CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 13 Gen 2004

Turchia: giornalista radiofonico condannato ad un anno di carcere per offesa alle istituzioni

Turchia: giornalista radiofonico condannato ad un anno di carcere per offesa alle istituzioni

Turchia: giornalista radiofonico condannato ad un anno di carcere per offesa alle istituzioni

Un anno di carcere per “aver deriso il Parlamento”. Questa la sentenza che il tribunale turco della città di Adana, nel sud del Paese, ha emesso nei giorni scorsi contro il giornalista Sabri Ejder Oziç, ex direttore della locale “Radyo Dunya”. L’uomo ha per il momento evitato la reclusione ricorrendo subito in appello. La sentenza di condanna si fonda sui contenuti che il giornalista ha diffuso attraverso il programma “Captain’s Log” durante la puntata dello scorso 24 febbraio; in quella circostanza Oziç, che è anche un attivista del partito filo-kurdo Ozgur Toplum, criticò aspramente la proposta del governo turco di consentire l’ingresso nel paese alle truppe americane – al fine di invadere l’Iraq – e di prevedere anche l’impiego di soldati turchi. La puntata incriminata andò in onda proprio il giorno in cui la mozione del governo fu sottoposta al voto del Parlamento. Il tribunale ha fatto riferimento a dichiarazioni precise espresse da Oziç dutrante la trasmissione: “ (…) E’ stata dichiarata guerra al terrorismo nel mondo, ma è una guerra illegittima. Se le guerre illegittime sono atti di terrorismo, anche questa decisione lo è. E se il Parlamento approvasse l’invio di truppe per questa guerra, allora anche il nostro Parlamento diventerebbe un terrorista”. “Dire che il Parlamento appoggia il terrorismo non è espressione di una critica legittima – ha dichiarato il Procuratore Erten Tamoglu – ma piuttosto un insulto ad un’istituzione del nostro stato, un’offesa che implica la condanna minima a sei mesi di prigione in base all’articolo 159 del Codice Penale”. Il Parlamento, comunque, decise di non approvare la proposta del governo. Molti giornalisti nel paese sono stati condannati sulla base dell’articolo 159 per aver minacciato in vari modi l’unità della Repubblica Turca; l’articolo è stato modificato nel 2002 e nel 2003 nell’ambito del processo di riforma portato avanti nell’ottica di far parte dell’Unione Europea: l’estensione massima della pena detentiva è stata ridotta da un anno a sei mesi, e le critiche che non si pongano come insulti alle istituzioni non prevedono più la condanna al carcere. Questo in teoria. In pratica l’interpretazione della natura delle critiche, più o meno pesanti, rivolte alle autorità del paese, è rimessa alla discrezionalità dei giudici. E la libertà di stampa nel paese rimane un miraggio. Gli operatori dell’informazione che accusano lo stato o si azzardano ad affrontare argomenti taboo, come la questione kurda o il ruolo dell’esercito nella vita politica del paese, sono spesso censurati, perseguitati e condannati a pesanti sanzioni pecuniarie. Cinque giornalisti sono attualmente detenuti per aver espresso le proprie opinioni nello svolgimento del loro lavoro. Fonte: Informazione Senza Frontiere Traduzione: Sara Mannocci

@fnsisocial

Articoli correlati