«Il Consiglio direttivo dell'Associazione Stampa Toscana, d'intesa con la Federazione nazionale della Stampa, ha deciso, all'unanimità, di affidare al proprio consulente, avvocato Pierluigi D'Antonio, la tutela legale dei colleghi de "Il Tirreno" che reclamano dall'azienda il rispetto degli accordi di secondo livello (compreso l'aggiornamento professionale) le mancate sostituzioni per maternità, i carichi di lavoro insopportabili, ben oltre i limiti imposti dal contratto, in presenza di una pesante cassa integrazione». Lo annuncia il sindacato regionale in una nota diffusa giovedì 22 maggio 2025.
L’Assostampa prosegue: «In seguito alle denunce contenute in un documento approvato all'unanimità dall'assemblea (44 voti su 44 giornalisti presenti) e alla richiesta d'intervento del legale del sindacato, Ast ha chiesto un incontro immediato all'Azienda per cercare di trovare soluzioni ai problemi sollevati dal corpo redazionale, o almeno d'intavolare una trattativa per aprire uno spiraglio sindacale, magari attraverso un abbassamento della percentuale di cassa integrazione, per rendere meno pesanti i carichi di lavoro. L'incontro, al quale hanno partecipato anche alcuni componenti del Cdr (in presenza e da remoto), ha dovuto registrare l'atteggiamento di un'azienda capace addirittura di voler imporre l'innalzamento del livello di cassa integrazione e di negare il rispetto degli accordi firmati. La motivazione dei manager? "Non ci sono soldi"».
Il sindacato regionale sottolinea: «A parte il fatto che da quando il gruppo Sae ha preso la guida de "Il Tirreno" e degli altri giornali, casse integrazioni e prepensionamenti si sono susseguiti senza soluzione di continuità garantendo alla proprietà una quantità enorme di risparmio sui costi di gestione, una compagine societaria ha il dovere, giuridico oltre che morale e soprattutto materiale, di rispettare gli accordi stipulati con i lavoratori. Ma stridono, le dichiarazioni dei manager, anche alla luce delle ultime acquisizioni di Sae, ossia i giornali "Paese Sera" e la “Provincia Pavese.” La dimostrazione plastica che la mancanza di risorse sembra proprio la scusa banale per non rispettare gli impegni».
L’Ast prosegue nel racconto: «Non basta. Durante l'incontro, nel tentativo di giustificare un comportamento sindacalmente da rifiutare, i manager si sono espressi in considerazioni inaccettabili sui giornalisti, come paragonare la maternità di una collega alla gestazione di un elefante e far sapere che sono informati in ogni momento di ciò che accade e viene detto in redazione (telecamere, microspie, qualcuno che riferisce?), tanto che Ast e il Cdr hanno intimato di cambiare toni altrimenti avrebbero immediatamente abbandonato il tavolo. Ciò premesso, l'affidamento della tutela legale dei colleghi all'avvocato, con ciò che comporta, non era rinviabile. Tuttavia, Ast si augura che la proprietà de "Il Tirreno" si renda conto della situazione. La strada della trattativa sindacale – concludono i rappresentanti sindacali - non è mai preclusa, ma certo richiede che da parte datoriale vi siano comportamenti e protagonisti all'altezza del compito».
Cpo Fnsi, Odg, Usigrai e Giulia Giornaliste: «Sostegno alla collega la cui maternità è stata paragonata alla gestazione di un elefante»
Le Commissioni Pari Opportunità Fnsi, Odg, Usigrai con Giulia Giornaliste hanno diffuso una nota sulla questione, sottolineando che «durante l'incontro, i manager hanno paragonato la maternità di una giornalista alla gestazione di un elefante. Sono parole fuori luogo e fuori epoca, che indignano e offendono. Alla collega interessata il particolare sostegno delle nostre Cpo e di Giulia».