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I giornalisti Attilio Bolzoni Gianpiero Casagni (Foto: assostampasicilia.it)
Associazioni 23 Ott 2019

Sistema Montante, la solidarietà  dell'Assostampa Messina ad Attilio Bolzoni e Gianpiero Casagni

La esprime la segretaria provinciale Graziella Lombardo, che è stata anche direttrice di Centonove, il settimanale con il quale collaborava Casagni. «Questa segreteria chiede all'Ordine nazionale dei giornalisti e all'Ordine di Sicilia di valutare ulteriori possibili interventi a sostegno dei colleghi», scrive.

La segreteria dell'Assostampa Messina esprime «solidarietà e vicinanza ai giornalisti Attilio Bolzoni di Repubblica e Gianpiero Casagni, collaboratore del settimanale di Messina Centonove, per la determinazione, la serietà, il rigore ed il coraggio con cui hanno portato avanti le loro inchieste sul sistema Montante contribuendo a svelare un inquietante capitolo della storia siciliana ancora con troppi lati oscuri sulle connivenze e le complicità che emergono sempre più anche sul fronte istituzionale».

In particolare, la segretaria provinciale Graziella Lombardo esprime «vicinanza a Gianpiero Casagni, vittima di accuse e manovre da parte dell'ex presidente di Confindustria Antonello Montante finalizzate a distruggere la sua reputazione con l'obiettivo di offuscare il lavoro svolto col settimanale Centonove, che ho avuto l'onore di dirigere per anni – si legge in una nota – e che oggi non è più in edicola come era 'desiderio' documentato dalle intercettazioni all'ex presidente di Confindustria e come si evince dalla relazione della Commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava».

La vicenda è oggi all'attenzione anche della Commissione parlamentare antimafia presieduta dal senatore Nicola Morra che ha già ascoltato i giornalisti Casagni e Bolzoni dando loro atto del lavoro svolto.

«Questa segreteria – conclude Lombardo – chiede anche all'Ordine nazionale dei giornalisti e all'Ordine di Sicilia, che si è costituito parte civile al processo Montante, di valutare ulteriori possibili interventi a sostegno dei giornalisti per non sentire mai più dire a cronisti come Casagni di essersi sentiti lasciati soli».

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