«Chiediamo al governo italiano e alla Commissione europea di esercitare una pressione reale e immediata sul governo di Israele affinché vengano revocati, senza ulteriori indugi, il blocco imposto all'ingresso dei giornalisti internazionali nella Striscia di Gaza e le restrizioni alla stampa nei territori palestinesi occupati in Cisgiordania e a Gerusalemme Est». Lo si legge nell'appello promosso dal Movimento Giustizia e Pace in Medio Oriente, Federazione nazionale della Stampa italiana e Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, presentato mercoledì 12 novembre 2025 nella sede dell'Associazione Stampa Estera, a Roma.
«Dall’inizio del conflitto – ha detto Gianni Giovannetti del Movimento Giustizia e Pace in Medio Oriente – sono stati uccisi circa 300 giornalisti locali nella Striscia. L’unica voce è quella della potenza militare occupante. Gaza è diventata un luogo invisibile e in un luogo invisibile tutto può accadere. Uccidere i giornalisti fa rimanere senza verità e senza verità la democrazia muore».
Ha lanciato un messaggio anche il giornalista palestinese Alhassan Selmi, con un video. «Nell'accordo per il cessate il fuoco c'è scritto che Israele deve aprire le frontiere ad aiuti umanitari e giornalisti - ha ricordato -. Quando sarete qui, spero la situazione cambi. E portate attrezzatura, la nostra è sotto le macerie».
Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ha ricordato che «da tempo la Federazione nazionale della Stampa italiana si occupa della situazione dei giornalisti palestinesi. Ci vuole un occhio indipendente che confermi tutto ciò che è stato fino a oggi raccontato da colleghi che hanno perso la vita a Gaza per fare il loro lavoro».
Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha sottolineato: «Per far tacere le armi dobbiamo far parlare l’informazione. In Israele sono al vaglio leggi ancora più restrittive per l’informazione. Non accettiamo la compressione della libertà di stampa».
La segretaria del Cnog, Paola Spadari, ha parlato della necessità di coinvolgere «organismi internazionali che rappresentano i giornalisti. Bisogna estendere ai cronisti di Gaza la protezione riservata ai giornalisti internazionali. Il più grande pericolo che corriamo è quello di assuefarci a questa situazione».
A concludere la presentazione le parole del presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani: «La vicenda di Gaza riguarda la credibilità delle istituzioni e del diritto internazionale. L’attacco alla libertà di stampa è sempre un passaggio verso un attacco più ampio ai diritti e alla libertà».
Alcuni colleghi hanno espresso preoccupazione per il maltrattamento dei giornalisti nel corso delle manifestazioni della comunità ebraica in Italia. «Bisogna ritrovare un rapporto con la comunità ebraica, che è ampia e non è composta solamente da persone che tirano scatolette - ha risposto Costante -. Non sarà semplice, ma proveremo». Apertura in tal senso anche da parte di Bartoli per conto dell'Ordine. (anc)
PER APPROFONDIRE
Di seguito è possibile scaricare il testo completo dell’appello in formato pdf: