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Diffamazione 09 Lug 2013

Ma se è coinvolto un magistrato se ne può dare notizia?

"Ma un'inchiesta penale che riguarda i magistrati è una notizia che si può diffondere oppure no?" con questa domanda retorica il presidente dell'Assostampa di Puglia, Raffaele Lorusso, ha stigmatizzato le recenti iniziative di magistrati baresi che hanno richiesto ingenti risarcimenti in sede civile a giornalisti e testate locali, a seguito di notizie pubblicate ritenute lesive per giudici e ordinamento giudiziario".

"Ma un'inchiesta penale che riguarda i magistrati è una notizia che si può diffondere oppure no?" con questa domanda retorica il presidente dell'Assostampa di Puglia, Raffaele Lorusso, ha stigmatizzato le recenti iniziative di magistrati baresi che hanno richiesto ingenti risarcimenti in sede civile a giornalisti e testate locali, a seguito di notizie pubblicate ritenute lesive per giudici e ordinamento giudiziario".

"Facciamo nostre le preoccupazioni dei colleghi che si occupano di cronaca giudiziaria che, nel regolare esercizio delle loro funzioni professionali si sono imbattuti in notizie riguardanti magistrati - ha detto Lorusso - ma evidentemente qualcuno si è sentito più 'cittadino' degli altri e ha adito alle vie legali Il riferimento è in particolare a una richiesta di risarcimento di un milione e 560mila euro ai danni di giornalisti ed editori delle tre principali testate regionali, dalla Gazzetta del Mezzogiorno alla Repubblica e Corriere del Mezzogiorno. A chiederlo con un'azione civile pendente presso il Tribunale di Lecce alcuni magistrati coinvolti nell'inchiesta sulla sezione Fallimentare del Tribunale di Bari, alcuni dei quali poi prosciolti o archiviati "come peraltro correttamente riportato dai colleghi stessi - ricorda Lorusso che ha citato l'articolo 3 della Costituzione sull'uguaglianza dei cittadini - e il diritto insopprimibile per i giornalisti di dare notizie e svolgere la loro funzione con lealtà e correttezza - concludendo con un invito ai colleghi interessati - a continuare a svolgere in serenità il proprio lavoro". Anche il neoeletto presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Puglia Valentino Losito, ha espresso la solidarietà dell'Ordine ai colleghi "che hanno fatto il loro mestiere di cronisti. Noi vigiliamo sul rispetto delle regole deontologiche da parte della nostra categoria ma anche quando viene messo in discussione il diritto di cronaca e di critica dei poteri forti - ricordando il detto - noi non siamo contro il Palazzo, siamo fuori dal Palazzo". (BARI, 9 LUGLIO - AGI)

L’Associazione della stampa di Puglia e l’Ordine dei Giornalisti della Puglia hanno tenuto questa mattina una conferenza stampa davanti al Tribunale di Bari per denunciare il ricorso sistematico alle richieste di risarcimento nei confronti di colleghi giornalisti e dei loro editori da parte di molti dei magistrati baresi coinvolti a vario titolo in inchieste giudiziarie.
Per l’Assostampa è intervenuto il presidente Raffaele Lorusso, per l’Ordine il presidente Valentino Losito. Numerosi i colleghi presenti, anche appartenenti ai consigli direttivi di Assostampa e Ordine.
Come è noto, quattro magistrati in servizio presso il Tribunale di Bari hanno depositato presso il Tribunale Civile di Lecce atti di citazione nei confronti di cronisti ed editori di alcuni quotidiani pugliesi, chiedendo un risarcimento per danno di immagine a seguito degli articoli in cui è stato raccontato che i quattro magistrati sono stati indagati, e poi archiviati, nell’ambito delle indagini sullo scandalo della sezione Fallimentare. L’ammontare delle somme richieste a vario titolo ammonta a un milione 560 mila euro (600mila per Gazzetta del Mezzogiorno, 505mila per Corriere del Mezzogiorno e 455mila per Repubblica).
“I colleghi – ha detto il presidente di Assostampa Puglia, Raffaele Lorusso – hanno fatto solo il loro dovere, riportando la notizia dell’indagine e della successiva archiviazione. Non esistono cittadini più cittadini degli altri. Secondo la Costituzione siamo tutti uguali davanti alla legge. Se ci sono indagini a carico di magistrati, è doveroso che i giornalisti ne informino l'opinione pubblica: così funziona in democrazia”.
Secondo l’Associazione della stampa e l'Ordine dei giornalisti, i quattro magistrati, per loro stessa ammissione, erano stati indagati nell’inchiesta della Fallimentare. I tre quotidiani ne hanno dato conto, riferendo anche della successiva archiviazione. La notizia dunque non era solo vera, ma anche di rilevante interesse pubblico. Inoltre, i quattro magistrati non hanno mai chiesto di rettificare, non hanno mai smentito, né hanno risposto alle domande di chi chiedeva loro un commento sull’inchiesta.
“Viene il dubbio – spiega Lorusso – che il messaggio sia: 'Non si deve parlare delle indagini a carico dei magistrati'. Del resto, gli stessi ricorrenti lamentano un danno di immagine, a nostro giudizio inesistente, che sarebbe derivato dalla pubblicazione di notizie vere. Non è la prima volta che accade, anzi sono numerosi i colleghi che sono stati obbligati a difendersi in giudizio per aver scritto la verità. Azioni di questo tipo sono per noi chiaramente temerarie: si chiedono centinaia di migliaia di eruo di risarcimento danni nella speranza di avere una stampa più docile. In periodo di crisi, però, obbligare le aziende a impiegare risorse sempre più ingenti per difendersi in giudizi spesso inutili può mettere a rischio posti di lavoro".
"I giornalisti devono essere i cani da guardia di tutti i poteri, anche di quello giudiziario - ha detto il presidente dell'Ordine della Puglia, Valentino Losito -. Ai colleghi che nel corso degli anni sono stati fatti oggetto di querele temerarie o richieste di risarcimento va tutta la nostra solidarietà, oltre che l'invito a proseguire nell'esercizio della professione con la stessa passione e con la stessa dedizione. I giornalisti hanno l'obbligo di rispettare la verità nell'interesse esclusivo dei cittadini, il cui diritto ad essere correttamente informati è nella Costituzione".
Lorusso ha anche citato una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. “I giudici di Strasburgo – osserva – hanno ribadito il diritto del giornalista di pubblicare notizie di interesse generale, anche provenienti da intercettazioni telefoniche e da documenti coperti da segreto istruttorio. Non è il caso delle notizie sull'inchiesta che coinvolge la sezione fallimentare del tribunale di Bari, ma è opportuno ribadirlo”.
“E' giunto il momento di dire basta a iniziative – conclude Lorusso - che farebbero gridare tutti noi all'intimidazione se fossero intraprese da comuni cittadini, e di affermare tutti insieme principi e diritti che, evidentemente, molti magistrati hanno dimenticato: eguaglianza di tutti i cittadini, giudici e pm compresi, di fronte alla legge e rilevanza costituzionale del diritto di cronaca”. Bari, 9 luglio 2013

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