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Parlamento 02 Nov 2009

Il Pdl presenta una proposta di legge verso il superamento della par condicio in campagna elettorale Giulietti e Vita contrari se prima non si disciplina con rigore il conflitto di interessi

Spazi in radio e in tv divisi in base al 'peso' del partito e cioe' alla rappresentanza parlamentare; possibilita' di spot elettorali a pagamento; diritto di tribuna pari al 10% dello spazio in campagna elettorale; possibilita' per i candidati di partecipare anche alle trasmissioni di intrattenimento o di qualsiasi altro genere in campagna elettorale.

Spazi in radio e in tv divisi in base al 'peso' del partito e cioe' alla rappresentanza parlamentare; possibilita' di spot elettorali a pagamento; diritto di tribuna pari al 10% dello spazio in campagna elettorale; possibilita' per i candidati di partecipare anche alle trasmissioni di intrattenimento o di qualsiasi altro genere in campagna elettorale.

(ANSA) - Sono questi i punti principali della proposta di legge del Pdl, a firma Ignazio Abrignani, di riforma della legge sulla par condicio, depositata il 14 ottobre scorso a Montecitorio e oggi formalizzata in un fascicolo. La proposta di legge 2805 e' composta di un solo articolo e ora dovra' essere assegnata alle commissioni di merito per l'esame. Riprende una proposta alla quale lavorarono i tecnici di Forza Italia e An nel 2005 e se approvata, potrebbe essere applicata gia' alle regionali di marzo. Il testo, in primo luogo, modifica l'articolo 2 dell'attuale legge sulla par condicio che prevede che in campagna elettorale le emittenti radio e tv debbano ''assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialita' ed equita' l'accesso all'informazione e alla comunicazione politica''. La proposta di legge Abrignani, aggiunge, infatti, la dizione ''sulla base della rappresentanza parlamentare'' prevedendo, quindi, la ripartizione degli spazi in base al 'peso' della forza politica. Viene comunque stabilito che sia prima dell'indizione dei comizi che per tutta la campagna elettorale, gli spazi radio e tv siano ripartiti, come si legge nel testo, ''per il 10 per cento secondo il principio della pari opportunita' tra le coalizioni e tra le liste in competizione che hanno presentato candidature in collegi o in circoscrizioni che interessano almeno un quarto degli elettori (escluse le minoranze linguistiche ndr.)''. Viene inoltre abrogata la previsione di messaggi elettorali ''esclusivamente autogestiti gratuti'', aprendo cosi' alla possibilita' di spot elettorali a pagamento. Infine, viene soppresso il divieto per candidati, esponenti di partito o del governo di partecipare a trasmissioni diverse da quelle informative o dalle tribune a decorrere dal trentesimo giorno precedente alla data delle votazioni per l'elezione di Camera e Senato. I politici potranno dunque prendere parte anche a programmi di diverso genere, come quelli di intrattenimento. "Qualsiasi ipotesi di modifica della par condicio che non sia preceduta da una rigorosa modifica delle inesistenti norme sul conflitto di interessi non potrebbe rappresentare altro che l'ennesima aggressione verso le opposizioni ed un ulteriore inquietante passo sulla strada della repubblica presidenziale a reti unificate di segno autoritario e populista". E' quanto dichiarano Vincenzo Vita e Giuseppe Giulietti (Art.21).   "Tutte le ipotesi sin qui formulate dalla destra berlusconiana, ma per fortuna non ancora condivise dall'intero centro destra -proseguono- tendono ad esaltare e a privilegiare nella competizione elettorale chi e' direttamente il proprietario dei media e dispone di una grande quantita' di denaro da investire . Si tratterebbe di un vero e proprio atto di killeraggio politico nei confronti di quel principio delle pari opportunita' sancito dalla Carta Costituzionale".   "Come se non bastasse, le ipotesi di modifica tendono a ridurre drasticamente la presenza delle forse politiche cosi' dette minori presenti in Parlamento e quasi ad azzerare la presenza di tutte le altre. Contro queste ipotesi sara' necessario elaborare una posizione comune tra tutte le forze politiche e sociali, comunque collocate che non intendono piegarsi alla logica del 'telecomando unico'''.  

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