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La locandina della manifestazione
Associazioni 24 Nov 2017

Milano: i giornalisti lombardi in piazza per lavoro, diritti e dignità 

Appuntamento oggi, venerdì 24 novembre, alle 11 in piazza della Scala per la manifestazione organizzata dall'Associazione Lombarda Giornalisti per accendere i riflettori sul difficile momento di crisi che coinvolge il mondo dell'informazione. «Il settore non crea più lavoro, i redditi sono in picchiata, il diritto all'informazione di qualità  dei cittadini è a rischio», spiega l'Alg.

«I giornalisti lombardi tornano in piazza. E lo fanno sotto l’egida dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, dopo anni in cui l’azione sindacale, intensissima a causa della crisi, si è sviluppata all’interno delle strutture della ALG e nelle redazioni. Venerdì 24 novembre si torna all’esterno, nel cuore di Milano. Per attrarre l’attenzione di politici e cittadini su quella che è diventata una vera emergenza per la categoria dei giornalisti». Così l’Assostampa annuncia la manifestazione di oggi in piazza della Scala.

«I dati parlano chiaro. I giornalisti lombardi attivi con contratto di lavoro dipendente erano 5.114 nel 2012. Oggi, nel 2017, sono 4.301. Di questi, quelli col contratto principale, Fnsi-Fieg, erano 4.600 nel 2012 e sono oggi 3.829. Una perdita, in 5 anni, rispettivamente del 16 e del 17%. Un calo enorme, considerando gli esigui numeri della categoria, che proietta la Lombardia, capitale dell’editoria italiana, al vertice della crisi della professione», prosegue l’Alg.

A picco anche le retribuzioni degli attivi contrattualizzati, crollate del 33% dal 2012 a oggi. «E se i giornalisti più anziani godevano di buone retribuzioni, oggi un giovane professionista che ha appena fatto l’esame di Stato, entra con un salario di circa 1.400 euro netti al mese, il minimo contrattuale, visto che in quasi tutte le case editrici sono stati azzerati integrativi e altri istituti o forfait per i nuovi assunti. Senza contare la pesante incidenza degli ammortizzatori sociali, che in questi anni hanno tagliato, nella quasi totalità delle imprese editoriali della Lombardia, oltre che i costi per le aziende, anche i salari dei colleghi», si legge ancora sul sito web della Lombarda.

Drammatica la situazione per i freelance lombardi, scriventi e fotoreporter, iscritti alla gestione separata Inpgi, «le cui retribuzioni medie nel 2016 – rileva l’Alg – erano di 18.389 euro lordi annui, in diminuzione rispetto ai già esigui 19.580 euro del 2012. Ma mentre i 50enni guadagnano in media 20.800 euro, (ultimo dato 2016) gli under 30 sono fermi a quota 10.100 e i 30-40enni a 15.700. Non hanno miglior sorte i co.co.co., la cui retribuzione media lorda è di 14.348 euro (dato 2016) contro i 15.000 del 2012. Calate anche le posizioni: i co.co.co. lombardi erano 2.109 nel 2012 e 1.708 nel 2016».

La situazione si inquadra in una cornice nazionale non certo migliore, che vede una perdita in 5 anni, tra i giornalisti attivi, di oltre 3mila posti di lavoro (da 18mila ai meno di 15mila odierni). «Niente casta, dunque, ma una categoria impoverita, a rischio, con aziende editoriali sempre più dipendenti dalla pubblicità e prive di idee per rilanciare le testate. Il calo del lavoro e delle retribuzioni rende i giornalisti più precari, più ricattabili e meno autonomi e mette in pericolo, insieme ai loro posti di lavoro, anche un bene primario per la democrazia: un’informazione di qualità, libera e indipendente», conclude il sindacato regionale.

È necessario che i giornalisti ritrovino l’orgoglio di categoria e che la politica si faccia carico della situazione. Il sindacato chiede fondi per un rilancio serio del settore e dell’occupazione e un salto di qualità, anche sul piano delle tecnologia. Vuole cambiare e rendere più moderne le regole sull’Antistrust, per impedire concentrazioni che mettono a rischio posti di lavoro e pluralismo dell’informazione. In Lombardia , la regione delle grandi case editrici di periodici, è particolarmente sentito il problema della commistione tra pubblicità e informazione, stringente più che mai ora che i ricavi delle aziende sono in calo.

La Alg chiede il rispetto delle regole deontologiche e sostiene che sia necessario adottare norme in base alle quali i grandi motori di ricerca della rete paghino per le notizie che diffondono grazie al lavoro dei giornalisti. Chiede di applicare il contratto giornalistico anche a coloro ai quali – come molta parte dei colleghi degli uffici stampa o dell’editoria online – non viene applicato.

«Chiederemo un nuovo patto sociale con gli editori, perché il sistema può salvarsi solo se impresa e lavoro riescono a stare insieme puntando alla qualità – dice il presidente dell’Associazione Lombarda Giornalisti, Paolo Perucchini -. E questo deve passare attraverso un rinnovo contrattuale che tenga contro delle nostre esigenze e non sia solo la lista della spesa degli editori. Chiederemo al Governo e alle istituzioni locali di promuovere e avviare iniziative legislative ad hoc per portare avanti tutte queste fondamentali istanze per la nostra professione».

@fnsisocial

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