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Parlamento 14 Lug 2009

Ddl Alfano, Rodotà: "C'è un rischio per la libertà d'informazione"

Stefano Rodota', giurista ed ex Garante per la Privacy, ha invitato a riflettere ''sull'emergenza per la liberta' di informazione'' e sul ''rischio di una vacanza morale, come la chiamava Primo Levi'' nel suo intervento, alla Federazione Nazionale della Stampa,sul ddl Alfano, dopo la sospensione della giornata del silenzio prevista per oggi, legata al rinvio dell'esame in Senato del disegno di legge sulle intercettazioni

Stefano Rodota', giurista ed ex Garante per la Privacy, ha invitato a riflettere ''sull'emergenza per la liberta' di informazione'' e sul ''rischio di una vacanza morale, come la chiamava Primo Levi'' nel suo intervento, alla Federazione Nazionale della Stampa,sul ddl Alfano, dopo la sospensione della giornata del silenzio prevista per oggi, legata al rinvio dell'esame in Senato del disegno di legge sulle intercettazioni

''Del passato - ha fatto notare Rodota' - e' stato recuperato il peggio, il meglio messo da parte''. Rodota' ha poi citato il rapporto del Censis secondo il quale ''il 60-70% dei cittadini si formano la loro opinione politica sulla tv generalista e ha evidenziato tre punti centrali per la stampa italiana in questo momento che riguardano l'economia, la politica e le questioni di tipo censorio.
''Quelli economici sono legati ai flussi della pubblicita' e il rapporto fra sistema tv e stampa e' di 55 a 29, enormemente sbilanciato. Per la tv c'e' - ha sottolineato - uno squilibrio a
favore di Mediaset. A questo si aggiungono le preoccupanti dichiarazioni del Presidente del Consiglio che invita a non dare pubblicita' a chi non fornisce fiducia ai cittadini. La logica non e' piu' quella del mercato ma della politica. Se c'e' un fattore di inquinamento nel cuore del sistema politico si diffonde dappertutto, da qui le difficolta' anche sulle nomine Rai''. Rodota', ha ricordato la riforma della disciplina sulle intercettazioni che prevedeva che il magistrato ''individuasse le cose irrilevanti e le cancellasse, quelle su cui c'erano dubbi dovevano essere conservate in un archivio riservato sotto la sua responsabilita' mentre tutto cio' che veniva portato alla conoscenza degli avvocati doveva essere disponibile per formare l'opinione pubblica. Immaginare invece un divieto assoluto di dare qualsiasi notizia porterebbe, in un Paese come il nostro dove passano anni prima che un'indagine arrivi davanti al magistrato, a qualunque manovra possibile dal depistaggio, ricatto ecc.. E' un passaggio su cui non possiamo essere indulgenti''. Insomma per Rodota', ''il nodo della privacy che viene utilizzato come pretesto si puo' sciogliere facilmente con il codice deontologico dell'attivita' giornalistica. Il ddl
messo a punto e' invece ''censorio e da' al padrone in redazione piu' argomenti per farsi sentire''.
All'incontro e' intervenuto il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, il segretario dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Jacopino, il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti e, fra gli altri, il presidente dell'Unci Guido Columba e responsabili del sindacato.
''Speriamo - ha detto Siddi - che nel prossimo confronto parlamentare, a cui vogliamo dare il nostro contributo nelle audizioni al Senato, si vogliano cassare le norme babbane del
ddl sulle intercettazioni''. Se cosi' non sara', Giulietti ha proposto di ''istituire un comitato di giuristi che assista i cronisti che fanno il loro mestiere''. Fondamentale, ha fatto notare il senatore Vincenzo Vita, ''arrivare alla ripresa dei lavori parlamentari con qualche proposta operativa''. (ANSA)

@fnsisocial

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