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Lo striscione di protesta del Sigim alla serata per il lancio del nuovo Corriere Adriatico
Alcuni momenti del presidio
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Associazioni 01 Lug 2016

Marche, il Sigim incontra Caltagirone editore per aprire un dialogo sul futuro dei collaboratori del Messaggero

Le rappresentanti del Sigim Leila Ben Salah, segretaria aggiunta, e Agnese Carnevali, vicesegretaria collabotori, hanno incontrato il direttore del personale del Messaggero, Claudio Di Vincenzo, «per aprire un dialogo sulla questione riguardante la situazione dei collaboratori marchigiani, riscontrando l'apertura al confronto dal parte dell'azienda», anticipa in una nota il Sindacato regionale.

Si apre uno spiraglio nella vicenda dei collaboratori del Messaggero Marche, rimasti senza lavoro dopo la chiusura del dorso regionale del quotidiano romano. Le rappresentanti del Sigim Leila Ben Salah (segretaria aggiunta) e Agnese Carnevali (vicesegretaria collaboratori) hanno incontrato ieri, giovedì 30 giugno 2016, il direttore del personale del Messaggero, Claudio Di Vincenzo, per trovare una soluzione condivisa alla situazione dei colleghi collaboratori marchigiani.

«L'incontro – spiega una nota del Sindacato giornalisti marchigiani – si è tenuto al Fortino Napoleonico dove Caltagirone Editore ha organizzato una serata per il lancio del nuovo Corriere Adriatico. L'azienda, dopo aver confermato che continuerà con gli incontri individuali con tutti i collaboratori interessati, si è resa disponibile ad un nuovo incontro con il Sigim per martedì 5 luglio per informare sull'esito dei colloqui e fare il punto della situazione».

Il Sigim, «pur continuando a manifestare le proprie perplessità», ha confermato «la disponibilità – prosegue la nota – a rincontrare l'azienda martedì 5 luglio. Inoltre il sindacato prende atto dell'apertura del dialogo e confida che la questione possa chiudersi al più presto, salvaguardando le posizioni dei 50 colleghi che da anni lavorano per il giornale. Il tutto nell'ottica di non creare conflittualità con i collaboratori del Corriere Adriatico, evitando una guerra fra poveri».

Il Sigim, che per l'occasione ha organizzato una manifestazione di protesta alle porte del Fortino, preso atto dell'apertura e della disponibilità al dialogo ha acconsentito ad ammainare gli striscioni di protesta mantenendo comunque un composto presidio.

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