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Gruppi di Specializzazione 17 Mar 2012

Ungheria: rischi seri per l’informazione A denunciarlo i colleghi cacciati dalla tv

''In Ungheria non c'è dittatura, è una democrazia: ma i rischi per la libertà di informazione sono sempre in agguato'': Bala'zs Nagy-Navarro e Aranka Sza'vuly, i due giornalisti ungheresi licenziati dalla tv pubblica per aver contestato, anche attraverso 22 giorni di sciopero della fame, la decisione di ''oscurare'' in video un giudice costituzionale ''sgradito al governo'', mettono così in guardia dai pericoli che si possono correre nello stesso cuore dell'Europa.

''In Ungheria non c'è dittatura, è una democrazia: ma i rischi per la libertà di informazione sono sempre in agguato'': Bala'zs Nagy-Navarro e Aranka Sza'vuly, i due giornalisti ungheresi licenziati dalla tv pubblica per aver contestato, anche attraverso 22 giorni di sciopero della fame, la decisione di ''oscurare'' in video un giudice costituzionale ''sgradito al governo'', mettono così in guardia dai pericoli che si possono correre nello stesso cuore dell'Europa.

La vicenda dei due giornalisti, ai quali oggi è stato assegnato il riconoscimento internazionale nell'ambito del ''Premio Cronista - Piero Passetti 2012'' organizzato dall'Unione nazionale cronisti italiani, è stata anche al centro dell'attenzione degli organismi comunitari. A raccontarla sono stati gli stessi due cronisti in un incontro con il presidente dell'Unci Guido Columba e quello della Fnsi, Roberto Natale il quale ha chiesto al governo italiano ''che il grado di libertà di informazione sia uno dei parametri su cui basare i rapporti con gli altri stati''.
Quando venne cancellata, o meglio ''sfumata'', hanno detto, la faccia del giudice della corte costituzionale sgradito, ''ci fu spiegato che era una errore tecnico. In realtà c'era una precisa indicazione di non far comparire in video quella faccia come persona non grata nella televisione pubblica''. ''In realtà ci sono liste non scritte di persone non gradite alla tv, tra queste ci sono spesso persone non gradite al governo attuale. Per aver detto questo noi abbiamo subito pesanti sanzioni, ma le persone responsabili di tutto ciò sono ancora al loro posto''. I due giornalisti non sono pentiti: ''È importante battersi per libertà di espressione anche se sei licenziato, anche se abbiamo avuto più solidarietà tra la società civile che tra molti nostri colleghi che hanno paura di perdere il lavoro''. (VIAREGGIO (LUCCA), 17 MARZO - ANSA) DOPO CELENTANO PREMI STAMPA CATTOLICA PREMIO INTERNAZIONALE A GIORNALISTI UNGHERESI PER LIBERTÀ STAMPA
La lotta alla mafia, la difesa delle testate cattoliche e la denuncia della situazione di grave crisi che colpisce molte testate giornalistiche: questi i temi che hanno attraversato la cerimonia di consegna dei riconoscimenti del ''Premio Cronista - Piero Passetti 2012'' svoltasi a Viareggio. Riconoscimenti sono andati a Antonio Sanfrancesco, di Famigliacristiana.it, e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire: così l'Unione nazionale cronisti che organizza il premio ha voluto ''rispondere'' agli attacchi alle testate cattoliche da parte di Adriano Celentano nel corso del festival di Sanremo.
''Siamo un giornale con una chiara ispirazione cattolica, ma siamo giornalisti e ci occupiamo delle donne e degli uomini'', ha detto Tarquinio ricordando le inchieste dell'Avvenire sui respingimenti dei migranti alla frontiera italiana.
Il Premio internazionale è stato assegnato a Bala'zs Nagy-Navarro e Aranka Sza'vuly, giornalisti licenziati dalla televisione pubblica ungherese per essersi opposti alle censure, e fondatori del movimento per la correttezza dell'informazione.
Il vincitore della sezione carta stampata è Salvo Palazzolo di Repubblica per le inchieste basate sul ritrovamento di parte dell'archivio di Peppino Impastato (''È l'ora di aprire tutti gli archivi'' ha detto Palazzolo). I riconoscimenti speciali sono andati alla redazione dell'Agenzia Ansa di Genova, a Federica Angeli e Marco Mensurati (Repubblica), Rossana Campisi (Marie Claire), Antonio Crispino (Corrieretv), Margherita De Bac (Lemalattierare.info), Marco Giovannelli (Il Messaggero.it), Alessio Lasta (Raidue), Jari Pilati (Tgr Lombardia), Gisella Roncoroni e Paolo Moretti (Provincia di Como).
Riconoscimento speciale anche alla redazione di City, il quotidiano freepress del Gruppo Rcs che è stato chiuso il 24 febbraio e alle redazioni di NoiTv e del Corriere di Lucca e Versilia, che lo hanno simbolicamente condiviso con tutti i colleghi di testate travolte dalla crisi dell'editoria.
Il premio Vita di cronista è stato assegnato a Piero Pizzillo (il Giornale nuovo) che ha ''speso tutta la sua vita professionale a seguire la cronaca nera e giudiziaria di Genova e ad insegnare il mestiere ai giovani cronisti''. (VIAREGGIO (LUCCA), 17 MARZO - ANSA)

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