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Un momento della commemorazione
Associazioni 18 Feb 2018

Sindacato Giornalisti Veneto, intitolato a Giancarlo Bo il salone della sede di Palazzo Turlona

Alla cerimonia, organizzata da Assostampa e Ordine regionali, anche i figli e i nipoti del collega scomparso un mese fa e tanti colleghi, fra cui il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti. 'Il giornalista deve sempre essere testimone senza essere mai protagonista', recita la targa-ricordo.

'Il giornalista deve sempre essere testimone senza essere mai protagonista': lo si legge nella targa con cui il Sindacato giornalisti Veneto, con l’adesione dell’Ordine, ha intitolato il salone della sede di Palazzo Turlona a Venezia a Giancarlo Bo, a un mese dalla sua scomparsa. «Un gesto concreto per ringraziare un collega e un amico che è stato e resterà punto di riferimento per tutti, non solo dal punto di vista professionale ma anche umano, che si è speso in maniera generosa e del tutto gratuita per l’intera categoria», spiega una nota del sindacato regionale.

Presenti alla cerimonia i due figli di Bo, Patrizio e Alberto, e i suoi tre nipoti. Insieme a tanti che con Bo hanno condiviso un pezzo di strada professionale e di vita. A partire da Gabriele Cescutti, a Orazio Carrubba, da Delfo Utimpergher a Duilio Stigher, da Roberto Reale a Giuseppe Giulietti.

In tutti gli interventi è uscito il profilo di un uomo e di un giornalista dalla profonda intelligenza e dall’innata umiltà, rispettoso degli altri e della verità, convinto che la parola scritta o parlata «va sempre utilizzata per conoscere, mai per offendere, umiliare o mistificare. Un uomo e un giornalista molto attento alle trasformazioni sociali, capace di vivere il suo tempo e quello degli altri, soprattutto dei giovani ai quali si rivolgeva con curiosità e altruismo», come ha sottolineato Giulietti.

Mentre Reale ha ricordato la forte visione etica, quasi kantiana, che Bo aveva del lavoro, un senso del dovere concreto che gli ha permesso di far fronte civilmente e responsabilmente a un’informazione in cui il quotidiano si confrontava con i delitti delle Brigate rosse, l’eversione nera, le lotte sindacali di Porto Marghera, gli omicidi di Ludwig, l’anonima sequestri, i morti uccisi dalla Mala del Brenta.

Una lunga carriera quella di Bo, da giovane cronista al Gazzettino negli anni del dopoguerra, alla parentesi al Corriere della Sera per poi approdare alla Rai di Venezia, dove ha lavorato per 28 anni, gli ultimi nove come responsabile della redazione del Tgr Veneto, fino al 1991. Una volta in pensione, si è poi messo al servizio dei colleghi, in particolare nel sindacato e nell’Inpgi, trasmettendo e praticando il senso di una genuina appartenenza alla grande comunità dei giornalisti.

«Ci mancherai Giancarlo», hanno detto la segretaria di Sgv Monica Andolfatto e il presidente dell’Ordine, Gianluca Amadori. E lo ha scritto anche la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni – Bo è stato fiduciario per il Veneto oltre vent’anni – la quale ha inviato un personale ricordo di Giancarlo.

@fnsisocial

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