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Rai 02 Lug 2013

Accordo con Viale Mazzini, forte rilancio del servizio pubblico

Il coraggio di fare accordi per riformare la Rai. L’Usigrai si conferma come sindacato pronto e capace di siglare intese responsabili, con l’obiettivo di rilanciare il Servizio pubblico. In questa prospettiva l'Usigrai ha sottoscritto - con la collaborazione e il sostegno decisivi di tutti gli istituti di categoria coinvolti: Fnsi, Inpgi, Casagit - due accordi che, nell'ottica di un'incisiva azione di sviluppo e di rilancio della Rai e del suo ruolo di Servizio pubblico, prevedono:

Il coraggio di fare accordi per riformare la Rai. L’Usigrai si conferma come sindacato pronto e capace di siglare intese responsabili, con l’obiettivo di rilanciare il Servizio pubblico. In questa prospettiva l'Usigrai ha sottoscritto - con la collaborazione e il sostegno decisivi di tutti gli istituti di categoria coinvolti: Fnsi, Inpgi, Casagit - due accordi che, nell'ottica di un'incisiva azione di sviluppo e di rilancio della Rai e del suo ruolo di Servizio pubblico, prevedono:

l'uscita anticipata di una quota di colleghi che, seppur dolorosa, avviene con un impatto sociale minimo in termini di età, requisiti pensionistici e parità di genere; sul fronte degli ingressi, in Rai tornano le selezioni pubbliche: merito e trasparenza devono essere il tratto distintivo del Servizio pubblico; un forte anticipo della stabilizzazione dei giornalisti a tempo determinato: d'ora in poi il precariato in Rai durerà non più di tre anni e mezzo;  la prima tappa di un percorso per i giornalisti atipici e per i colleghi -  giornalisti professionisti - con contratto non giornalistico che lavorano anche nelle reti.
Oggi, con l'approvazione unanime degli accordi da parte dell’Assemblea dei Comitati di Redazione e dei fiduciari della Rai, l'Usigrai diventa più forte sul percorso verso il rinnovo della Concessione di Servizio
Pubblico nel 2016.

RAI: 40 I GIORNALISTI PREPENSIONATI; 75 I NUOVI INGRESSI A BREVE

Saranno 40 i giornalisti Rai che lasceranno l'azienda in regime di prepensionamento avendo comunque raggiunto i requisiti pensionistici minimi, in seguito all'accordo tra la stessa Rai e l'Usigrai. Si dice prepensionamento anche se in realtà quella attivata è la legge 223 sui licenziamenti, la legge sullo stato di crisi, perché per il servizio pubblico non è previsto nell'ambito dell'editoria il ricorso alla legge 416 come per il settore privato quando coinvolto in stati di crisi e conseguenti ristrutturazioni. Per contro, saranno 75 i nuovi ingressi in ambito giornalistico.
Una quarantina, a quanto pare, arriveranno dalla Scuola di giornalismo Rai di Perugia e il resto sulla base di un concorso interno riservato a figure giornalistiche che però al momento hanno contratti atipici.
Inoltre ci saranno una novantina di novazioni contrattuali attraverso concorso esterno. In più, a breve-medio termine, si andrà ad un anticipo di immissione dei precari procedendo verso l'esaurimento del bacino dei giornalisti precari Rai, mettendo così la parola fine - sperano in casa sindacale – a questa pratica che negli anni ha generato un numero significativo di giornalisti più o meno ai margini. L'accordo viene definito "importante" dall'azienda di viale Mazzini e rientra "nell'ottica - riferisce un comunicato, dove però non si parla di numeri - del contenimento dei costi ma anche di una incisiva azione di sviluppo e di rilancio dell'azienda e del suo ruolo di Servizio Pubblico". Nei giorni scorsi era stato lo stesso direttore generale Luigi Gubitosi ad annunciare queste novità in un'intervista - non consueta nel recente passato della direzione generale Rai - al Corriere della Sera, dove appunto si parlava di assunzioni in arrivo oltre che di giornalisti in uscita.
Nella stessa intervista Gubitosi sottolineava che a fine giugno erano circa 430 i lavoratori Rai che lasciavano l'azienda per raggiunti limiti d'eta' o comunque per aver maturato il diritto alla pensione. E tra questi si sa che c'erano un centinaio di giornalisti, cui ora si aggiungono i quaranta frutto dell'accordo con l'Usigrai attraverso il ricorso alla legge 223. E sempre a proposito dell'intervista, il dg annunciava che entro fine anno saranno complessivamentecirca 600 quelli che - tra giornalisti e non - avranno lasciato l'azienda di viale Mazzini. Con un risparmio in costi pari a 60-70 milioni di euro nell'arco di tempo definito dal piano aziendale in fatto di sistemazione dei conti che prevede il raggiungimento nel 2014 del pareggio a livello di risultato netto. Nell'intervista il dg auspicava infine l'intesa con i sindacati per procedere all'assunzione, attraverso concorso, di 200 giovani - in più ambiti Rai - con contratti di apprendistato. (ROMA, 2 LUGLIO - AGI)

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