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Libertà  di stampa 09 Mar 2015

Della Volpe: "Giornalista fa il proprio mestiere, ma per il giudice è un ricettatore"

Gli attacchi alla libertà di stampa continuano e l'elenco si arricchisce ogni giorno di nuovi esempi. L'ultimo – in ordine cronologico – viene dalla Calabria e riguarda il giornalista Agostino Pantano, accusato di ricettazione per essere entrato in possesso di informazioni sottoposte a segreto d'ufficio: una ulteriore, pesante tegola che minaccia di cadere dal tetto del diritto sulla libertà di informare i cittadini e sul diritto/dovere dei giornalisti di svolgere il proprio lavoro.

Gli attacchi alla libertà di stampa continuano e l'elenco si arricchisce ogni giorno di nuovi esempi. L'ultimo – in ordine cronologico – viene dalla Calabria e riguarda il giornalista Agostino Pantano, accusato di ricettazione per essere entrato in possesso di informazioni sottoposte a segreto d'ufficio: una ulteriore, pesante tegola che minaccia di cadere dal tetto del diritto sulla libertà di informare i cittadini e sul diritto/dovere dei giornalisti di svolgere il proprio lavoro.

Il Gip del Tribunale di Cosenza aveva riconosciuto al giornalista il legittimo esercizio del diritto di cronaca e di critica politica, sussistendone i presupposti di interesse pubblico, verità della notizia e continenza. Salvo poi incappare nella nuova accusa.
“E' gravissimo – sostiene il Presidente della Federazione nazionale della Stampa Italiana, Santo Della Volpe – che un giornalista che pubblica correttamente le notizie sia considerato un ricettatore cioè un delinquente”.
Lo scorso 6 ottobre 2014, solo per citare un altro esempio recente, sorte simile era toccata anche alla giornalista pugliese Angela Balenzano, del Corriere del Mezzogiorno, rinviata a giudizio dal Gup di Bari per presunta ricettazione relativa a una fuga di notizie nell'ambito del procedimento a carico di Giampaolo Tarantini.
Tutto questo mentre ancora in Parlamento non si è giunti ad una sintesi tra la promessa dell'abolizione del carcere per i giornalisti e i tentativi più o meno velati di imporre nuovi bavagli alla stampa, come le querele temerarie ai danni dei giornalisti. Roma, 9 marzo 2015

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