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Giornalisti 15 Feb 2012

Mozione bipartisan in Consiglio contro il precariato

Una indagine conoscitiva condotta dal Corecom sulla situazione del lavoro giornalistico dentro e fuori le redazioni, un tavolo regionale con gli editori e gli organi di rappresentanza dei giornalisti, percorsi di formazione e di aggiornamento professionale rivolti anche all'autoimprenditorialità e, infine, la rapida approvazione da parte del Parlamento della legge sull'"equo compenso", per vietare l'erogazione di contributi pubblici agli editori che non rispettano retribuzioni congrue: queste le proposte che, con una mozione bipartisan, Graziano Azzalin del Pd, Elena Donazzan del Pdl e Gustavo Franchetto, capogruppo di Italia dei Valori, avanzano per affrontare il problema dei precari dell'informazione.

Una indagine conoscitiva condotta dal Corecom sulla situazione del lavoro giornalistico dentro e fuori le redazioni, un tavolo regionale con gli editori e gli organi di rappresentanza dei giornalisti, percorsi di formazione e di aggiornamento professionale rivolti anche all'autoimprenditorialità e, infine, la rapida approvazione da parte del Parlamento della legge sull'"equo compenso", per vietare l'erogazione di contributi pubblici agli editori che non rispettano retribuzioni congrue: queste le proposte che, con una mozione bipartisan, Graziano Azzalin del Pd, Elena Donazzan del Pdl e Gustavo Franchetto, capogruppo di Italia dei Valori, avanzano per affrontare il problema dei precari dell'informazione.

La mozione, che fa seguito alla risoluzione approvata con voto unanime il 7 luglio scorso, impegna la Giunta regionale ad attivarsi "per contrastare le condizioni di sfruttamento dei giornalisti precari e i livelli inaccettabili delle loro retribuzioni". Dati recenti evidenziano, infatti, che nel mondo dell'informazione gli operatori con contratti di lavoro autonomo o parasubordinato sono ormai il doppio dei giornalisti con contratto da lavoratore dipendente (in Veneto 1640 collaboratori e freelance a fronte di 753 giornalisti contrattualizzati) e che la paga media di un collaboratore non arriva a 7500 euro lordi l'anno. "Un giornalista precarizzato, poco pagato e con scarse prospettive - scrivono i tre consiglieri - è un lavoratore facilmente ricattabile e condizionabile, che difficilmente può mantenere vivo quel diritto insopprimibile di informazione e di critica che sta alla base dell'ordinamento professionale e della nostra democrazia". (Arv) Venezia 15 feb. 2012

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