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Sindacale 10 Dic 2010

Il Segretario Generale della Fnsi: "E’ intollerabile l’impunità per chi ci colpisce" Il Presidente della Fnsi: "Per noi il silenzio non può mai essere un valore"

''Non si può tollerare l'impunità di chi prende di mira i giornalisti per qualsiasi scopo estraneo all'interesse dei cittadini ad essere correttamente informati''. A dirlo è stato il segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, che insieme al presidente del sindacato dei giornalisti Roberto Natale, è stato a Locri, parlando del problema delle minacce e delle intimidazioni ai giornalisti. La Calabria, secondo il Rapporto 2010 di 'Ossigeno per l'informazione', l'associazione fondata due anni fa dalla Fnsi e dall'Ordine nazionale dei giornalisti, è la regione in cui più alto è il numero delle intimidazioni.

''Non si può tollerare l'impunità di chi prende di mira i giornalisti per qualsiasi scopo estraneo all'interesse dei cittadini ad essere correttamente informati''. A dirlo è stato il segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, che insieme al presidente del sindacato dei giornalisti Roberto Natale, è stato a Locri, parlando del problema delle minacce e delle intimidazioni ai giornalisti. La Calabria, secondo il Rapporto 2010 di 'Ossigeno per l'informazione', l'associazione fondata due anni fa dalla Fnsi e dall'Ordine nazionale dei giornalisti, è la regione in cui più alto è il numero delle intimidazioni.

''In questa terra - ha aggiunto Siddi - spesso il giornalismo è costretto in una posizione di paura e di intimidazione che rendono più problematico l'esercizio dell'attività ed il rispetto dell'informazione come bene comune di interesse pubblico. Ma abbiamo trovato anche dei colleghi molto impegnati, consapevoli che la solidarietà professionale e l'impegno può aiutare ad ottenere una cultura di rispetto per l'informazione che coinvolga la società. Questo tema, però, interpella anche il mondo delle istituzioni e dell'imprenditorià'. ''Il lavoro del giornalista - ha detto Siddi - è difficile anche per le condizioni di precarietà diffusa. Un problema su cui il sindacato pianta la bandiera della lotta all'illegalità. Una duplice lotta: all'illegalità malavitosa, che si manifesta con minacce e intimidazioni, ed alle irregolarità nel lavoro. Il lavoro regolare è precondizione per la legalità. E riguarda i giornalisti e tutta la comunità''. Natale, dal canto suo, ha sostenuto che ''i dati della Calabria richiedono particolare attenzione. I dati di 'Ossigeno' dicono che è la prima regione per cronisti minacciati, il che significa anche che cresce la vivacità del giornalismo calabrese e cresce la sua propensione alla denuncia. Ossigeno assolve ad una funzione importantissima, in raccordo con le articolazioni territoriali del sindacato e dell'Ordine, anche per cancellare l'idea che il silenzio possa essere considerato un valore: per noi giornalisti il silenzio non è mai un valore. Siamo venuti qui per far sentire meno soli i colleghi che hanno il coraggio della denuncia e per capire come fare a tutelarli sempre meglio, oltre che per stringere il rapporto tra il sindacato nazionale e gli organismi che sul territorio fanno il lavoro quotidiano di raccolta delle denunce''. (ANSA)

 

 

SIDDI, NATALE E PARISI A LOCRI IN UN CONFRONTO SERRATO SULLA CATEGORIA
FNSI,GIORNALISTI UNITI PER IL BENE DELL'INFORMAZIONE
 
LOCRI (Reggio Calabria) – Di coraggio e di coscienza, dei giornalisti, certo, ma non solo, si è discusso stamane nell’incontro, promosso dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria a Locri (in concomitanza con le votazioni per i delegati al Congresso nazionale della Fnsi), che ha visto protagonisti i massimi vertici della Federazione della Stampa, a livello nazionale e regionale.
Accanto a Carlo Parisi, segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria c’erano, infatti, Franco Siddi e Roberto Natale, segretario e presidente della Fnsi. Insieme, dunque, per sviscerare alcuni degli annosi problemi che affliggono la categoria dei giornalisti, oggi più che mai nel mirino. E, per farlo, non è stata scelta la via delle parole a metà, né tantomeno dei concetti velati: “Con quale coraggio e con quale coscienza – ha esordito Carlo Parisi – certi giornali si ergono a paladini dell’antimafia, mentre sfruttano e mortificano i propri giornalisti con stipendi, se così li vogliamo chiamare, da fame? Parliamo di 4 centesimi a rigo o di 6 euro e 50 a pezzo, il più delle volte pagati dopo mesi o, addirittura, mai corrisposti”. Parole dure in una terra che lo è ancor di più.
“Ma è proprio in realtà difficili come quella in cui ci troviamo oggi – ha proseguito il segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria – che occorre fare e pretendere la massima chiarezza”. Detto, fatto: “La Federazione della Stampa, regionale e nazionale, oggi è a Locri, promuove un’iniziativa a favore della categoria e, più in generale, della società, e lo fa senza alcun contributo pubblico. A costo zero per la collettività. Si parla – e si scrive tanto – di antimafia, di anti-‘ndrangheta – ha incalzato Parisi – ovvero di associazioni che si impegnano per il bene della collettività contro il male, i criminali. Benissimo. Ma, in nome della trasparenza, chiedo a queste associazioni di indicare la portata e la provenienza dei contributi percepiti ogni qualvolta vengano organizzati una manifestazione o un convegno in nome dell’antimafia. A pagare siamo quasi sempre noi, con la forza dei contributi pubblici”.
Poi lo sguardo si sposta alla categoria: “Allo stesso modo – ha continuato Parisi – nel campo dell’informazione, ritengo che lo strumento ideato e disposto dalla Federazione della Stampa, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti, per monitorare intimidazioni e minacce ai danni dei giornalisti, cioè Ossigeno, abbia il dovere di confrontarsi con le realtà locali, in Calabria come nel resto d’Italia, prima di diffondere dati di estremo e delicato valore. Non si può prescindere – ha chiosato Parisi – da un’attenta verifica della corrispondenza e della credibilità di dati come quelli in questione, che raccontano della vita, non solo del lavoro, di tanti colleghi”.
Un appello condiviso dal presidente della Fnsi, Roberto Natale: “I dati vanno assolutamente verificati e ci impegneremo a promuovere un confronto maggiore con le realtà locali”. Tutto questo, nella ferma consapevolezza che “il Sindacato dei giornalisti – ha ribadito Natale – è un organismo in cui tutto e tutti devono riconoscersi e non basta un convegno ogni tanto per lavarsi la coscienza. Ci vuole impegno, soprattutto quando si tratta di portare alla luce e difendere vicende che non fanno notizia”. Emblematico l’intervento del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi: “C’è bisogno, soprattutto nel nostro Paese, in questo momento di palese difficoltà, di un sindacato unitario e unito. È soltanto con l’impegno e la forza di tutti che possiamo vincere le nostre battaglie, senza mai perdere di vista la vera natura della professione del giornalista: la nostra categoria dev’essere testimone della verità, non di sensazionalismo”.
I problemi, certo, non mancano: “In Italia non c’è lavoro per gli oltre 100mila giornalisti iscritti all’Ordine – ha sottolineato Siddi – e questo è un dato inconfutabile. Ecco perché bisogna intervenire nel quadro delle misure e delle politiche per l’occupazione, contrastando in primo luogo il precariato”.
Da non sottovalutare, infine, il monito di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo giornalista alla guida della diocesi di Locri-Gerace: “La stampa, che ha un grande compito, ma altrettanto delicato, deve essere libera e foriera di libertà, come in questa meravigliosa occasione. Attenzione, però, a non eccedere nel criminalizzare chi ancora, fino a prova contraria, è innocente. Non si fa il bene della società e, credo, neppure quello dei giornalisti se non si tiene alto e fermo il rispetto della persona”.

@fnsisocial

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