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La Procura della Repubblica di Roma
Cronaca 17 Dic 2015

Lista degli "ebrei influenti" su Radio Islam, Lorusso e Giulietti: «Iniziativa squallida»

Una lista di ebrei influenti in Italia, tra cui numerose personalità  del mondo del giornalismo e dello spettacolo, si aggira per il web. L'ha diffusa il sito internet di ”˜Radio Islam' suscitando la reazione di Fnsi e Usigrai che in due note distinte bollano come «squallida» e «vergognosa». Sulla vicenda la procura di Roma ha aperto un fascicolo  ipotizzando i reati di minaccia e diffamazione, con l'aggravante dell'odio razziale.

Il sito internet ‘Radio Islam’ ha diffuso una lista di personalità italiane di religione ebraica, tra cui numerosi giornalisti, additate come sionisti influenti. Quasi che sia una colpa, essere ebrei o essere influenti. Una trovata che il presidente e il segretario generale della Fnsi, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, bollano senza mezzi termini come "un’iniziativa squallida, razzista e intollerabile".
"La decisione di Radio Islam di pubblicare un elenco di ebrei sionisti influenti nell’informazione e nello spettacolo - scrivono Giulietti e Lorusso - offende in primo luogo i musulmani che hanno scelto la strada del dialogo e del rispetto. Queste liste ricordano tempi bui e muri che tutti dovremmo abbattere”.
Sulla stessa linea anche l’Usigrai, che interviene parlando di una vera e propria “lista di proscrizione”. Iniziative di questo tipo “ci riportano agli anni più bui del nostro Paese. Il sito di Radio Islam ha pubblicato un elenco di giornalisti ebrei: si tratta di un gesto vergognoso non degno di nessun Paese democratico”, scrive l’esecutivo del sindacato dei giornalisti Rai.
“Ci auguriamo – conclude l’Usigrai – che arrivi subito la più netta condanna di tutto il mondo politico, culturale e religioso. Noi siamo accanto a tutte le colleghe e i colleghi citati. Non cederemo ad alcuna intimidazione”.
Sulla vicenda, che ha suscitato notevole clamore, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di minaccia e diffamazione, con l’aggravante dell’odio razziale.

@fnsisocial

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