L'Italia, insieme ad altri 26 Paesi che aderiscono alla Media Freedom Coalition, ha firmato un appello al governo di Israele affinché consenta l'accesso immediato a Gaza a giornalisti e media, chiedendo a tutte le parti del conflitto ogni sforzo per garantire la sicurezza degli operatori dell'informazione. Lo rende noto la Farnesina, giovedì 21 agosto 2025, ricordando che già negli scorsi giorni, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva definito inaccettabili gli attacchi contro i giornalisti a Gaza, segno del livello di violenza ormai raggiunto dal conflitto e dell'urgenza di mettere fine all'uccisione di vittime innocenti.
«Il ruolo dell'informazione - si legge sul sito web del Ministero - è difatti fondamentale nel mettere in luce la devastante realtà della guerra e per questo è necessario garantire l'accesso in sicurezza dei media anche alle zone di conflitto. L'Italia e i suoi partner ribadiscono la condanna contro attacchi deliberati e contro ogni forma di violenza nei confronti di giornalisti ed operatori dei media, ricordando che il diritto internazionale umanitario prevede l'obbligo di proteggere quanti operano per assicurare la libertà d'informazione anche durante i conflitti».
Viene, inoltre, rinnovato l'appello ad «un percorso che garantisca pace e sicurezza durature e la realizzazione della soluzione a due Stati, attraverso il cessate-il-fuoco, il rilascio degli ostaggi e l'accesso degli aiuti umanitari a Gaza».
La Media Freedom Coalition è stata istituita nel 2019 ed è una partnership che riunisce oltre 50 Paesi ed organizzazioni internazionali che lavorano per sostenere e difendere la libertà di stampa e la sicurezza di giornalisti e operatori dell'informazione.
Il testo integrale della dichiarazione, sottoscritta da Australia, Austria, Belgio, Cile, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Sierra Leone, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera e Ucraina, è pubblicata sul sito web della Farnesina. (mf)