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Il Palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Fnsi 31 Ott 2025

Fnsi, la sentenza della Consulta sulla rappresentanza sindacale tutela le organizzazioni più rappresentative: «Un principio di democrazia»

Il sindacato dei giornalisti: «Una sentenza che fa chiarezza e che si aggiunge alle norme che sanciscono attraverso lo statuto dei lavoratori sia le rappresentanze sindacali, sia le loro tutele». L’Usigrai: «Per i giornalisti non cambia nulla rispetto al passato».

Sulla sentenza numero 156 della Corte Costituzionale non si può fare a meno di notare un florilegio di interpretazioni politico sindacali. Alcune anche giuste. Ma una volta letta la sentenza, più dello statuto dei lavoratori serve un pallottoliere.

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 19, primo comma, dello Statuto dei lavoratori, nella parte in cui non prevede che le rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva anche nell’ambito delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Ecco, comparativamente. Non significativamente, ma “comparativamente più rappresentative sul piano nazionale”. Certo, slegate dai numeri queste parole possono far saltare tappi di champagne. Ma esattamente come per il pubblico impiego, che ha rigide norme sulla rappresentanza sindacale, i numeri hanno il loro perché. Comparativamente significa che devi avere un numero superiore di iscritti rispetto ad un’altra o altre organizzazioni sindacali che rappresentano lo stesso settore. Fnsi, ad esempio, è il sindacato comparativamente più rappresentativo dei giornalisti italiani, Usigrai (sindacato di base in Rai) lo è e lo resta in Rai.

Una sentenza che fa chiarezza e che si aggiunge alle norme che sanciscono attraverso lo Statuto dei lavoratori sia le rappresentanze sindacali, sia le loro tutele. Norme che partono dalla firma dei contratti collettivi cui oggi si aggiunge il fattore numerico oggettivo.

Resta molta strada da fare per dare alla rappresentanza sindacale forza e valore. E per far questo bisogna dare piena attuazione anche all’articolo 39 della Costituzione per troppo tempo passato in secondo piano. La democrazia, anche in campo sindacale, passa sempre dai numeri.

Sulla questione si è espresso anche l’Usigrai con una nota diffusa venerdì 31 ottobre 2025: «Il coro dei presunti vincitori intorno ad una sentenza della Corte Costituzionale che conferma alcuni principi  di rappresentanza sindacale è quantomeno sospetto. Per i giornalisti non cambia nulla rispetto al passato. Il sindacato comparativamente più rappresentativo della categoria oggi è uno. Se domani altri sindacati diventeranno 'comparativamente' rappresentativi, anche nella nostra categoria avremo più rappresentanze».

L’organismo sindacale di base conclude: «FdI e altri parlano di una nuova stagione almeno da un paio di anni.  Ma insieme ai bei proclami sul pluralismo e la libertà con i quali in Rai ora si 'rompe con il passato', ci possono anche dire con la sentenza cosa cambia per Unirai? Perché a noi pare che non cambi proprio nulla». (anc)

@fnsisocial

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