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Diffamazione 06 Nov 2012

Direttori di testate in campo per dire no alla legge bavaglio Siddi: norma inaccettabile e vendicativa contro i giornalisti

TESTO DELL'APPELLO E LE ADESIONI“Continua, di ora in ora, l’adesione all’appello lanciato ieri dalla Fnsi durante la giornata internazionale ‘Stand up for journalism’, promossa dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj), da parte di direttori di testate.Si può continuare ad aderire mandando una email al sito della Fnsi: sito@fnsi.it.

TESTO DELL'APPELLO E LE ADESIONI
“Continua, di ora in ora, l’adesione all’appello lanciato ieri dalla Fnsi durante la giornata internazionale ‘Stand up for journalism’, promossa dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj), da parte di direttori di testate.
Si può continuare ad aderire mandando una email al sito della Fnsi: sito@fnsi.it.

Ecco le prime adesioni all’appello che verrà reso pubblico nelle edizioni di domani dei quotidiani e che riportiamo di seguito subito dopo le firme.
Gianfranco Astori (Asca), Bianca Berlinguer (Rai Tg3), Claudio Brachino (Videonews), Umberto Brindani (Oggi), Mario Calabresi (La Stampa), Ugo Cennamo (Il Giorno), Luigi Contu (Ansa), Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Paolo De Paola (Il Corriere dello Sport), Pierangela Fiorani (La Provincia Pavese), Giorgio Gandola (L’Eco di Bergamo), Mario Giordano (Tgcom24), Alberto Maccari (Rai Tg1), Pier Luigi Magnaschi (Italia Oggi), Marcello Masi (Rai Tg2), Ezio Mauro (La Repubblica), Corradino Mineo (RaiNews24), Andrea Monti (La Gazzetta dello Sport), Roberto Napoletano (Il Sole 24 ore), Mario Orfeo (Il Messaggero), Paolo Provenzi (La Prealpina), Norma Rangeri (Il Manifesto), Alessandro Sallusti (Il Giornale), Claudio Sardo (L'Unità), Mario Sechi (Il Tempo), Marco Tarquinio (L’Avvenire), Dusan Udovic (Primorski Dnevnik), Vittoriano Zanolli (La Provincia di Cremona).

LE ADESIONI DEI DIRETTORI PERVENUTE VIA EMAIL:

Antonio Bagnardi (Televideo Rai)
Antonio Padellaro (il Fatto Quotidiano)
Filippo Marfisi (Abruzzoquotidiano e Abruzzoquotidianosport)
Mimmo Porpiglia (La Gente d'Italia)
Franco Fregni (La Voce di Romagna)
Giampaolo Roidi (Metro)
fabio Folisi (Il quotidiano del Friuli Venezia Giulia)
Jurij Paljk (Novi glas)
Alessandro Rinaldini (Tv7 Triveneta Fvg)
Roberto pensa (La Vita Cattolica e Radio Spazio 103)
Gian Mario Gillio (Confronti)
Carlo Parisi (Giornalisti Calabria)
Luciano Tommaso Gerace (Italiani nel Mondo)

IL TESTO DELL’APPELLO:

I giornalisti italiani avvertono e denunciano i limiti e i rischi per il diritto all’informazione che potrebbero derivare dall’approvazione delle norme contenute nel disegno legge sulla diffamazione a mezzo stampa in discussione al Senato. Il combinato disposto di tale disegno con quello precedente in materia di intercettazioni renderebbe più difficile produrre informazione senza peraltro rendere più rapido ed efficiente il ristoro dell’onorabilità dei singoli lesa da una notizia diffamatoria. Il diritto alla tutela della dignità di tutti i cittadini è questione che interpella i giornalisti italiani e sulla quale i giornalisti – attraverso la Fnsi – hanno avanzato proposte e suggerito soluzioni, perfettibili, ma tese a tenere insieme interessi e diritti in apparente conflitto. E’ anche per questa ragione che i giornalisti ritengono di potere riaffermare che l’opposizione ai contenuti del disegno legge sulla diffamazione non trae origine dalla difesa di privilegi, ma, al contrario, recupera quelle stesse ragioni che tre anni fa mobilitarono l’opinione pubblica in difesa del diritto all’informazione che, specularmente, carica i giornalisti del dovere – incomprimibile – di informare, ricercare e offrire notizie. Per questa ragione, i giornalisti  non ritengono che il Paese abbia bisogno che alla stampa sia imposto il guinzaglio di misure figlie della fretta, ma anche del rancore. Misure che sottendono al tentativo di imporre una censura preventiva soprattutto su quegli organi di informazione  che, magari in territori di frontiera condizionati dalla criminalità organizzata, svolgono un ruolo essenziale di presidio della democrazia che si alimenta di conoscenza, consapevolezza, responsabilità. I giornalisti che non intendono certo sfuggire alle loro responsabilità e ai loro doveri, confidano che anche il Parlamento sappia evitare atti che porrebbero l’Italia ai margini dei paesi democratici maturi.  Continueremo a batterci, quindi, perché l’Italia non abbia a pagare anche i costi di uno spread di democrazia. Non verremo meno al dovere di onorare il patto che ogni giorno rinnoviamo con i lettori, indipendentemente da multe, arresti e sanzioni. Ma, qui e ora, avvertiamo l’urgenza di fermare il disegno legge sulla diffamazione – così come concepito - perché la democrazia e l’informazione in Italia non tollerano alcun bavaglio. E’ con questo spirito che i giornalisti italiani, i direttori delle principali testate hanno raccolto l’invito della Federazione Nazionale della Stampa Italiana a celebrare “Stand up for journalism”, la giornata europea del diritto all’informazione promossa dalla Federazione Europea dei giornalisti (Efj)”.

DIRETTORI DI TESTATE IN CAMPO PER DIRE NO ALLA LEGGE BAVAGLIO
SIDDI: NORMA INACCETTABILE E VENDICATIVA CONTRO I GIORNALISTI

Direttori di quotidiani, tg, agenzie di stampa fanno sentire la loro voce contro il disegno di legge sulla diffamazione. Nella sede della Federazione Nazionale della Stampa a Roma, in occasione della giornata internazionale 'Stand up for journalism'', una decina di responsabili di testate si sono alternati in un dibattito che ha coinvolto in collegamento video anche il Circolo della stampa di Milano, dove era tra gli ospiti Alessandro Sallusti. Il direttore del Giornale, dopo aver attaccato i giudici che lo hanno condannato al carcere per un articolo scritto da Renato Farina, è stato protagonista di un botta e risposta con il presidente del sindacato, Roberto Natale.
''Vi prego di tenere separata la mia questione professionale da quella legislativa - ha detto Sallusti -, perché non devono avere alibi per far passare una legge punitiva''. ''La guerra civile degli ultimi anni ci ha divisi - ha proseguito -. Nessun direttore ha avuto il coraggio di dire chi sono i responsabili: sono due magistrati. Lo hanno potuto fare perché hanno goduto di una zona franca rispetto ai cani da guardia dell'informazione''. L'intervento del direttore del Giornale è stato accolto da una contestazione a Roma di un paio di esponenti di Move On. Pronta anche la replica di Natale. ''Le tue parole sulle magistratura sono lontanissime dal sentire di molti di noi - ha detto -. Non ci ritroviamo neanche nell'idea di guerra civile. Piuttosto è stata pessima la scelta di far collaborare Farina, espulso dall'Ordine dei giornalisti''.
Presenti all'incontro, alla vigilia della ripresa della discussione sul ddl in commissione Giustizia al Senato, i direttori del Tg1 Alberto Maccari, del Tg2 Marcello Masi, di Rainews Corradino Mineo, di Videonews Claudio Brachino, de Il Sole 24 ore Roberto Napoletano, de L'Avvenire Marco Tarquinio, de Il Tempo Mario Sechi, de Il Giorno Ugo Cennamo, de La Gazzetta dello Sport Andrea Monti, de Il Corriere dello Sport Paolo De Paola, dell'Asca Gianfranco Astori, de la Provincia di Cremona Vittoriano Zanolli. Tutti hanno espresso contrarietà ad una legge che - hanno spiegato - appare punitiva nei confronti della categoria e mina la libertà di informazione in primo luogo per le multe elevate. Più di un direttore ha fatto presente la scarsa solidarietà dei cittadini nei confronti dei giornalisti e invitato i colleghi a sfruttare l'occasione per sottolineare la funzione pubblica dell'informazione. I rischi del provvedimento sono stati sottolineati anche dal direttore dell'ANSA, Luigi Contu, in una lettera inviata al sindacato.
''Questa legge si sta trasformando in un processo vendicativo per i giornalisti - ha sostenuto il segretario della Fnsi, Franco Siddi -. Anche se le multe sono passate da 100 mila euro a 50 mila euro, parliamo sempre di una decuplicazione rispetto alle sanzioni attuali''. Nel pubblico il senatore del Pd, Vincenzo Vita, secondo il quale ''è bene che la legge venga fermata in Commissione che il testo venga completamente riscritto. Si faccia invece una norma stralcio al Senato o alla Camera per l'abolizione del carcere''. (di Michele Cassano)  (ROMA, 5 NOVEMBRE - ANSA)

DDL SALLUSTI: DIRETTORI A MILANO, NO A MANOVRE INTIMIDATORIE

La politica faccia un passo indietro sul ddl sulla diffamazione, evitando di varare ''manovre intimidatorie'' o dettate ''dal desiderio di vendetta'' contro la categoria dei giornalisti. È il messaggio lanciato dai direttori di testate e dai rappresentanti delle associazioni di giornalisti che oggi si sono riuniti al Circolo della stampa di Milano per partecipare a un dibattito – in contemporanea con l'analoga iniziativa organizzata dalla Fnsi a Roma nell'ambito della manifestazione internazionale 'Stand up for journalist' - sulla riforma delle norme sulla diffamazione nata dopo il caso della condanna al carcere del direttore del Giornale Alessandro Sallusti. ''Resisto - ha spiegato Sallusti - perché quella contro di me è una vendetta per aver fatto campagne di stampa contro i magistrati, delle quali non mi sono mai pentito. Il problema è la separazione delle carriere e la riforma della giustizia - ha sottolineato - è da questi punti che bisognerebbe partire per una riforma seria''.
Hanno partecipato all'incontro, alla vigilia della ripresa della discussione sul ddl in commissione Giustizia al Senato, il direttore di Videonews Claudio Brachino, Ugo Cennamo del Giorno, Andrea Monti della Gazzetta dello sport e Vittoriano Zanolli della Provincia di Cremona, il presidente dell' Associazione lombarda giornalisti Giovanni Negri e il presidente dell'Unione cronisti lombardi Rosy Brandi. Al centro delle proteste in particolare le pene pecuniarie per la diffamazione stabilite dal ddl, che ''avranno effetti drammatici nelle piccole aziende editoriali, incidendo sia sulla qualità dell'informazione che sui livelli occupazionali''.
''I politici quando fanno le leggi non possono essere spinti da sentimenti di vendetta - ha spiegato Negri - va bene eliminare il carcere, ma l'aumento a dismisura della portata dei risarcimenti è una pistola puntata alla tempia dei giornalisti''. Mentre Rosy Brandi lancia una provocazione: ''Se non siamo in grado di fare una legge degna di questo nome teniamoci quella che c'è, che è molto meno punitiva''. (MILANO, 5 NOVEMBRE - ANSA)

IL MediaClub Germania,  l’Associazione che raggruppa giornalisti appartenenti a testate italiane e tedesche, esprime anche oggi,  in concomitanza con la giornata  “Stand up for Journalism”,  la propria solidarietà con i colleghi della Federazione  Nazionale della Stampa Italiana impegnati nel contrastare in Italia tentativi suscettibili di limitare la libertà di stampa.
I colleghi del MediaClub Germania si associano alla richiesta della FNSI e delle testate giornalistiche italiane che chiedono al Parlamento di cambiare rotta per quanto riguarda le normative  previste dal DDL sulla diffamazione.
Dal canto suo il MediaClub, nel quadro della sua visione bi-nazionale ed europea, darà  il suo contributo alle battaglie della FNSI organizzando in Germania incontri e confronti tra giornalisti italiani e  tedeschi sui temi legati alla libertà di stampa. 
La prima manifestazione sotto forma di dibattito pubblico  avrà luogo a Colonia il 28 novembre alle ore 19.00 e sarà seguita in diretta da RadioColonia, la trasmissione in lingua italiana dal  Funkhaus Europa, il programma internazionale del Westdeutscher Rundfunk.
Trasmissione ed evento si potranno seguire per live stream sul sito  www.funkhauseuropa.de.
Colonia, 05.11.2012

GIORNATA INTERNAZIONALE PER “IL GIORNALISMO BENE COMUNE” E IN ITALIA PER DIRE NO AL DDL BAVAGLIO SULLA DIFFAMAZIONE

“La Efj, European Federation Journalist, la Federazione Europea dei Giornalisti, alla quale la Fnsi aderisce, organizza, come tutti gli anni, per il prossimo lunedì 5 novembre la giornata ‘Stand up for journalism’, dedicata quest’anno al tema: ‘Il giornalismo è un bene pubblico: autonomia e pluralismo’. La manifestazione, che si svolge in contemporanea in tutti i Paesi d’Europa, intende richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle questioni che attengono il libero esercizio della professione giornalistica a garanzia di un bene fondamentale per la democrazia qual è quello della libertà di stampa.
Proprio per questi motivi la Fnsi ha pensato che fosse giusto inserire, in questa giornata internazionale, i temi della battaglia contro il ddl diffamazioni e tutti i tentativi per mettere di nuovo il bavaglio alla libera informazione. In queste settimane, infatti, stiamo assistendo al tentativo del legislatore italiano di introdurre normative fortemente penalizzanti per il libero esercizio della professione con il pretesto, a seguito della condanna in via definitiva del direttore Sallusti, di eliminare la pena detentiva per i reati di diffamazione a mezzo stampa. Si sta, infatti, tentando di inasprire le norme della legge sulla stampa sulle rettifiche e le pene previste dal codice penale, cui si aggiungono le sempre più gravose condanne per risarcimento danni da responsabilità civile. Questo è inaccettabile. A tale scopo la Fnsi ha deciso di tenere un incontro pubblico lunedì 5 novembre alle ore 10.30 nella sede della Federazione della Stampa (Corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma) a cui sono stati invitati tutti i direttori delle maggiori testate italiane per far sentire alta e forte la voce del giornalismo e chiedere al Parlamento di non proseguire su questa strada liberticida”.

Giornata internazionale per ricordare che “il giornalismo è un bene comune”
Stand up for journalism: lunedì 5 novembre per dire no al ddl diffamazione

“Per lunedì prossimo 5 novembre è confermato, in occasione della giornata internazionale ‘Stand up for journalism’, l’incontro in Fnsi alle 10.30 (e in video conferenza dal Circolo della Stampa di Milano), con direttori di testata sulla controversa riforma della legge sulla diffamazione.Hanno confermato la loro presenza, tra gli altri, i direttori del Tg1 Alberto Maccari, del Tg2 Marcello Masi, del Tg3 Bianca Berlinguer, di Rai news24 Corradino Mineo, del Giornale radio Rai  Antonio Preziosi, del Tg4/Studio Aperto  Giovanni Toti (in collegamento video da Milano), del Tg Com  24  Mario Giordano (in collegamento video da Milano), di Videonews Claudio Brachino (in collegamento video da Milano), de Il Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli (in collegamento video da Milano), de Il Sole 24 ore  Roberto Napoletano, de L’ Avvenire  Marco Tarquinio, de L’Unita’ Claudio Sardo, de Il Manifesto Norma Rangeri, de Il Tempo  Mario Sechi, de L’Eco di Bergamo Giorgio Gandola (in collegamento video da Milano), de Il Giorno Ugo Cennamo (in collegamento video da Milano), di Libero Maurizio Belpietro (in collegamento video da Milano), de La Gazzetta dello Sport Andrea Monti (in collegamento video da Milano), de Il Giornale Alessandro Sallusti (in collegamento video da Milano), di Panorama Giorgio Mulè (in collegamento video da Milano), di Oggi Umberto Brindani (in collegamento video da Milano)”.

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