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Fnsi 13 Gen 2005

Forattini lascia La Stampa: “Solo problemi di costi, non sono stato messo alla porta, né andrò al 'Giornale'”

Forattini lascia La Stampa: “Solo problemi di costi, non sono stato messo alla porta, né andrò al 'Giornale'”

Forattini lascia La Stampa: “Solo problemi di costi, non sono stato messo alla porta, né andrò al 'Giornale'”

Giorgio Forattini lascerà la Stampa a fine febbraio. Ne dà notizia l' editrice torinese. Dopo cinque anni di collaborazione è venuto a scadere il contratto che il maggior vignettista italiano aveva stipulato all'inizio del 2000. Chiamato direttamente dall'Avvocato Agnelli, Forattini - si legge nella nota diffusa dal quotidiano che la pubblicherà domani - era approdato dalla Repubblica alla Stampa una prima volta al principio degli Anni Ottanta, disegnando per due anni e mezzo la vignetta quotidiana in prima pagina e ideando la progettazione grafica del quotidiano. Era poi tornato a Repubblica, da cui era uscito definitivamente alla fine del 1999, anche in seguito a una dura polemica con l'allora presidente del consiglio Massimo D' Alema, relativa a una vignetta sul caso Mitrokhin. La querela presentata da D'Alema contro Forattini era poi stata ritirata dal premier. A gennaio 2000, sempre chiamato dall'Avvocato Agnelli, il ritorno alla Stampa. E da questi anni di collaborazione (tolte brevi sospensioni estive, Forattini ha pubblicato la sua vignetta tutti i giorni sulla prima pagina per cinque anni) sono nati molti libri fortunati, tra cui l'ultimo ''Forattini e altri animali'', preceduto da quello, edito direttamente dalla Stampa, che raccoglieva venti anni di vignette dedicate all'Avvocato, ''Il signore degli Agnelli''. ''Il direttore della Stampa Marcello Sorgi e l'amministratore delegato dell' Editrice La Stampa Antonello Perricone sono andati a Milano - conclude la nota - per incontrare Forattini a casa sua e ringraziarlo per la prestigiosa collaborazione data al giornale in questi anni, molto apprezzata dai lettori''. (ANSA) ''Una separazione consensuale: tutto è avvenuto nella massima cordialità. Non ho né litigato né sono stato messo alla porta o me ne sono andato sbattendola. Sono solo problemi di costi''. Così Giorgio Forattini, il giorno dopo, racconta il suo addio a 'La Stampa' annunciato ieri sera dal quotidiano, negando al tempo stesso di essere sulla via di passare al 'Giornale'. ''Non ci sono molti commenti da fare - spiega - il contratto è scaduto, non si rinnova e quindi alla fine di febbraio terminerò''. ''E' una separazione consensuale - aggiunge - ma alla fine di un contratto di ben cinque anni che allora mi fece l'avvocato Agnelli. Le cose ad un certo punto finiscono ed io sono abbastanza abituato ad andare quà e là''. Forattini nega quindi che in vista ci sia il suo passaggio ad un altro quotidiano. ''Il Corriere scrive che andrò al 'Giornale': ma come si permettono?. Almeno aspettino che prima il 'Giornale' mi interpelli. Ho avuto anche offerte nel passato, persino dal 'Corriere': ma l'addio al mio giornale è una cosa avvenuta ieri e non mi sembra di poter anticipare qualcosa che non è avvenuta''.. ''Resterò a 'La Stampa' - annuncia - fino alla scadenza del contratto che è il 28 febbraio e la vignetta apparsa oggi non sarà certo l'ultima: non si vede perché dovrei rinunciare ad un mese di stipendio''. Di una cosa però si dice sicuro: non farà una vignetta sulla separazione dal quotidiano torinese, come fece, invece, quando lasciò 'Repubblica'. '' Sono solo problemi di budget, di costi, non politici. Né di certo - continua - mi sento soppresso in nome della libertà di stampa''. Forattini ci tiene poi a dire di non essere mai stato messo alla porta: ''in realtà me ne sono sempre andato senza chiedere niente. E' bastata solo una telefonata. Quando scade un contratto, scade un contratto. Per fortuna c'è sempre qualcuno che, nonostante l'età, mi raccoglie''. Guardando al passato Forattini riconosce che ''dopo un grande amore con Scalfari, gli ultimi anni a 'Repubblica' sono stati un inferno, invece con 'La Stampa' son stati idilliaci tanto è vero che non sono mai stato censurato''. E rifarebbe la famosa vignetta su Gesù ed Israele: ''non l'ho mai considerata una cosa politica ma solamente uno sfottò, tanto è vero che ho sempre fatto Arafat come bombarolo e nessuno mi ha mai detto niente. Ho toccato una corda un po' delicata, ma d'altronde è il mio mestiere''. (ANSA)

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