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Associazioni 23 Gen 2006

Il maniaco di Genova? Sono tre giornalisti con il vizio della notizia indagati con i loro direttori, blitz negli archivi, sequestrate copie originali di 10 mesi di archivio a Il Secolo XIX e Corriere Mercantile

La svolta nelle indagini, attesa dal marzo del 2005, è finalmente arrivata: il maniaco o i maniaci che hanno colpito una quindicina di volte, aggredendo giovani donne e ragazzine nella città di Genova, è stato individuato in tre cronisti de Il Secolo XIX e del Corriere Mercantile, con i rispettivi direttori, accusati dal pm Giovanni Arena di avere violato il segreto d’ufficio (sino a oggi raramente contestato) e avere pubblicato arbitrariamente atti di un procedimento penale, con articoli sulla vicenda (ripresa peraltro dall’emittenza nazionale e locale) corredati dai possibili identikit realizzati dalle stesse autorità investigative.

La svolta nelle indagini, attesa dal marzo del 2005, è finalmente arrivata: il maniaco o i maniaci che hanno colpito una quindicina di volte, aggredendo giovani donne e ragazzine nella città di Genova, è stato individuato in tre cronisti de Il Secolo XIX e del Corriere Mercantile, con i rispettivi direttori, accusati dal pm Giovanni Arena di avere violato il segreto d’ufficio (sino a oggi raramente contestato) e avere pubblicato arbitrariamente atti di un procedimento penale, con articoli sulla vicenda (ripresa peraltro dall’emittenza nazionale e locale) corredati dai possibili identikit realizzati dalle stesse autorità investigative.

Non solo, nel pomeriggio odierno la polizia giudiziaria ha avviato, su disposizione dello stesso pm, il sequestro delle copie originali de Il Secolo XIX e del Corriere Mercantile, a far data dal marzo 2005. Non si può parlare solo di solidarietà in questo caso, ma soprattutto della denuncia da parte del sindacato dei giornalisti liguri e del suo Gruppo Cronisti, con l’Ordine dei Giornalisti, dell’iniziativa della Procura Genovese che segue, purtroppo, alcune altre simili procedure attuate in passato sempre nei confronti di cronisti “rei” di avere svolto il loro lavoro, a volte anticipando con le proprie deduzioni o inchieste, l’evoluzione di alcune indagini giudiziarie. Non è nemmeno retorico ribadire che non è in discussione l’autonomia della magistratura e la fiducia che, come istituzione, riponiamo in essa. Ma sono i metodi, le scelte di merito sempre più spesso operate nei confronti dei media genovesi, a preoccupare anche quando il lavoro dei giornalisti è su temi, come quello della violenza, oggetto quotidiano di interviste, di analisi, di dibattiti e di inchieste giornalistiche e giudiziarie. Certo possiamo dire che il “blitz” deciso ieri negli archivi dei due quotidiani genovesi e le iniziative contro i colleghi avranno un effetto preciso: aumentare la voglia e la ricerca di notizie e di particolari utili a fare informazione e, magari come già accaduto, anche a chi indaga istituzionalmente come professione. A meno che dopo i giornali di archivio non si intendano sequestrare anche i giornali in uscita come era già stato tentato di fare, sempre a Genova, un paio di anni fa. Marcello Zinola --Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti-Fnsi Marco Menduni --Presidente Gruppo Cronisti Liguri Attilio Lugli --Presidente Ordine dei Giornalisti della Liguria

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