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Inpgi 27 Ott 2008

Crescono costantemente i giornalisti degli uffici stampa pubblici iscritti all'Inpgi che hanno raggiunto il numero di 1.265 Il presidente Camporese: "Un contributo fondamentale per la crescita costante delle contribuzioni"

Sono una realtà in crescita costante, un patrimonio non irrilevante dell’Istituto e della professione. Sono i giornalisti degli uffici stampa, 1.265 colleghi provenienti per la gran parte dall’ambito pubblico, iscritti dopo la legge n. 388 del 2000 che stabilisce in modo chiaro e definitivo l’obbligo di assicurazione presso l’Inpgi di tutti i giornalisti, professionisti e pubblicisti, indipendentemente dalla tipologia di contratto applicato.

Sono una realtà in crescita costante, un patrimonio non irrilevante dell’Istituto e della professione. Sono i giornalisti degli uffici stampa, 1.265 colleghi provenienti per la gran parte dall’ambito pubblico, iscritti dopo la legge n. 388 del 2000 che stabilisce in modo chiaro e definitivo l’obbligo di assicurazione presso l’Inpgi di tutti i giornalisti, professionisti e pubblicisti, indipendentemente dalla tipologia di contratto applicato.

Mentre la Fnsi conquista, dopo una battaglia durata quasi otto anni, il tavolo della trattativa con l’Aran per un contratto specifico di settore, l’Istituto di Previdenza dei Giornalisti fotografa lo stato dell’arte. “La crescita costante degli iscritti – afferma il Presidente Andrea Camporese – è sicuramente un dato positivo che garantirà in futuro pensioni ben oltre i livelli garantiti da Inps e Inpdap. Deve crescere, anche attraverso una comunicazione mirata, la consapevolezza di questi colleghi di appartenere ad un sistema di tutele che va dal trattamento di disoccupazione alle agevolazioni garantite da mutui e prestiti. Purtroppo sono ancora non poche le Amministrazioni che tardano a regolarizzare i dipendenti giornalisti. Spesso si tratta di una ignoranza della legge che supera anche i vantaggi economici dovuti alla minore aliquota applicata dall’Inpgi rispetto ad altri Istituti. E’ importante, anche per la sostenibilità futura dell’Ente, completare la mappatura del territorio con l’aiuto dell’opera di sensibilizzazione di tutte le Associazioni Regionali di Stampa”. Le statistiche, elaborate dall’Inpgi evidenziano una serie di fattori. Quasi la metà dei colleghi non guadagna più di 33 mila euro lordi annui. Due terzi della platea si colloca nella fascia fino a 47 mila. L’analisi per classi di età evidenzia una “forbice” più ristretta, rispetto ad altri settori, tra minimi e massimi della retribuzione media annua. Si tratta di una dinamica delle retribuzioni costante, tipica del comparto pubblico. “Senza l’apporto dei giornalisti degli uffici stampa e del sistema dell’editoria radiotelevisiva locale, anche in forza del contratto Fnsi-Aeranti Corallo – conclude il Presidente Camporese – l’Inpgi in questi anni non avrebbe visto crescere la platea degli iscritti in modo rilevante”.

@fnsisocial

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