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Emittenza locale 11 Set 2012

Fnsi e Aser: chi fa interviste a pagamento è un “procacciatore d’affari”, non è un giornalista

“I ‘procacciatori d’affari’ non sono giornalisti. Chi lo fa si pone fuori dalla professione. La Fnsi  e tutto il Sindacato di categoria sono costantemente in campo contro ogni distorsione e snaturamento dell’attività professionale. Quanto al caso dei giornalisti fin qui implicati nella vicenda dei servizi a pagamento in alcune tv locali dell'Emilia-Romagna nessuno risulta iscritto al sindacato. Impossibile dunque adottare nei loro confronti una qualsiasi sanzione da parte dell'Associazione di Stampa organo competente del sindacato dei giornalisti.

“I ‘procacciatori d’affari’ non sono giornalisti. Chi lo fa si pone fuori dalla professione. La Fnsi  e tutto il Sindacato di categoria sono costantemente in campo contro ogni distorsione e snaturamento dell’attività professionale. Quanto al caso dei giornalisti fin qui implicati nella vicenda dei servizi a pagamento in alcune tv locali dell'Emilia-Romagna nessuno risulta iscritto al sindacato. Impossibile dunque adottare nei loro confronti una qualsiasi sanzione da parte dell'Associazione di Stampa organo competente del sindacato dei giornalisti.

Fnsi e Aser, Assostampa dell’Emilia Romagna, lo rendono noto anche in risposta alle polemiche di questi giorni e a quanto affermato ieri  dal Direttore del Tg La7 nell'edizione delle ore 20, il quale, prima di una parziale rettifica in diretta, aveva detto che nessun organismo della categoria aveva preso posizione netta sul tema. Il Sindacato dei Giornalisti e l'Associazione di Stampa regionale, invece, erano immediatamente intervenuti e sono tornati sul tema ancora pochi giorni fa, sollecitando all'intransigenza anche gli imprenditori che fanno emittenza locale e il Corecom (organismo pubblico di garanzia nelle comunicazioni). Chi si colloca in una dimensione distorta e di scorrettezza grave proponendo al pubblico, slealmente, informazione a pagamento,  è sottoposto alla disciplina deontologica dell’Ordine dei giornalisti che, in Emilia Romagna – a proposito delle polemiche in corso –  ci risulta abbia  aperto tempestivo procedimento. Una legge stravecchia, purtroppo, impone limiti di efficacia  con procedure d’altri tempi non imputabili, in questo specifico caso, ai colleghi dell’Ordine. L’indignazione per la vicenda impone a tutti i giornalisti italiani di alzare l’asticella in direzione dell’eticità della professione. Una buona informazione deve essere leale ma anche sempre ben documentata. Quanti hanno cercato pretesti per attaccare il Sindacato sulla vicenda delle interviste a pagamento devono sempre ricordare che un giornalismo credibile nasce da una corretta informazione di base: chi informa, dunque, deve correttamente informarsi”

 

 

''Non c'è crisi economica del settore dell'emittenza locale, per grave che sia, che possa giustificare il fenomeno delle interviste a pagamento praticate in almeno due tv locali dell'Emilia-Romagna. Chi manda in onda spazi pagati senza neanche avvertirne gli spettatori li sta truffando, né più né meno come un'industria alimentare che metta in circolazione cibi avariati''. Lo dichiara la Federazione Nazionale della Stampa in merito alle polemiche sulle interviste televisive a pagamento a consiglieri regionali dell'Emilia Romagna''Bene hanno fatto Sindacato e Ordine dei giornalisti - prosegue il sindacato - a censurare questi comportamenti nel modo più netto, stroncando sul nascere ogni tentativo di confondere le responsabilità e far credere che 'così fan tutti'. Chi vende informazione adulterata commette tra l'altro anche un atto di concorrenza sleale ai danni delle altre emittenti che invece rispettano il diritto dei cittadini ad un giornalismo corretto e trasparente. Per questo la Fnsi sollecita anche la rappresentanza delle imprese che fanno emittenza locale ad un atteggiamento di intransigenza''.
''Il rispetto delle regole deontologiche - si legge ancora nella nota - non è un lusso da concedersi nei tempi felici, ma il fondamento stesso del rapporto di fiducia con gli utenti. Il sindacato dei giornalisti è allarmato almeno quanto gli imprenditori del settore dalla crisi che sta devastando l'emittenza locale, e che il passaggio al digitale terrestre ha accelerato. E insieme ci sara' da moltiplicare gli sforzi per ottenere una maggiore attenzione da governo, Parlamento, istituzioni locali. Ma pensare di uscirne con questi mezzi è una scorciatoia verso il suicidio''.  (ROMA, 17 AGOSTO - ANSA) INTERVISTE A PAGAMENTO: L’ASER PROMUOVE CONFRONTO PUBBLICO
Il consiglio direttivo dell’Associazione della stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) nella sua ultima riunione ha affrontato il caso delle interviste a pagamento di consiglieri regionali in emittenti locali della regione.
Riaffermato il principio che giornalisti ed editori non possono violare quanto previsto dall’articolo 2 della Legge istitutiva dell’Ordine, che sancisce l’obbligo di promuovere la fiducia tra stampa e lettori, l’Aser ritiene che, così come l'Ordine regionale dei giornalisti ha aperto un’inchiesta, anche il Corecom debba fare la propria parte, evitando posizioni pilatesche.
L’Aser, per approfondire le problematiche legate a una corretta informazione, intende promuovere a Bologna, in tempi brevi, un confronto pubblico tra tutti i soggetti interessati: Ordine e sindacato dei giornalisti, editori, Corecom, istituzioni e cittadini. Bologna,  31 agosto 2012 TV: INTERVISTE A PAGAMENTO, BLITZ GDF BOLOGNA IN EMITTENTI LOCALI E REGIONE
PROCURA APRE FASCICOLO CONTRO IGNOTI PER PECULATO, INDAGA ANCHE CORTE DEI CONTI
Sono scattati oggi alle 9, in contemporanea, i due blitz della Guardia di Finanza di Bologna nella sede della Regione Emilia Romagna, in viale Aldo Moro, e nelle sedi cittadine di alcune televisioni locali, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte interviste a pagamento rilasciate da alcuni consiglieri regionali alle tv locali.
Il blitz nelle emittenti bolognesi è stato eseguito su ordine della Procura emiliana che ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di peculato. L'intervento delle Fiamme Gialle negli uffici dell'assemblea legislativa della Regione, invece, è stato disposto dalla Corte dei conti che si è attivata, in sostanza, per accertare il corretto utilizzo dei fondi pubblici a disposizione dei gruppi consiliari dell'aula di Viale Aldo Moro.
In entrambi gli interventi, i finanzieri hanno acquisito documentazione e contratti relativi alle interviste andate in onda e più in generale alle attività di comunicazione che possono essere utili nell'ambito dell'indagine. Sulla vicenda lavora anche l'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia Romagna, mobilitatosi in seguito ad un esposto circa la presunta violazione del codice deontologico professionale. (BOLOGNA, 4 SETTEMBRE - ADNKRONOS)

NUOVA INFORMAZIONE: CARO MENTANA BASTA INFORMARSI COME SPIEGANO ANCHE NELLE SCUOLE DI GIORNALISMO
“Basta informarsi presso le fonti, come spiegano anche a scuola, nella seconda giornata di lezioni di giornalismo. La vicenda delle interviste a pagamento è stata affrontata con determinazione nelle sedi proprie – sia del Sindacato, territoriale e nazionale, sia dell’Ordine, territoriale e nazionale – e le conclusioni quindi comunicate sui rispettivi siti e riprese da agenzie (Ansa e AdnKronos). E in effetti s’era correttamente documentata la collega che ha firmato il servizio, proprio quel servizio trasmesso dal Tg La7 e che il direttore Enrico Mentana ha “lanciato” sostenendo l’esatto contrario. Distrazione-da-rientro-dalle-ferie? Sollecitato nel corso dello stesso telegiornale da un tempestivo sms, il direttore ha dovuto subito correggersi, ma mettendo in cauda venenum: vabbe’, parole, parole, ma perché non sono stati sospesi…?
L’Ordine ha fatto il suo dovere (per inciso l’esposto che ha dato il via all’istruttoria era stato presentato da colleghi di Autonomia) per quanto gli è consentito: come infatti si spiega nella terza giornata dei corsi di giornalismo l’ordine non è una libera associazione, ma uno strumento di autodisciplina costituito e normato da apposita legge, che non può sospendere arbitrariamente l’iscrizione (e dunque lo stipendio) ad un collega senza prima averlo sottoposto a giudizio. Percorso già seguito da altri Ordini, come ad esempio l’Ordine della Lombardia, che per analoghi episodi ha di recente processato e sanzionato tre colleghi.
Anche il Sindacato territoriale dell’Emilia-Romagna ha fatto il suo dovere, prendendo subito una dura posizione contro i quattro colleghi sinora coinvolti, che però non sono iscritti all’Aser (e dunque come può un’associazione sanzionare chi non è socio?) e ottenendo l’intervento del Corecom. E a ruota si è espresso anche il Sindacato nazionale. Che dire in conclusione, se non forse che le notizie vanno date tutte, le cattive e le buone, i delitti e le pene (quarta giornata di lezione di giornalismo…)".
NUOVA INFORMAZIONE  (Milano, 5 settembre 2012) TV: EMILIA ROMAGNA, ORDINE GIORNALISTI APRE INCHIESTA SU INTERVISTE A PAGAMENTO
SI' UNANIME SU APERTURA PROCEDIMENTI DISCIPLINARI PER 4 CRONISTI
Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna si è riunito oggi per "discutere e adottare decisioni sulla vicenda delle presunte interviste tv a pagamento', dopo l'apertura dell'istruttoria avviata nel consiglio straordinario del 24 agosto scorso". È quanto comunica in una nota lo stesso Ordine regionale che ha deciso di intervenire su 4 giornalisti coinvolti nella vicenda.
"Acquisite le necessarie informazioni, anche attraverso incontri e colloqui con persone informate dei fatti", il Consiglio ha valutato gli elementi fin qui emersi ed ha adottato all'unanimità, su proposta del presidente Gerardo Bombonato nella veste di consigliere istruttore, una serie di deliberazioni.
Nello specifico, il consiglio ha votato l'apertura di procedimenti disciplinari e relative convocazioni nei confronti di 4 giornalisti, i cui nomi saranno resi noti dopo la notifica ufficiale delle contestazioni di addebito. L'Ordine ha inoltre inviato una lettera di richiesta alla Procura della Repubblica di Bologna riguardanti la richiesta di "indicazioni utili per la prosecuzione dell'attività disciplinare prevista dalla legge". Non solo. Sono state inviate anche lettere di sollecitazione a tutte le emittenti radiotelevisive della regione a collaborare all'inchiesta e a produrre documenti e servizi inerenti alla vicenda. Si aggiunge la richiesta al presidente del Corecom del materiale audiovisivo in suo possesso per consentire al Consiglio dell'Ordine di acquisire ulteriori e più completi elementi.
L'Ordine assicura dunque che "l'inchiesta continua e che si svilupperà nei tempi e nei modi previsti dalla nostra legge ordinistica, che prevede il rigore, ma anche le garanzie della difesa". "Fermo restando - prosegue la nota - che per le nostre regole l'unica forma di comunicazione politica a pagamento che le emittenti locali possono trasmettere è quella del messaggio autogestito, con la dicitura in sovraimpressione, e nella quale il giornalista nemmeno deve comparire".
"Tutto il resto non può che essere gratuito proprio per non minare i principi costituzionali del pluralismo democratico e del diritto a un'informazione corretta, secondo i principi base della nostra legge professionale (lealtà stampa-lettori) e dai codici di autoregolamentazione in tema di pubblicità e giornalismo" conclude il comunicato dell'Ente di Strada Maggiore, ricordando che "il primo truffato, in caso di violazione, è il cittadino". (BOLOGNA, 11 SETTEMBRE - ADNKRONOS)

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