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Giudiziaria 23 Giu 2006

D'Alema: "Occorre agire contro le violazioni volgari della privacy" Serventi Longhi: "Non servono nuove leggi per i giornalisti che hanno già regole certe sulla cui applicazione deve vigilare l'Ordine" Siddi: “Codice Etico c’è, r

Sì alle ''intercettazioni telefoniche sotto il controllo della magistratura'', ma basta con ''violazioni volgari'' della privacy. E' questo il pensiero del vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema. "Sono completamente d’accordo - ha detto il Segretario Generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi - sulla proposta, avanzata dal vice premier e Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, per un codice morale ed etico che riguardi politici, amministratori pubblici, portaborse e assistenti di leader di partito. I giornalisti, un codice di comportamento etico, ce l’hanno, e va fatto rispettare".

Sì alle ''intercettazioni telefoniche sotto il controllo della magistratura'', ma basta con ''violazioni volgari'' della privacy. E' questo il pensiero del vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema. "Sono completamente d’accordo - ha detto il Segretario Generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi - sulla proposta, avanzata dal vice premier e Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, per un codice morale ed etico che riguardi politici, amministratori pubblici, portaborse e assistenti di leader di partito. I giornalisti, un codice di comportamento etico, ce l’hanno, e va fatto rispettare".

Sì alle ''intercettazioni telefoniche sotto il controllo della magistratura'', ma basta con ''violazioni volgari'' della privacy. E' questo il pensiero del vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema in merito all'ultimo scandalo giudiziario che coinvolge il principe Vittorio Emanuele di Savoia ed il mondo politico e televisivo, nel corso di un'intervista ad Omnibus su La 7. ''Credo - ha detto D'Alema - che l'intercettazione telefonica sotto il controllo della magistratura sia ineliminabile allo scopo di accertare la verità, ma la pubblicazione di questi materiali che coinvolge anche persone che nulla hanno a che vedere con le indagini in corso e che viola in modo così volgare la privacy delle persone è, a mio giudizio, qualcosa contro cui si deve agire''. Per D'Alema ''non è tollerabile'' che in un paese civile come l'Italia si siano diffuse ''pratiche di delazione del segreto istruttorio e di violazione sulla privacy delle persone''. ''E' una forma di 'voyeurismo' che secondo me non è accettabile'', ha osservato il vicepremier. Sempre ragionando in merito all'ultimo caso di intercettazioni telefoniche alla ribalta sulle cronache nazionali, D'Alema ha osservato che ''le ipotesi di reato che emergono da queste indagini sono particolarmente disgustose''. ''Ne viene fuori - ha detto D'Alema - l'immagine di una classe dirigente sinceramente allarmante per un grande paese come l'Italia''. All'intervistatrice che gli chiedeva di commentare l'ultima dichiarazione dell'esponente della Lega, Roberto Calderoli, secondo cui è meglio andare a letto con le starlette che rapinare le banche, D'Alema ha risposto: ''Leggendo certe dichiarazioni penso, meno male che l'Italia non è più nelle loro mani. E' l'unica considerazione che mi viene in mente''. (ANSA) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Sono completamente d’accordo sulla proposta, avanzata dal vice premier e Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, per un codice morale ed etico che riguardi politici, amministratori pubblici, portaborse e assistenti di leader di partito, ed ovviamente anche per coloro che hanno la responsabilità di gestire e di guidare i media. I giornalisti, un codice di comportamento etico, ce l’hanno, e va fatto rispettare. Anch’io ritengo disgustose le ipotesi di reato che emergono dalle indagini e dalle intercettazioni, specie se di esponenti politici, pubblicate da numerosi quotidiani, verificate e veritiere. Un costume nell’uso del potere che ritengo debba essere combattuto da tutte le persone oneste. Per questo, non servono nuove leggi, non è necessario che esponenti di Governo o politici (non certo l’onorevole D’Alema, che giustamente se ne è astenuto) propongano decreti o disegni di legge con sanzioni penali pesanti per i giornalisti. Certo, occorre grande senso di responsabilità dell’informazione, bisogna rispettare le leggi che ci sono, è indispensabile che gli ordini regionali e il Consiglio Nazionale applichino il codice di autodisciplina sulla privacy garantendo allo stesso modo la riservatezza delle persone e il diritto dei cittadini a conoscere i fatti addebitati ai personaggi pubblici. Ne discuteremo nei prossimi giorni con i colleghi dell’Ordine, con il ministro della giustizia Mastella, con il Garante della privacy, e se, lo vorrà, quando lo vorrà, anche con l’on. Massimo D’Alema”. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “I giornalisti dispongono di un buon Codice etico. E’ quello deontologico relativo al trattamento dei dati personali relativo al trattamento dei dati personali dell’esercizio dell’attività giornalistica ed è oggi di piena attualità. Non servono quindi leggi liberticide, come qualcuno vorrebbe dopo lo scandalo impropriamente detto delle intercettazioni. (Lo scandalo è in tanti comportamenti pubblici discutibili e, a quanto pare, alcuni penalmente rilevanti). E’ necessario un esercizio dell’attività professionale rigoroso e rispettoso, appunto, dei codici. E’ importante che il Ministro degli Esteri e Vice Presidente del Consiglio Massimo D’Alema non abbia parlato di nuove leggi per ridurre il diritto di cronaca e l’area di attività e di libertà dei giornalisti ma di codice etico. Su questa strada è necessario lavorare nel rispetto dell’autonomia della professione giornalistica e del diritto dei cittadini a conoscere i fatti pubblicamente rilevanti senza che sia lesa la dignità delle persone, perché i codici esistenti siano carte impegnative per tutti i protagonisti che vengono in contatto con il sistema informazione. La politica non può fermarsi. Deve guardare a fondo le cose, deve prendere atto che gli scandali non li fabbricano i giornalisti. A fare scandalo sono le notizie alle quali i giornalisti hanno tolto il coperchio. Se eccessi qualche volta, possono esserci stati nella pubblicazione di fatti personali ristretti, occorre far rispettare le regole. Il codice c’è. Bisogna riformare il sistema ordinistico per prevedere possibilità di intervento deontologico immediato in capo agli organi di autogoverno di una categoria le cui garanzie risiedono nell’indipendenza e nell’autonomia. La categoria è pronta a questa riforma. E’ qui che la politica qui deve dare prova di volontà riformatrice”.

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