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Nome in codice: Caesar, detenuti siriani vittime di tortura
Appuntamenti 30 Set 2016

Nome in codice Caesar, il 5 ottobre l'inaugurazione della mostra fotografica sugli orrori in Siria

Caesar è un ufficiale del governo siriano che ha trafugato un intero archivio fotografico che documenta le atrocità  praticate dal regime di Assad sul proprio popolo. Nome in codice: Caesar è il titolo della mostra organizzata da Fnsi, Amnesty International Italia, Focsiv, Unimed, Un ponte per e Articolo 21 che dal 5 all'8 ottobre porterà  al museo Maxxi di Roma una selezione delle 55mila immagini prodotte da Caesar.

Da mercoledì 5 fino a domenica 9 ottobre per la prima volta in Italia, a Roma nella Sala Spazio D del museo Maxxi (via Guido Reni, 4), saranno esposte le immagini fotografiche di “Nome in codice: Caesar. Detenuti siriani vittime di tortura”, una mostra voluta e promossa da Fnsi, Amnesty International Italia,  Focsiv – Volontari nel mondo,  Un ponte per,  Unimed - Unione delle università del mediterraneo e Articolo21.

Ad inaugurarla alle ore 17.30 i presidenti delle commissioni Esteri Pierferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto, il presidente della commissione per i Diritti Umani, Luigi Manconi, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, il giurista statunitense statunitense Stephen J. Rapp, il presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti sj, Giancarlo Bosetti, direttore di Reset, il professor Baykar Sivazliyan, presidente emerito dell'Unione degli armeni in Italia ed altre autorevoli personalità che giungeranno appositamente dall'estero.

Presentata alla stampa il 4 ottobre, nella sede della Fnsi, da autorevoli giornalisti e da tutti i promotori, la mostra si protrarrà fino al 9, giorno della marcia Perugia Assisi. È una selezione di pochissime delle 55mila fotografie che l’agente della polizia militare siriana chiamato Caesar, incaricato dal regime di documentare quanto accadeva ai detenuti nelle carceri, portò con sé quando decise di fuggire. Caesar ha deposto, testimoniato, ma non ha mai rilasciato interviste, tuttavia un suo un suo messaggio è stato inviato per questa esposizione, già esposta al Palazzo di vetro di New York, al museo dell’Olocausto di Washington, al Parlamento Europeo e altre città europee.

Sabato 8 ottobre alle ore 18,00, come iniziativa collegata alla mostra, si terrà "Il Medio Oriente si racconta, voci e sguardi dall'area”, un incontro di riflessione, organizzato da Focsiv insieme a Fnsi, che unisce la testimonianza dei volontari impegnati al fianco della popolazione al lavoro di narrazione e di denuncia di quanto accade nell'area mediorientale dei giornalisti.

Un appuntamento che vuole mettere in evidenza da un lato, con la testimonianza di Suor Hanan Youssef, libanese delle suore di Nostra Signora del Buon Pastore, Terry Dutto, capo progetto Focsiv Kurdistan, e di Mons. Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia, come oggi si viva e quali siano le necessità e le speranze della popolazione mediorientale e dall'altro con il racconto dei giornalisti Amedeo Ricucci, inviato del Tg1, Luca Geronico, giornalista esteri di Avvenire, Cristiano Tinazzi, giornalista de Il Messaggero, quali siano le prospettive e il futuro per questa area secondo la loro conoscenza dei luoghi e delle vicende. Accompagna l'incontro Giovanni Lamanna, Rettore dell’Istituto Massimo a Roma.

Nel corso della riunione sarà presentata “Humanity”, la nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi promossa da Focsiv insieme a 6 tra i suoi soci, per permettere che il lavoro svolto in questi anni a fianco delle migliaia di uomini e donne in fuga nell'area mediorientale possa proseguire.

@fnsisocial

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