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La mostra “Nome in codice Caesar: detenuti siriani vittime di tortura”
Iniziative 10 Ott 2016

Irruzione di Forza Nuova all'interno della mostra Caesar, la condanna dei promotori

Un gruppo di aderenti a Forza Nuova ha fatto irruzione al Maxxi durante l'esposizione della mostra "Nome in codice Caesar: detenuti siriani vittime di tortura" accusando i promotori “di inquinare la mente del popolo con palesi bugie”. La condanna di Amnesty International Italia, Articolo 21, Focsiv, Fnsi, Unimed e Un ponte per.

Sabato 8 ottobre, verso le 11.30, un gruppo di aderenti a Forza Nuova è penetrato nello spazio espositivo del museo Maxxi dove tantissimi romani hanno visitato la mostra "Nome in codice Caesar: detenuti siriani vittime di tortura", patrocinata da Amnesty International Italia, Articolo 21, Focsiv, Fnsi, Unimed e Un ponte per.

Davanti alle bacheche dove sono esposte le immagini dei seviziati, gli aderenti a Forza Nuova hanno inneggiato al presidente siriano Assad e a quello russo Putin, accusando i promotori della mostra di simpatie per il gruppo armato che si è autodenominato Stato Islamico (Daesh).

Per gli operatori umanitari di Focsiv e Un ponte per è un'accusa particolarmente grave, visto l'impegno pluridecennale che sul territorio in Siria ed Iraq portano avanti a fianco delle popolazioni civili che di Daesh sono le prime vittime.

Premesso che la storia di tutti i promotori testimonia che l'unica "simpatia" è quella per i diritti umani, la libertà e la giustizia, questa irruzione ha rinsaldato la comune determinazione a far circolare quanto più possibile questa mostra in tutta Italia.

«Denunciamo con forza questo gesto e chiediamo a chi ha a cuore quegli stessi valori di fare altrettanto», concludono i promotori della mostra.

Dura anche la replica del segretario generale del Maxxi, Pietro Barrera: «Questa sguaiata provocazione di Fn, che fortunatamente non ha provocato danni, conferma quanto sia importante il nostro impegno per la difesa dei diritti umani ovunque essi vengano calpestati».

@fnsisocial

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