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Parlamento 18 Giu 2006

Intercettazioni, al Senato Ddl dell'Ulivo prepara un giro di vite. Calvi (Ds) propone il carcere anche per i giornalisti Cossiga: “No a giornalisti in galera”

Al Senato si prepara un giro di vite sulla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. Un disegno di legge del senatore dell'Ulivo Guido Calvi (Ds), vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, prevede addirittura il carcere per i giornalisti che pubblicano il contenuto delle intercettazioni di cui vengono a conoscenza. Pubblicare un'intercettazione, secondo il ddl, costera' da sei mesi ai quattro anni di carcere

Al Senato si prepara un giro di vite sulla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. Un disegno di legge del senatore dell'Ulivo Guido Calvi (Ds), vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, prevede addirittura il carcere per i giornalisti che pubblicano il contenuto delle intercettazioni di cui vengono a conoscenza. Pubblicare un'intercettazione, secondo il ddl, costera' da sei mesi ai quattro anni di carcere

Il provvedimento e' stato assegnato il 14 giugno all'esame della commissione Giustizia di Palazzo Madama. Fulcro della proposta, l'introduzione di un nuovo articolo nel codice penale, il 617 - septies. Vi si legge che ''chiunque rivela indebitamente il contenuto di conversazioni o comunicazioni intercettate in un procedimento penale e coperte da segreto, delle quali e' venuto a conoscenza in ragione del proprio ufficio, servizio o qualita' o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza, e' punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni''. Il carcere, secondo la proposta del senatore diessino, ''si applica anche a chiunque rivela, mediante qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, in tutto o in parte, il contenuto di conversazioni o comunicazioni intercettate in un procedimento penale e coperto da segreto, quando dalla rivelazione derivi una lesione del diritto alla riservatezza''. Dunque anche i giornalisti rischierebbero facilmente di finire dietro le sbarre. Oltre a quella di Calvi, in Parlamento ci sono altre quattro proposte di legge in attesa di discussione. Alla Camera c'e' la proposta del deputato di Forza Italia Giorgio Jannone: chiede che ogni sei mesi il ministro faccia sapere al Parlamento i dati relativi alle intercettazioni telefoniche eseguite . Al Senato Francesco Cossiga ha presentato un disegno di legge analogo. Sempre al Senato c'e un disegno di legge dell'ex sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino (An). Mentre il deputato di Forza Italia Osvaldo Napoli ha proposto l'istituzione di una commissione di inchiesta sull'argomento. La scorsa legislatura il tema fu affrontato dal governo Berlusconi dopo l'esplosione del caso Fazio: ma il disegno di legge resto' impantanato alla Camera fino alla fine della legislatura. Il provvedimento prevedeva il divieto di pubblicazione delle intercettazioni telefoniche e ambientali, con la sospensione dall'ordine per i giornalisti colpevoli. (ANSA) Dopo la pubblicazione delle intercettazioni sul caso Savoia e l'annunciata iniziativa del Guardasigilli Mastella, il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha ripresentato in Senato un disegno di legge con cui è stabilito che nessun giornalista può essere processato per violazione del segreto istruttorio salvo che non sia imputato anche di furto e se prima non siano stati condannati i magistrati e gli ufficiali di polizia giudiziaria che gli hanno passato le informazioni. ''A leggere le iniziative in materia di intercettazioni - spiega Cossiga - che vuol prendere il ministro della Giustizia Mastella e, cosa che mi meraviglia molto, anche il garantista Guido Calvi, entrambi evidentemente timorosi della potente lobby politico-sindacale dell'Anm, di fronte allo strazio che si è fatto della privacy e della confusione che si sta facendo tra vizia, peccati e reati, potrebbe sembrare che la linea che sta per essere prescelta sia quella 'giornalisti in galera'. Come se i giornalisti le intercettazioni le avessero da fonte diversa dai magistrati e dagli ufficiali di polizia giudiziaria''. ''Ma casomai - prosegue il senatore a vita - i due amici sarebbero disposti anche a mandare in galera gli ufficiali di polizia giudiziaria, ma i magistrati no, per carità... E così le procure di Milano e Potenza possono fa passare dal gatto della custode egli edifici in cui hanno sede le notizie ai giornalisti; e i giornalisti che fanno il loro dovere, cioè pubblicare le notizie che hanno, dovrebbero andare in galera: perché i magistrati non si toccano, e non solo quando hanno ragione ma soprattutto quando hanno torto e violano la legge''. Per questo, Cossiga ripresenta il suo ddl. ''E' semplicemente una vergogna - dice - superata solo dal disegno di legge di Mastella che, ormai chiaramente prigioniero della nota lobby si dimostra essere il ministro più giustizialista che l'Italia abbia avuto. Come rimpiango Diliberto...''. (ANSA)

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