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Giornalisti 15 Mag 2015

Fnsi e Lombarda: “La Hearst Magazine Italia discrimina i giornalisti omossesuali” I diritti valgono per tutti

La Federazione nazionale della Stampa e l'Associazione lombarda dei giornalisti sono a fianco dei colleghi omosessuali del gruppo Hearst Magazines Italia e Hearst Marie Claire che stanno subendo, se non nelle intenzioni nei fatti, un trattamento discriminatorio.

La Federazione nazionale della Stampa e l'Associazione lombarda dei giornalisti sono a fianco dei colleghi omosessuali del gruppo Hearst Magazines Italia e Hearst Marie Claire che stanno subendo, se non nelle intenzioni nei fatti, un trattamento discriminatorio.

Tutto ha avuto inizio dopo la richiesta di congedo matrimoniale da parte di un collega che si è sposato a New York (sede, tra l’altro, della casa madre di Hearst). Dopo un iniziale rifiuto, motivato dal fatto che la legge italiana non ammette l'unione tra persone dello stesso sesso, l’azienda, a seguito della trascrizione del matrimonio per mano del sindaco di Milano nei registri di Stato civile, ha deciso di concedere al collega il congedo. Tuttavia, Hearst ne ha arbitrariamente stabilito in 15 giorni la durata, mentre il contratto nazionale di lavoro giornalistico ne prevede 20. L’azienda ha così sancito una discriminazione tra giornalisti eterosessuali e giornalisti omosessuali, laddove l'intento sarebbe stato quello di appianare una differenza.
Inutili sono state le proteste dei CdR, dell’Associazione lombarda dei giornalisti e della Federazione nazionale della Stampa, che hanno chiesto all'azienda di tornare sulla sua decisione perché, se si decide di riconoscere un diritto, si deve farlo in toto e non solo parzialmente.
La Fnsi e l'Alg affermano con forza la loro opposizione alle discriminazioni nei confronti dei lavoratori omosessuali, un'opposizione che viene da lontano: ricordiamo che la Casagit, oltre dieci anni fa, equiparò i conviventi more uxorio dello stesso sesso ai coniugi per quanto riguarda l'assistenza sanitaria integrativa ai giornalisti.
Fnsi e Alg, assieme ai Cdr del gruppo Hearst Magazines Italia e Hearst Marie Claire, chiedono all'azienda, questa volta pubblicamente, di riconoscere ai colleghi omosessuali congedo identico a quello dei giornalisti eterosessuali. E ribadiscono, pur plaudendo ai principi dell'iniziativa, che non è accettabile l'idea di "modulare" un diritto sulla base dell'orientamento sessuale di un individuo.

@fnsisocial

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