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Parlamento 10 Feb 2010

Una interrogazione dei deputati Gentiloni, Laratta e Giulietti al Ministro Maroni, sulle intimidazioni a giornalisti: “In Calabria atti gravi”

''Il Ministro dell'Interno è a conoscenza di quanto accade in Calabria ai danni degli operatori della comunicazione?''. E' quanto chiedono, in un'interrogazione, i deputati Paolo Gentiloni e Franco Laratta, del PD, e Giuseppe Giulietti, del Gruppo Misto.

''Il Ministro dell'Interno è a conoscenza di quanto accade in Calabria ai danni degli operatori della comunicazione?''. E' quanto chiedono, in un'interrogazione, i deputati Paolo Gentiloni e Franco Laratta, del PD, e Giuseppe Giulietti, del Gruppo Misto.

''Sono ormai decine - proseguono Gentiloni, Laratta e Giulietti - i giornalisti italiani nel mirino della mafia. Una situazione particolarmente grave si registra in Calabria con minacce e intimidazioni ai cronisti del Quotidiano della Calabria, Calabria Ora e di Gazzetta del Sud. Proprio in questi ultimi giorni sono stati segnalati due nuovi atti intimidatori ad altrettanti giornalisti calabresi''.

''Antonino Monteleone, a cui è stata incendiata l'auto - sostengono i parlamentari - è un giovane cronista coraggioso e determinato del reggino. A lui si devono inchieste e denunce che hanno fatto luce sulle attività malavitose di clan mafiosi calabresi. Sempre nei giorni scorsi, in una lettera inviata alla sede centrale del Quotidiano della Calabria, vengono riportate minacce di morte dirette a Michele Albanese, responsabile

dell'ufficio di corrispondenza di Polistena. Albanese è un cronista attento e puntuale, capace di raccontare con precisione quanto accade in una zona ad alto rischio della Calabria: la Piana di Gioia Tauro''.

''Si chiede quindi al ministro Maroni - concludono Gentiloni, Laratta e Giulietti - se sia a conoscenza dei recentissimi atti intimidatori contro i cronisti Albanese e Monteleone e cosa intende fare, per quanto di sua competenza, a tutela dei suddetti giornalisti per individuare i responsabili di questi avvertimenti mafiosi che puntano a fermare la libertà di informazione al Sud''. (ANSA)

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