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Carcere per i giornalisti, Costante: «Certa politica vuole un posto nell'Olimpo di Orban»
Libertà di informazione 24 Apr 2024

Carcere per i giornalisti, Costante: «Certa politica vuole un posto nell'Olimpo di Orban»

Il ddl sulla Cybersicurezza in discussione alla Camera offre ad alcuni parlamentari, non solo di maggioranza, l'occasione di proporre nuove norme che prevedono fino al 8 anni di reclusione. «Come se il caso Assange non fosse mai esistito», rileva la segretaria generale della Fnsi, che chiede all'Europa di «vigilare sull'attacco che l'informazione italiana sta subendo».

«È ammirevole la pervicacia con cui una certa parte del Parlamento italiano vuole conquistarsi un posto nell'Olimpo di Orban». Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.

«Martedì 23 aprile 2024 - prosegue - ha avuto il via libera ad essere esaminato un emendamento al ddl sulla Cybersicurezza del deputato di Azione Enrico Costa che prevede il carcere fino a tre anni per chi divulghi informazioni conoscendone la provenienza illecita. Sempre sul ddl Cybersicurezza si è esercitato anche il forzista Tommaso Calderone, la cui proposta prevede che le disposizioni in materia di ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio vengano applicate anche ai dati o programmi contenuti in un sistema informatico telematico sottratti illecitamente e alla loro utilizzazione, riproduzione, diffusione o divulgazione con qualsiasi mezzo. In questo caso la pena può arrivare fino a otto anni di reclusione. Come se il caso Assange non fosse mai esistito».

Incalza Costante: «Ai giornalisti italiani si chiede non solo di verificare se una notizia è vera, come prevede la legge ordinistica, ma di vestire anche i panni degli investigatori per accertarsi che a monte non ci sia un reato. Evidentemente alcuni parlamentari, non solo di maggioranza, non riescono a rassegnarsi al fatto che il carcere per i cronisti debba uscire dalla legislazione italiana. È lampante il tentativo di irrigidire le leggi prima che il Media Freedom Act dispieghi i suoi effetti anche nel nostro Paese. Un motivo in più per chiedere all'Europa di vigilare sull'attacco che l'informazione italiana sta subendo».

@fnsisocial

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