Si è svolta a Trieste l'assemblea annuale dell'Assostampa Fvg, che ha approvato all'unanimità il bilancio consuntivo 2024 e preventivo 2025, entrambi in positivo. Ha partecipato la segretaria generale Fnsi Alessandra Costante.
Dopo i saluti di Furio Baldassi, nuovo presidente regionale dell'Ordine, della sua vice Paola Dalle Molle, del consigliere nazionale dell'Ordine Cristiano Degano e di Ingrid Stratti (Casagit), Maurizio Bekar (Inpgi), Patrizia Disnan (Unione pensionati), Pierluigi Sabatti (Circolo stampa Trieste), Nicole Corritore (Articolo 21), sono intervenuti il segretario di Assostampa Alessandro Martegani e il presidente Carlo Muscatello. Il tesoriere Nicola Filipovic ha illustrato i bilanci, di nuovo positivi grazie al contributo straordinario Fnsi e agli interessi bancari.
La segretaria generale Costante, sottolineato come ogni associazione abbia dinamiche proprie, si è quindi soffermata sui temi del lavoro autonomo, dell'intelligenza artificiale, del nodo irrisolto del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa, delle norme che limitano il diritto-dovere dei giornalisti di informare, fino alle trattative per il rinnovo contrattuale.
«Non userò mai il temine freelance, che non rende l'idea della situazione di precarietà di questa condizione: io non riesco a rassegnarmi all'idea di colleghi che invecchiano precarizzati e non avranno pensioni superiori ai 350 euro», ha osservato, aggiungendo che «l'inflazione ha eroso lo stipendio dei giornalisti dipendenti del 20 per cento e i non dipendenti hanno retribuzioni ridicole, che non tengono conto dell'equo compenso, e spesso vengono usati dagli editori per una forma di dumping sociale».
Costante ha ricordato che «abbiamo provato nel 2023 a forzare la mano agganciandoci alla legge Meloni sull'equo compenso che prevede delle tabelle per tutti i lavoratori autonomi, abbiamo fatto una proposta unitaria all'Ordine che l'ha fatta sua, ma si è fermata al ministero della Giustizia. Per questo ho scritto al ministro Nordio: i giornalisti non sono lavoratori con diritti minori. La tutela dei giornalisti prevista della Costituzione è uguale a quella degli altri lavoratori e prevede una retribuzione dignitosa. Ma la professione giornalistica è legata direttamente alla libertà d'informazione e alla tutela della democrazia: non ci può essere professionalità senza un'equa retribuzione».
Nell'era dell'IA, «che è in grado di fare molto del lavoro dei giornalisti, a partire dal desk, è antistorico - ha anche detto la segretaria Fnsi - parlare ancora di professionisti e pubblicisti: dobbiamo cambiare radicalmente paradigma nella struttura della professione, ma per fare questo ci deve essere una gran collaborazione tra sindacato e Ordine».
Costante ha poi evidenziato come in Italia si continui a «considerare la diffamazione sempre dolosa, a produrre norme che di fatto limitano il lavoro dei colleghi e la democrazia, a tollerare le querele temerarie, una situazione che è responsabilità di governi di tutti i colori politici».
E «in questa situazione - ha argomentato - stiamo affrontando le trattative sul contratto, fermo a 10 anni, un tavolo a cui è presente tutta la Fnsi, senza distinzioni fra maggioranza e minoranza perché, se si farà, sarà il contratto di tutti. È nostro dovere stare al tavolo, ma nessuno firmerà mai un contratto peggiorativo o che danneggi i giovani colleghi: una posizione forte che però richiede unità da parte nostra. Finché la trattativa reggerà staremo al tavolo, ma siamo pronti a dare seguito al pacchetto di giorni di sciopero che ci ha affidato la Conferenza nazionale dei Cdr».