazione, a Roma, è prevista la presenza del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, di Giovanni Nistri, comandante generale dell'Arma dei carabinieri, dell'attore e regista Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, e di Giovanni Grasso, consigliere del presidente della Repubblica per la stampa e la comunicazione. (Ansa – Roma, 23 ottobre 20118)

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