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Un momento della conferenza stampa in Fnsi
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Iniziative 15 Gen 2019

'Illuminare il Sudan', appello ai media: «Non dimenticare le crisi oscurate»

Presentata nella sede del sindacato la mobilitazione promossa da Fnsi, Ordine, Usigrai, Amnesty e Articolo21. Con i rappresentanti dei giornalisti anche la collega Antonella Napoli, appena rientrata dal Paese africano: «Dobbiamo essere noi la voce dei cittadini sudanesi». Il video-appello dei colleghi africani.

«Una grande campagna per illuminare quanto accade in Sudan e per non dimenticare le crisi oscurate in tutto il mondo». È l'appello promosso dal presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti, anche a nome dell'Ordine dei giornalisti, dell'Usigrai, di Amnesty International Italia e dell'associazione Articolo21, durante la conferenza stampa dal titolo 'Illuminare il Sudan' alla quale ha preso parte, questa mattina, nella sede del sindacato, la giornalista Antonella Napoli, di ritorno da un viaggio nel Paese africano attraversato dalle proteste contro il presidente Omar al Bashir che hanno già fatto registrare decine di vittime.

Appello subito rilanciato dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, che ha accolto Antonella Napoli ringraziandola per il suo impegno in difesa dei diritti umani e per aver voluto «raccontare il Sudan, anche a rischio della propria incolumità, pur di continuare ad essere 'sentinella della verità', come ha titolato in prima pagina la rivista Time a fine 2018», ha osservato Lorusso.

Il segretario generale ha poi ricordato l'appuntamento di domani, alle 10, davanti all'Ambasciata dell'Arabia Saudita, a Roma, «dove ci ritroveremo per raccontare un'altra periferia del mondo, un altro luogo dove si consumano guerre e violazioni dei diritti umani. Saremo lì per chiedere di far luce sull'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi e per protestare contro la decisione di giocare a Gedda la finale di Supercoppa italiana tra Juventus e Milan», ha concluso.

Alla conferenza stampa anche il presidente e il segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo verna e Guido D'Ubaldo; il segretario dell'Usigrai Vittorio di Trapani; il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury; padre Giulio Albanese, giornalista e missionario della Congregazione dei frati Comboniani.

Il presidente Verna ha ribadito il fondamento e il valore costituzionale del giornalismo, che «deve illuminare quelle realtà dove non tutti gli esseri umani, uomini e donne, sono uguali; dove si uccidono e incarcerano giornalisti e blogger; dove non si ripudia la guerra». Mentre il segretario dell'Usigrai è tornato sul presidio #UnCalcioAiDirittiUmani all'Ambasciata dell'Arabia Saudita.

«La Lega Calcio ha incassato 20 milioni di euro in tre anni per consentire al regime saudita di ripulire la propria immagine agli occhi del mondo occidentale e far dimenticare, ad esempio, la guerra in Yemen, Paese contro cui vengono scagliate bombe prodotte anche in Italia e che fanno strage di civili. Oppure il brutale omicidio del giornalista Khashoggi, o ancora che le donne saudite potranno assistere alla partita solo in settori riservati e solo se accompagnate dagli uomini», ha detto Di Trapani. Che è poi tornato sulla vicenda di Antonella Napoli, fermata e trattenuta per alcune ore a Khartoum dalla polizia locale nel giorno dell'Epifania, alla quale le forze dell'ordine hanno anche sequestrato parte del materiale raccolto.

«Quello che di bello c'è stato in questa storia è stata la capacità dimostrata dalla comunità dei giornalisti di fare squadra, di attivarsi compatta appena saputo delle 'difficoltà' che Antonella ha avuto in Sudan. Un bel segnale di unità in tempi in cui dividere sembra più facile che unire», ha concluso.

Quindi le testimonianze di Riccardo Noury, che ha ricordato il decennale impegno di Amnesty contro «le guerre, le vittime, i profughi, le condanne a morte e le sanzioni corporali» non solo in Sudan. «Paese – ha detto – che merita la nostra attenzione. Perché altrimenti siamo complici di quella che è la colonna sonora preferita dalle dittature: il silenzio». Così come l'Arabia Saudita, come la città di Gedda dove, a pochi chilometri di distanza dallo stadio è ancora in prigione il blogger Raif Badawi, condannato a 10 anni di carcere e 1000 frustate, le prime 50 ricevute in pubblico il 9 gennaio 2015.

Padre Giulio Albanese ha ribadito l'appello a «dare voce a chi non ha voce, in Sudan come in tanti altri Paesi le cui crisi vengono dimenticate». Elisa Marincola, portavoce di Articolo21, ha rilevato come «davanti all'Ambasciata dell'Arabia Saudita diremo anche 'no' alla proposta del ministro Moavero Milanesi di riaprire l'Ambasciata italiana in Siria, dove ancora si consumano atroci delitti contro l'umanità».

Infine Antonella Napoli ha raccontato il suo viaggio in Sudan, proiettando un video delle manifestazioni di protesta a cui ha assistito e un appello dei giornalisti sudanesi ai colleghi italiani a farsi portavoce del dramma che sta vivendo la popolazione locale: «Proteste iniziate a gennaio 2018 e costate decine di vittime fra cui anche 16 giornalisti uccisi. Folle disperse e strade sgomberate con la forza. Forze di sicurezza che fanno irruzione in ospedali. Giovani donne e ragazzi feriti negli scontri», ha ricordato la giornalista.

«Non abbiamo libertà di stampa, non abbiamo accesso a internet, non ci sono democrazia né diritti. Giornalisti italiani, siate voi la nostra voce», recita l'appello dei giornalisti africani. In chiusura le parole del portavoce dei rifugiati sudanesi in Italia, Adam Bosh.  «All'inizio si parlava tanto di Sudan e Darfur. Oggi rischia di calare il silenzio. Chiediamo il vostro aiuto».

MULTIMEDIA
Al termine della conferenza stampa il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi, d'intesa con il presidente Giulietti, ha invitato tutti i giornalisti presenti a rilanciare sui siti web delle proprie testate i due video presentati da Antonella Napoli. Di seguito riportiamo l'appello dei giornalisti sudanesi ai colleghi italiani. A questo link, invece, è disponibile il video delle proteste contro il presidente Omar al Bashir.

@fnsisocial

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