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Parlamento 20 Lug 2005

Riforma della giustizia, Serventi Longhi: "E' grave che il Governo ponga la fiducia su un provvedimento che risulta, tra l'altro, un attacco alla libertà di stampa". Siddi: "Si tratta di una limitazione delle fonti d'informazione".

“I giornalisti non possono certo rallegrarsi dell’approvazione del disegno di legge governativo di riforma della giustizia.

“I giornalisti non possono certo rallegrarsi dell’approvazione del disegno di legge governativo di riforma della giustizia.

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “I giornalisti non possono certo rallegrarsi dell’approvazione del disegno di legge governativo di riforma della giustizia. Preoccupa in particolare la norma che prevede l’esclusiva gestione dell’informazione sulle inchieste giudiziarie da parte dei capi delle procure della Repubblica con un divieto di fatto ai singoli magistrati di avere qualunque tipo di dialogo con i cronisti. Si tratta di un grave attacco alla libertà di informazione e al diritto di cronaca perché impedisce ai giornalisti di accedere alle notizie sulle inchieste giudiziarie, anche non ufficiali, e non risolve in alcun modo il problema del segreto nelle indagini. Con una legge del genere sarebbe stato più difficile informare l’opinione pubblica sulla quasi totalità dei procedimenti aperti dalla magistratura sulle più rilevanti indagini giudiziarie. Tanto più grave appare il provvedimento per il fatto che il Governo ha posto in Parlamento, per la seconda volta, la fiducia su un provvedimento rinviato alle Camere dal Capo dello Stato respingendo i rilievi del Consiglio Superiore della Magistratura e le proteste delle Associazioni dei magistrati e dei giornalisti. Certo, l’ultima parola spetterà ai massimi organi costituzionali, ma occorre che prosegua la mobilitazione per difendere l’indipendenza della magistratura e il diritto di cronaca, entrambi tutelati dalla Costituzione.” Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Per i poteri di garanzia e la loro indipendenza, come la giustizia, e per le funzioni di controllo democratico proprie dell’informazione libera, la riforma dell’ordinamento giudiziario approvata oggi dalla maggioranza parlamentare non è proprio una bella notizia. Si incide pesantemente attraverso l’esecutivo, sull’autonomia e sull’indipendenza della Magistratura, la cui attività fu pensata dai Costituenti a tutela e garanzia dell’autonomia e della libertà di tutti i cittadini. , concentrata come è su appena due articoli in quaranta pagine, si introducono preoccupanti restrizioni all’accesso alle fonti da parte dei giornalisti impegnati a dar conto di inchieste giudiziarie. Attribuendo ai soli capi delle Procure della Repubblica il compito di parlare con i cronisti, si tenta di operare una oggettiva limitazione delle fonti dell’informazione. Il giusto equilibrio tra le esigenze di riservatezza delle indagini, anche per la tutela della privacy e la dignità delle persone, e il diritto-dovere dei giornalisti di fornire al pubblico l’informazione più completa possibile, per questi legislatori, è un problema inesistente. Qui invece si trova la strada per realizzare riforme di vero segno liberale, capaci di favorire – come è necessario, anche su questa materia - con il diritto all’informazione, l’esercizio consapevole del diritto di critica da parte di ciascuno”.

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