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La giornalista Katerina Borisevich in tribunale (Foto: Ramil Nasibulin /Belta/Afp via @EfjEurope)
Internazionale 03 Mar 2021

Bielorussia, ancora una giornalista condannata al carcere. Efj: «Sentenza scandalosa»

Sei mesi a Katerina Borisevich, del portale indipendente d'informazione Tut.by, accusata di aver 'divulgato segreti medici': ha confutato le dichiarazioni ufficiali sulla morte di un manifestante, Roman Bondarenko, durante le proteste, nel novembre 2020, contro il presidente Alexander Lukashenko.

La repressione dei giornalisti in Bielorussia continua ad intensificarsi. Martedì 2 marzo, un tribunale distrettuale di Minsk ha condannato la giornalista Katerina Borisevich del portale indipendente d'informazione Tut.by e il medico Artyom Sorokin. A Borisevich sono stati inflitti sei mesi di carcere e una multa, a Sorokin due anni di reclusione, con pena sospesa, e una multa.

«La Federazione europea dei giornalisti – si legge sul sito web della Efj – condanna fermamente una decisione del tribunale che viola la libertà di stampa e la libertà di accesso alle informazioni e invita ancora una volta la comunità internazionale ad intervenire per porre fine alle ripetute violazioni dello Stato di diritto in Bielorussia».

L'accusa nei confronti della giornalista è di aver "divulgato segreti medici" confutando le dichiarazioni ufficiali sulle cause della morte di un manifestante, Roman Bondarenko, durante le proteste, nel novembre 2020, contro il presidente Alexander Lukashenko. Secondo fonti ufficiali bielorusse sarebbe deceduto per le ferite mortali riportate in una rissa tra ubriachi. Per i suoi familiari è stato pestato dalle forze di sicurezza.

«La Efj si unisce all'Associazione bielorussa dei giornalisti (Baj) nel condannare questa sentenza oltraggiosa. Chiediamo alla comunità internazionale di adottare sanzioni contro il giudice e il procuratore dello Stato», afferma il segretario generale della Efj, Ricardo Gutierrez.

«Tutti coloro che violano lo Stato di diritto in Bielorussia – aggiunge – devono essere ritenuti responsabili. Ancora una volta, chiediamo all'Unione europea, al Consiglio d'Europa e all'Osce di agire contro il dittatore Lukashenko e i suoi scagnozzi. Consentire che questa barbara repressione abbia luogo in Europa è scandaloso».

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