«Ieri sono stato convocato dal mio direttore Paolo Corsini, pensavo che mi rassicurasse sul fatto che le puntate di Report non verranno tagliate e che i compensi della mia squadra fossero salvi, anche solo per gratitudine per la qualità del lavoro svolto. Pensavo anche che mi avesse convocato per dire bravo a me e la squadra visto che ieri è uscito l'indice Qualitel, il sondaggio che la Rai è obbligata a fare in ottemperanza del contratto di servizio pubblico, e dove risulta che Report è il programma d'informazione più gradito. Invece no. Era semplicemente un provvedimento disciplinare a firma dell'Ad Giampaolo Rossi, e del direttore delle Risorse Umane, Felice Ventura». Lo rende noto su Facebook, mercoledì 25 giugno 2025, il conduttore di Report Sigfrido Ranucci.
«Mi accusano di aver partecipato alla trasmissione della Gruber il 6 maggio, senza essere stato autorizzato - prosegue -. Fatto non vero perché ero stato autorizzato dallo stesso Corsini telefonicamente per lanciare la seconda parte della stagione di Report. Poi di aver presentato il mio libro a Mestre, e di aver rilasciato un'intervista dove parlavo della minore libertà di stampa in Italia e del fatto che la gente si informava di meno. Non si riferiva alla Rai ma al mio libro La Scelta edito da Bompiani. Poi mi si accusa di aver partecipato con una telefonata a Piazza Pulita per difendere Report e il collega Giorgio Mottola dalle accuse di manipolazione. Se devo prendermi un provvedimento per aver promosso e difeso la squadra e un marchio storico della Rai come Report, tutelato la libertà di stampa lo accetto con orgoglio. Oltretutto arriva dopo le interrogazioni di Fi sull'inchiesta su Mori e la commissione Antimafia, e la denuncia di Fazzolari per la puntata su Mediobanca».Immediata scatta la polemica. E mentre l'azienda precisa che nei confronti del conduttore «non è stata fatta alcuna contestazione disciplinare» e che «al vicedirettore 'ad personam' Ranucci sono state semplicemente ricordate le vigenti regole aziendali in materia di rapporti con gli organi d'informazione e - si legge in una nota - quelle più specifiche che riguardano i giornalisti», al fianco del collega si schierano anche il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, il Cdr Approfondimento della Rai, il consigliere di amministrazione rappresentante dei lavoratori, Roberto Natale.
«Il vertice di viale Mazzini riduce le puntate. Impone un cambio dei redattori. E ora ammonisce anche Sigfrido Ranucci per aver presentato il suo libro e aver difeso su una tv concorrente il lavoro della sua redazione. Cioè ha fatto quello che avrebbe dovuto fare la Rai», rileva il presidente Di Trapani, per il quale invece i silenzi dell'azienda «urlano tutto il fastidio per il giornalismo di inchiesta».
Il Comitato di redazione esprime forte preoccupazione per richiamo dell'azienda al conduttore e ricorda, in una nota, che «ogni cittadino ha il diritto a manifestare il proprio pensiero. I giornalisti hanno il diritto-dovere di informare. Dovrebbe valere per tutti, anche per i giornalisti e conduttori del Servizio pubblico. E invece... In Italia, in Rai, accade che se vai a parlare sul palco politico vicino al governo, va bene e in Rai nessuno ha da ridire, ma se rilasci un'intervista sulla libertà di stampa non lo puoi fare».
Netto Roberto Natale, che bolla la lettera recapitata a Sigfrido Ranucci come un «segno del clima molto pesante che grava oggi sul servizio pubblico e della malcelata ostilità verso una trasmissione come Report, spesso urticante».