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L'Unità , appello del Cdr: «Il nuovo editore tenga conto degli attuali dipendenti» (Foto: @unitaonline)
Cdr 23 Nov 2022

L'Unità , appello del Cdr: «Il nuovo editore tenga conto degli attuali dipendenti»

Appreso da organi di stampa dell'asta per la vendita della testata del giornale fondato da Antonio Gramsci, i rappresentanti sindacali sono tornati a richiamare l'attenzione sulla sorte dei 21 lavoratori rimasti senza ammortizzatori sociali e senza prospettive di occupazione. «Una situazione insostenibile», rilevano.

«Abbiamo appreso da organi di stampa che presso il Tribunale fallimentare di Roma si è svolta l'asta per la vendita della testata dell'Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci. Al Cdr e alla redazione nulla di ufficiale - ma nemmeno di ufficioso - è stato comunicato. A confermare in un'intervista l'acquisizione della testata da parte del gruppo Romeo, attuale editore del Riformista, è stato oggi il direttore Piero Sansonetti chiamato a guidare il nuovo corso dell'Unità». Lo scrive il Cdr dell'Unità in una nota.

«Nell'attesa di comunicazioni ufficiali – si legge ancora –, siamo costretti ancora una volta a richiamare l'attenzione sulla situazione dei 21 dipendenti (17 giornalisti e 4 poligrafici) che dal primo gennaio vivono in un limbo, senza ammortizzatori sociali e senza prospettive di occupazione. Una situazione insostenibile iniziata con la società editrice Unità srl e, a partire dal 27 luglio data del suo fallimento, proseguita con il curatore fallimentare che a tutt'oggi non ha assunto alcuna decisione sulla sorte dei lavoratori. Chiediamo dunque con forza di non rinviare ulteriormente decisioni sugli ammortizzatori sociali e sul futuro occupazionale dei dipendenti, in base alle previsioni di legge e di contratto, così da porre fine a una situazione di disagio, danno professionale ed economico».

Il Cdr, «accertato, inoltre, che si va verso la formazione di una nuova redazione», chiede quindi «che il nuovo editore e il nuovo direttore tengano conto delle professionalità degli attuali dipendenti che sono parte integrante della storia di questo giornale, che hanno pagato un prezzo altissimo, che hanno lottato tenacemente per tenere in vita la testata opponendosi a chi poi, per imperizia e incompetenza, l'ha condotta alla fine indecorosa del fallimento».

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