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Fnsi 24 Mag 2005

Vertenze contratti. Sette giorni di sciopero dei giornalisti italiani. Il primo a giugno. Documento Consiglio Nazionale. Serventi:

“Le Commissioni Contrattuali della Fnsi per le trattative con la Federazione Italiana Editori Giornali, con l’Associazione delle Emittenti Locali Aeranti-Corallo e con l’Aran, hanno dato mandato alla Giunta ed alla Segreteria del Sindacato dei Giornalisti di proclamare 7 giornate di sciopero dei giornalisti di tutti i settori produttivi, la prima delle quali da attuare nella prima metà del mese di giugno. Lo sciopero è stato deciso per protesta contro la posizione delle imprese, che mirano alla demolizione dei contratti giornalistici, e dell’agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego in relazione all’andamento dei negoziati.

“Le Commissioni Contrattuali della Fnsi per le trattative con la Federazione Italiana Editori Giornali, con l’Associazione delle Emittenti Locali Aeranti-Corallo e con l’Aran, hanno dato mandato alla Giunta ed alla Segreteria del Sindacato dei Giornalisti di proclamare 7 giornate di sciopero dei giornalisti di tutti i settori produttivi, la prima delle quali da attuare nella prima metà del mese di giugno. Lo sciopero è stato deciso per protesta contro la posizione delle imprese, che mirano alla demolizione dei contratti giornalistici, e dell’agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego in relazione all’andamento dei negoziati.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Le Commissioni Contrattuali della Fnsi per le trattative con la Federazione Italiana Editori Giornali, con l’Associazione delle Emittenti Locali Aeranti-Corallo e con l’Aran, hanno dato mandato alla Giunta ed alla Segreteria del Sindacato dei Giornalisti di proclamare 7 giornate di sciopero dei giornalisti di tutti i settori produttivi, la prima delle quali da attuare nella prima metà del mese di giugno. Lo sciopero è stato deciso per protesta contro la posizione delle imprese, che mirano alla demolizione dei contratti giornalistici, e dell’agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego in relazione all’andamento dei negoziati. Le Commissioni Contrattuali della Fnsi hanno ritenuto inaccettabile la posizione delle imprese che cercano di imporre un modello produttivo che, ben lungi dallo sviluppare la qualità dell’informazione e quindi riconoscere il ruolo professionale dei giornalisti, intende concentrarsi sugli aspetti più direttamente legati al marketing, alla pubblicità e al taglio del costo del lavoro. La Fieg, nell’incontro plenario svoltosi ieri, ha respinto in blocco le proposte di modifica della Fnsi. Gli editori giustificano il loro atteggiamento con una analisi della situazione del settore condizionata dallo squilibrio pubblicitario e dalle distorsioni legislative. Al di là dei dati forniti, per la maggior parte inesatti e contraddittori, la Fieg non tiene conto dell’esigenza di privilegiare i contenuti investendo più che sulla veste grafica e sui prodotti collaterali, sull’informazione. La Fnsi ha presentato proposte tendenti a valorizzare la qualificazione professionale, a migliorare le condizioni di lavoro, a limitare l’attuazione delle forme di flessibilità previste dalla legge 30 sul mercato del lavoro, a regolare il lavoro autonomo affermandone il ruolo e la dignità. La Fnsi ha chiesto misure più vincolanti riguardanti i diritti di informazione dei comitati di redazione, il ruolo di garanzia dell’autonomia professionale che devono svolgere i direttori responsabili, norme più rigorose di separazione tra l’informazione e la pubblicità, una migliore precisazione degli aspetti riguardanti il praticantato e l’accesso alla professione. La Commissione Contratto ha su queste ed altre tematiche approvato oggi l’articolato di piattaforma contrattuale che viene trasmesso alla Fieg e a tutte le strutture del Sindacato. Gli editori della Fieg hanno da parte loro presentato alla Fnsi una vera e propria contropiattaforma che, se accolta anche in parte, annullerebbe il sistema di regole previsto dalla contrattazione dei giornalisti. Ed è pertanto irricevibile. Tra l’altro, gli editori hanno chiesto l’allargamento degli elementi relativi alla flessibilità a cominciare dalle collaborazioni autonome e dai contratti a termine, e l’attuazione integrale della legge 30 di riforma del mercato del lavoro. La Fieg ha respinto ogni richiesta di tutela del lavoro autonomo giornalistico affermando di non essere abilitata a trattare questo argomento che pure era stato oggetto di passi avanti nella rinnovazione precedente. Gli editori hanno chiesto la revisione del sistema degli scatti di anzianità con un meccanismo di congelamento e di riduzione del numero degli scatti nella vita lavorativa del giornalista, senza tenere conto che nella stragrande maggioranza dei casi la progressione economica viene garantita solo dagli automatismi. La Fieg ha chiesto inoltre di azzerare conquiste contrattuali ottenute in anni di lotte sindacali con l’obiettivo di mortificare il ruolo dei giornalisti e delle loro organizzazioni rappresentative (settimana corta, riposi, ferie, trasferimenti, permessi sindacali, malattia, disciplina, ecc.). Gli editori hanno persino proposto di cancellare la maggiorazione del 18% per i giornalisti delle agenzie di stampa. Una analoga posizione di intransigente chiusura è stata assunta dall’Associazione delle emittenti locali Aeranti-Corallo che, nelle trattative per il primo rinnovo contrattuale delle centinaia di giornalisti del settore, ha respinto nella sostanza la piattaforma presentata dalla Fnsi e tendente ad aumentare i livelli di tutela e le retribuzioni. Aeranti-Corallo ha assunto una posizione di difesa delle norme definite nel primo contratto sottovalutando il contributo alla crescita dell’informazione nel settore portato dai giornalisti. L’agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego Aran ha bloccato l’avvio del negoziato per il primo contratto di lavoro per i giornalisti degli uffici stampa con la speciosa motivazione che la Fnsi non è rappresentativa dei lavoratori del settore pubblico. La Fnsi rivendica invece l’attuazione della legge 150/2000 che prevede una specifica area di contrattazione nel settore, in dissenso con la posizione negativa assunta da organizzazioni sindacali confederali e autonome. Per tutti questi motivi le commissioni Contrattuali della Fnsi hanno deciso una grande manifestazione di protesta sindacale da preparare in una serie di riunioni di settore, assemblee regionali e aziendali, con il contributo delle Associazioni Regionali di stampa, dei sindacati di base, dei gruppi di specializzazione e degli Enti della categoria dei giornalisti. La Giunta della Fnsi preciserà nella riunione fissata per il 1 giugno la data e le modalità della prima giornata di sciopero generale dei giornalisti. Frattanto, la Segreteria ha invitato tutte le strutture del Sindacato a bloccare la realizzazione di nuove iniziative editoriali, delle riorganizzazioni aziendali e delle ristrutturazioni tecnologiche a livello di gruppo o di azienda. Ciò anche in relazione al grave stato delle relazioni sindacali in numerose imprese dell’informazione italiana che hanno costretto comitati e fiduciari di redazione alla protesta e allo sciopero. I documenti rivendicativi della Fnsi e le posizioni degli editori della Fieg sono consultabili sul sito della Fnsi a questo link http://www.fnsi.it/RinnovoContratti_Sommario.htm”. Montecatini Terme, 25 maggio 2005 Il Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana riunito a Montecatini Terme (Pistoia) il 25 maggio 2005, condividendo la proposta avanzata dalle Commissioni Contrattuali dà mandato alla Giunta, di proclamare 7 giorni di sciopero generale dei giornalisti, il primo dei quali da attuare nella prima metà del mese di giugno. Il Consiglio Nazionale dichiara inaccettabili ed irricevibili le posizioni della Fieg e delle Associazioni dell’emittenza locale Aeranti-Corallo ostili a rinnovi contrattuali che puntino a valorizzare l’autonomia e il pluralismo dell’informazione, a sviluppare una migliore qualità dei media, a valorizzare il ruolo e le condizioni di vita e di lavoro dei giornalisti. Così come occorre rivendicare il diritto alla contrattazione dei giornalisti, anche nel settore degli uffici stampa. Inoltre il Consiglio Nazionale invita la Giunta, le Associazioni Regionali di Stampa e tutti i Comitati di Redazione a far rispettare rigorosamente il contratto in materia di relazioni sindacali, (incontri periodici, consultazioni preventive sui programmi, pubblicazione dei comunicati sindacali). Il Consiglio Nazionale invita la Giunta a proclamare lo stato di agitazione ed a bloccare ogni nuova iniziativa editoriale, di riorganizzazione e di ristrutturazione delle aziende. Il Consiglio Nazionale sollecita infine la Giunta ad informare l’opinione pubblica e l’intera categoria dell’alta posta in gioco nei contratti, e cioè la difesa del diritto dei cittadini ad essere informati e lo sviluppo di un giornalismo realmente indipendente. Approvato all’unanimità "Comprendiamo la responsabilità che abbiamo di non far mancare l'informazione in una fase così delicata nella vita del Paese: purtroppo non possiamo farne a meno". Lo ha detto Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi, parlando del prossimo sciopero nazionale dei giornalisti, ai primi di Giugno. Serventi Longhi, che ha parlato con i giornalisti a margine di un convegno dedicato alla figura di Giovanni Amendola a Montecatini, ha spiegato che "l'inizio di trattativa avuto con tutte le organizzazioni delle imprese, a cominciare dalla Fieg, è stato veramente desolante". Per il segretario della Fnsi "c'è una povertà di proposte e di idee per quanto riguarda lo sviluppo e il futuro della comunicazione in Italia, una posizione assai fragile per quanto riguarda gli assetti del settore e gli squilibri che vive, un tentativo di far pagare ai giornalisti lavoratori il prezzo di scelte imprenditoriali sbagliate". Tutti elementi che portano Serventi Longhi a sostenere che "gli editori investono solo sull'immagine, sulla forma, sul marketing, sulla pubblicità, sul full color, su elementi riguardanti la veste grafica dei giornali, e anche sugli aspetti di intrattenimento per quanto riguarda le televisioni e le radio, a cominciare dalla Rai, e non investono sulla qualità del prodotto giornalistico, sull'informazione". Secondo Serventi Longhi proprio questo è il nodo fondamentale: "gli editori non solo non vogliono investire, ma vogliono disinvestire. E disinvestire dal giornalismo significa riduzione dell'occupazione giornalistica, riduzione dell'autonomia e dell'indipendenza, crescita esponenziale senza controllo delle più diverse forme del precariato giornalistico, già larghissimamente diffuse". Un precariato che, per Serventi Longhi, è "un mondo sotto ricatto continuo, assolutamente penalizzante per quanto riguarda la libertà e la qualità dell'informazione". (Apcom)

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