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Rai 25 Set 2013

La Rai festeggia i 90 anni di Zavoli con Napolitano

La Rai del presente e quella del passato. La politica e le istituzioni, la cultura e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, hanno festeggiato oggi in Rai i 90 anni di un emozionato Sergio Zavoli, abbracciando in un applauso un maestro del giornalismo italiano.

La Rai del presente e quella del passato. La politica e le istituzioni, la cultura e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, hanno festeggiato oggi in Rai i 90 anni di un emozionato Sergio Zavoli, abbracciando in un applauso un maestro del giornalismo italiano.

Era la prima volta di un presidente della Repubblica a viale Mazzini, occasione storica come la pagina di radio e tv scritta da Zavoli, celebrato nella sala degli Arazzi dove era raccolto un pubblico di amici e colleghi.
Insieme per celebrare quell'idea di giornalismo e servizio pubblico incarnati da Zavoli "alle quali la Rai di oggi sta cercando di avvicinarsi", come ha detto la presidente Anna Maria Tarantola.
A rappresentare le istituzioni, anche il presidente del Senato Pietro Grasso e i ministri Massimo Bray e Anna Maria Cancellieri e per la Federazione Nazionale della Stampa il presidente Giovanni Rossi "a testimonianza dell'affetto e della considerazione del Sindacato per uno dei più prestigiosi giornalisti del nostro Paese". (ROMA, 25 SETTEMBRE)

SERGIO ZAVOLI, FESTA RAI PER I 90 ANNI CON NAPOLITANO PRIMA VOLTA DI UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA A VIALE MAZZINI

Per la prima volta oggi un presidente della Repubblica è entrato a Viale Mazzini. Giorgio Napolitano l'ha fatto per celebrare i 90 anni di un monumento del giornalismo italiano, Sergio Zavoli che per l'occasione ha commosso l'affettuosa platea con ''una voce un po' stordita'' ma pronta a citare Sant'Agostino (''il più laico dei santi''), per ricordare a tutti che ''da due pericoli bisogna guardarsi, dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamenta'', augurandosi che ''il servizio pubblico oggi sappia ricrearle queste fondamenta''. Lui nei suoi 90 anni di vita splendidamente portati ha certo dato il suo contributo per creare una Rai - che fosse radio o tv - ''che oggi forse somiglia un po' di più alla sua idea di servizio'', come ha detto la presidente Anna Maria Tarantola.
Nella sala degli Arazzi di Viale Mazzini – avvolta dall'ufficialità delle grande occasioni, sottolineata dai corazzieri in alta uniforme - c'erano proprio tutti oggi, i protagonisti di ieri - da Ettore Bernabei a Ugo Gregoretti, da Fabiano Fabiani ad Angelo Guglielmi - ma anche quelli di oggi - dai direttori di rete ai direttori dei tg o ai volti delle reti come Milena Gabanelli o Mara Venier - e artisti senza tempo come Raffaella Carrà, Renzo Arbore o Paolo Villaggio. In prima fila le istituzioni, oltre a Napolitano, il presidente del Senato Pietro Grasso e i ministri Massimo Bray e Anna Maria Cancellieri. Personalità della cultura come Maria Luisa Spaziani, del cinema come Ettore Scola, o del giornalismo come Enrico Mentana e Lilli Gruber. Ma non mancava neanche il mondo della politica, rappresentato da Gianni Letta, Paolo Bonaiuti, Anna Finocchiaro, PierLuigi Castagnetti e molti altri, a rappresentare le tante sfaccettature dell'impegno di Zavoli che dal giornalismo è passato alla presidenza della Rai e che oggi continua con un seggio Pd al Senato.
Una sala piena di amici, in una festa introdotta dalle parole della presidente Tarantola e del direttore generale Luigi Gubitosi che ha invitato Zavoli a ''tornare in tv'', proposta accolta da un caloroso applauso. ''Un giornalista - ha spiegato Tarantola - che ha sempre avuto la capacità di raccontare il paese per quello che è, senza sconti''. ''La Rai dovrebbe essere così come è stata la sua opera, più imparziale, meno partigiana'', ha detto ancora Gubitosi.
Una Rai – ha raccontato un commosso Zavoli, spaventato solo dalla perdita della memoria - ''nella quale per la prima volta vediamo il presidente della Repubblica, e questo la dice lunga – ha aggiunto - sulla vicinanza delle istituzioni a Viale Mazzini dove invece quella dei partiti non è mai mancata, in difesa di interessi che non corrispondevano ad un idea di paese in cui ciascuno deve fare la propria parte. Ognuno - ha detto ancora Zavoli - dovrebbe essere in grado di creare un capolavoro anche nelle più piccole cose. Me lo hanno insegnato un gruppo di operai, grigi, tristi che la mattina presto a Rimini andavano sempre imbronciati al lavoro. Un giorno li trovai col sorriso perché 'era il giorno del capolavoro', ovvero dovevano fare una piccola locomotiva''. Per Zavoli ''oggi si è dimenticato il racconto della realtà, tutto è uno spettacolo interpretato da attori. I talk show ad esempio sono stati una grande novità che però ha avuto il torto di cancellare il racconto. Di non capire che non si può sempre trasformare il dolore in dolorismo, cosa che nel servizio pubblico è ancora più inaccettabile. Un genere da non frequentare che spesso si traduce nell'indolenza della domanda 'che cosa prova' rivolta alla madre che ha perso un figlio. Chi fa le domande ha il dovere di conoscere il dolore di una madre''.    Il giornalismo prima e la politica poi, l'ultimo suo amore, ''abbiamo il dovere di dire quello che pensiamo soprattutto ai giovani'', dice Zavoli che ricorda che ''quando Napolitano ha parlato alle Camere puntando il dito contro la politica politicante'' si è sentito ''indicato dal quel dito e consapevole della necessità di cambiare''. ''Non c'è mai tanto bisogno di politica come quando la politica stessa ci spinge a voltarle le spalle'', ha detto salutato da una standing ovation, dall'abbraccio di Napolitano, e dal dono Rai dei sette dvd che raccolgono tutta la sua opera. (di Elisabetta Stefanelli)    (ROMA, 25 SETTEMBRE - ANSA)

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