Si è conclusa nella mattinata di venerdì 9 maggio 2025, al Giardino della memoria di Ciaculli, la "Settimana della libertà di stampa” organizzata dall’Associazione siciliana della stampa in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti Sicilia e la Fnsi. Sono state scoperte le nuove targhe intitolate alla strage di Pizzolungo in cui persero la vita Barbara Rizzo e i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta e quella nuova dedicata a Boris Giuliano che sostituisce quella ormai logorata dall’intemperie.
Il prefetto di Palermo Massimo Mariani ha voluto sottolineare l’importanza dell’esempio di chi è morto facendo il proprio dovere, rivolgendosi in particolare i ragazzi della scuola Sauro-Franchetti presenti una delegazione guidata dalla professoressa Cettina Belfiore. E lo stesso ha fatto l’assessore all’Innovazione Fabrizio Ferrandelli che ha partecipato in rappresentanza del sindaco Roberto Lagalla e che ha rinnovato l’impegno del Comune a sostenere le iniziative che riguardano non solo il ricordo ma l’attualità dell’esempio delle vittime di mafia. Per l’Associazione nazionale magistrati il sostituto procuratore Gianluca De Leo ha ricordato come purtroppo siano stati tanti magistrati vittime della guerra scatenata dalle cosche contro lo Stato ma che quest’impegno ha fatto sì che oggi ancora possiamo dire di essere in una società civile e democratica, come ha sottolineato anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia Antonello Cracolici, che è intervenuto, ricordando come bisogna continuare «a sentire il profumo della libertà che deve espandersi nell’aria come il bellissimo profumo di zagara che possiamo ascoltare nelle campagne siciliane».
La segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana Alessandra Costante, presente con il segretario aggiunto Claudio Silvestri, ha insistito molto sulla necessità dei più giovani di informarsi correttamente attraverso le fonti, che sono quelle in cui lavorano giornalisti professionisti che possono dare notizie verificate attraverso le quali conosce nella realtà circostante e ha poi avvertito i ragazzi di non farsi ingannare dal fatto che oggi, per fortuna, la mafia non spara più e loro non sono costretti a vivere in una città dove si contano i morti ammazzati e dove esplodono le autobomba, ma che in ogni caso la mafia rimane presente e minaccia anche i giornalisti, come nel caso di Salvo Palazzolo, il giornalista di Repubblica che per raccontare questa realtà è costretto a vivere sotto scorta.
Presenti per l’Ordine dei giornalisti di Sicilia il consigliere Franco Nuccio e il revisore dei conti Salvo Messina.
Per Assostampa erano presenti il segretario regionale Giuseppe Rizzuto, il vicesegretario vicario Roberto Leone e la presidente del Consiglio regionale Tiziana Tavella. Con loro anche la presidente del Gruppo pensionati Claudia Mirto e in rappresentanza del Gruppo cronisti Mario Pintagro, a cui è affidata la cura del giardino e che ha illustrato gli accoppiamenti tra gli alberi e le targhe commemorative, il presidente Inpgi Roberto Ginex. Alla cerimonia sono intervenuti il questore vicario Virgilio Alberelli, il colonnello Ivan Boracchia del comando provinciale dei Carabinieri, il generale Domenico Napolitano della Guardia di Finanza, il comandante della Polizia municipale di Palermo, Angelo Colucciello, il vice dirigente dei Vigili del fuoco Fabrizio Ganci, il presidente del centro Pio La Torre Emilio Miceli.
Nel pomeriggio di giovedì 8 maggio, al Cre.zi. Plus ai Cantieri culturali della Zisa, si è svolto il penultimo appuntamento della "Settimana della libertà di stampa" con un ampio talk in cui si è parlato dell’ultimo numero del giornale L'Ora andato in edicola proprio l'8 maggio del 1992 ,15 giorni prima della strage di Capaci. A intervenire, coordinati da Tiziana Tavella, presidente Assostampa, e Roberto Leone, vicesegretario vicario del sindacato dei giornalisti siciliani, gli ex direttori e vice direttori del giornale Vincenzo Vasile e Franco Nicastro e poi alcuni dei giornalisti che hanno lavorato per anni nel quotidiano palermitano a cominciare da Sergio Buonadonna e Giuseppe Cerasa che erano in collegamento ai quali si sono aggiunte le testimonianze di Bianca Stancanelli, Claudia Mirto, Vittorio Corradino, Gian Mauro Costa e Piero Violante, ognuno dei quali ha messo in luce gli aspetti e le particolarità del giornale diretto da Vittorio Nisticò fino al 1975 e che poi ha proseguito la sua attività grazie all’impegno dei giornalisti che avevano dato vita prima a una cooperativa prima di ritornare alle dipendenze di una società collegata all’ex Partito comunista. Un’appartenenza, ha sottolineato Piero Violante, che «non ha impedito di essere un luogo libero all’interno del quale si esercitava la libertà di pensiero, tanto da essere un luogo di raccolta degli intellettuali più avanzati della società non solo siciliana, ma anche italiana». Un esempio di modernità e di giornalismo capace di raccontare senza reticenza la realtà, ha concluso Alessandra Costante, e che è «un’eredità che è ancora presente oggi e che deve spingere i colleghi a fare quello che per tanti anni era stato il modello codificato prima da Nisticò e poi continuato per molti anni dai suoi eredi per un giornalismo capace di interpretare la realtà e di diventare punto di riferimento per tutti coloro che vogliono difendere la democrazia e migliorare la società in cui vivono».
La segreteria generale della Federazione della Stampa, prima di prendere parte al talk sul giornale L’Ora, aveva visitato la mostra dedicata a Piersanti Mattarella, "Il sogno spezzato", che è ospitata a Villa Zito. Al termine si è voluta soffermare sull'ultima parte dell'esposizione che raccoglie fotografie di famiglia e della vita politica del presidente della Regione, assassinato il 6 gennaio del 1980. In questo ultimo salone sono raccolte le prime pagine dei giornali che raccontano l'agguato avvenuto in via Libertà, mentre Mattarella era con la sua famiglia. E in particolare è riprodotta in grande formato l'intera edizione straordinaria del giornale L’Ora con le fotografie di Letizia Battaglia e Franco Zecchin. «Immaginate oggi cosa resterebbe se, invece di questi giornali di carta, ci fossero semplicemente dei link tratti da quotidiani web – ha commentato Alessandra Costante -. Ecco perché la carta rimane uno strumento indispensabile per far sì che il ricordo resti in modo indelebile ed emozionante. Il giornale nella sua forma tradizionale resta ancora il miglior modo per tramandare la cronaca in storia». (Da assostampasicilia.it)