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Rai 07 Giu 2014

Ora il Servizio pubblico è al centro dell'agenda politica del Paese "Il tempo della facile propaganda è finito ora al via la riforma"

“Il tempo della propaganda facile è finito e da ora parte l’orologio che deve misurare i passi e la qualità della sfida di chi vuole veramente cambiare il servizio pubblico radiotelevisivo. Ci auguriamo ora che tutti quelli che hanno polemizzato con l’Usigrai e con il Sindacato dei Giornalisti vogliano moltiplicare gli sforzi non solo per approvare la riforma della Rai ma anche per affrontare e risolvere le questioni di interesse europeo su cui l’Italia è chiamata a deliberare, come su antitrust e conflitti di interesse, mai citate in queste giornate di polemiche strumentali. La presa d’atto da parte del Governo e di ampie aree del Parlamento, che non si può parlare solo di tagli meramente ragionieristici alla Rai ma che va subito impostato un progetto di riforma e riordino organizzativo e produttivo, è una novità che coglie in pieno le istanze di tutto il Sindacato dei giornalisti.

“Il tempo della propaganda facile è finito e da ora parte l’orologio che deve misurare i passi e la qualità della sfida di chi vuole veramente cambiare il servizio pubblico radiotelevisivo. Ci auguriamo ora che tutti quelli che hanno polemizzato con l’Usigrai e con il Sindacato dei Giornalisti vogliano moltiplicare gli sforzi non solo per approvare la riforma della Rai ma anche per affrontare e risolvere le questioni di interesse europeo su cui l’Italia è chiamata a deliberare, come su antitrust e conflitti di interesse, mai citate in queste giornate di polemiche strumentali. La presa d’atto da parte del Governo e di ampie aree del Parlamento, che non si può parlare solo di tagli meramente ragionieristici alla Rai ma che va subito impostato un progetto di riforma e riordino organizzativo e produttivo, è una novità che coglie in pieno le istanze di tutto il Sindacato dei giornalisti.

La Fnsi e l’Usigrai, infatti, che non hanno mai smesso – neppure di fronte alle provocazioni più aspre e ingiustificate – di esigere l’apertura  della discussione di merito: in primo luogo sul rinnovo della concessione del servizio pubblico radiotelevisivo e sulla lotta all’evasione del canone, insieme con la messa in campo di una vera progettualità editoriale avanzata. Il Senato  ha modificato il decreto del Governo, tenendo conto anche di queste osservazioni per la parte relativa ad una diffusa e radicale presenza della Rai su tutto il territorio nazionale. E’ una prima indicazione di missione che deve entrare in un progetto più vasto, peraltro, richiesto dall’EBU (Associazione dei Servizi Pubblici Europei), che ricorda il dovere di mettere in stretta relazione qualsiasi intervento sulle risorse con gli obblighi e, appunto, la missione del servizio stesso.  E’ di tutta evidenza,quindi, che la stessa questione dei tagli di 150 milioni di euro  (al di là degli aspetti di legittimità) non può essere considerata archiviata fino a quando non sarà completata la discussione per il processo di riforma dell’azienda e non sarà definito un nuovo quadro di sistema ad elevato standard europeo in tema di conflitti di interesse, antitrust, e mercati pubblicitari. Fnsi e Usigrai continueranno il lavoro su questi punti con chiarezza e determinazione perché queste sono le cose che contano davvero, avendo ben chiaro che lo sciopero è uno strumento, non il fine dell’attività sindacale e sociale”. Roma, 6 giugno 2014

RAI: SIDDI (FNSI), BENE SEGNALI RENZI, DUBBI SU FORME TAGLI

"Parlando di esigenza di riformare le regole Rai a partire da governance e antitrust, Renzi ci ha dato oggi un bel segnale sulla svolta rilevante che intende avviare per il servizio pubblico". A sottolinearlo oggi, a Padova, è stato Franco Siddi, segretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi). "Finalmente nel merito del cambiamento - ha proseguito Siddi - l'indirizzo pare quello giusto: ora si tratta di ampliare l'orizzonte su conflitto di interessi e sul riordino del sistema editoriale italiano". Secondo Siddi "rimangono riserve su forme e modi del taglio di 150 milioni di euro previsto sulle risorse Rai, ma è necessario in ogni caso ripartire dal progetto". Siddi è intervenuto a Padova alla presentazione del libro "Il coraggio della verità , l'Italia civile di Giuseppe Fiori", il giornalista scomparso nel 2003 che fu anche vicedirettore del Tg2 e direttore di Paese Sera. "Fiori ci ha lasciato una grande lezione sul pluralismo e sul servizio pubblico - ha sottolineato Siddi - lezione che oggi va riletta e interpretata". (PADOVA, 7 GIUNO - ANSA)

 

USIGRAI SU RENZI

Il primo passo per permettere alla Rai il rilancio come Servizio Pubblico è liberarla dal controllo dei partiti e dei governi.
E liberare l'intero sistema editoriale dai conflitti di interessi.
Basta con le parole, Renzi passi ai fatti: avanzi proposte su queste due riforme e ne chieda l'immediata calendarizzazione in parlamento.
La nuova Rai parte da quella libertà e indipendenza che le sono state negate dal guinzaglio partitocratico.
Altrimenti nessuna nuova strategia è possibile.
E le prime vittime continueranno ad essere i cittadini, le risorse interne (troppo spesso marginalizzate e sottoutilizzate) e la meritocrazia. Con conseguenti sprechi, quelli sì da combattere. 7 giugno 2013

Esecutivo Usigrai

RAI: ART.21, BENE RENZI SU RIFORMA E GOVERNANCE. MANCA CONFLITTO DI INTERESSI

"Ci è capitato, come associazione Articolo21, di dissentire da modi e forme con le quali il governo ha compiuto alcune scelte in materia di Rai e di prelievo forzoso del canone. Proprio per questo ci sembra
oggi doveroso accogliere positivamente l'annuncio dato dal presidente Renzi relativo alla prossima presentazione della riforma della Rai, del rafforzamento della sua autonomia da governi e partiti e che,
contestualmente, sarà riformata anche la legge Gasparri, con particolare riferimento alle normative anti trust". Lo affermano in una nota Giuseppe Giulietti e Federico Orlando, portavoce e presidente di Articolo21.
"Ci permettiamo di segnalare che, a questo percorso riformatore, sarebbe opportuno aggiungere la previsione di una nuova fonte di nomina anche per le autorità di garanzia e di controllo del settore e
la definizione di una rigorosa legge sul conflitto di interessi. Ora più che mai sarebbe il caso che, anche all'interno della Rai, si aprisse un "cantiere" per accelerare l'eliminazione di doppioni, sovrapposizioni, sprechi per rimettere al centro della discussione il grande tema della qualità della offerta che dovrebbe diventare il vero assillo quotidiano e il grande tema del confronto, dentro e fuori l'azienda". 7 giugno 2013 da http://www.articolo21.org/

L'USIGRAI HA SOSPESO LO SCIOPERO DEI GIORNALISTI

L'Usigrai è riuscita a ottenere che si mettesse al centro dell'agenda politica il futuro e lo sviluppo della Rai Servizio Pubblico. E' su questo che continuerà sempre più forte e determinato l'impegno e la mobilitazione delle redazioni. Non accetteremo politiche di corto respiro. L'Usigrai sospende lo sciopero dell'11 giugno. La decisione arriva dopo il voto a larghissima maggioranza delle assemblee tenute nelle ultime 48 ore in tutte le redazioni d'Italia, alle quali il sindacato dei giornalisti della Rai aveva chiesto il congelamento dello sciopero alla luce delle positive novità ottenute grazie all'iniziativa sindacale di queste settimane.La riforma della Rai, l'anticipo della Concessione di Servizio pubblico di 2 anni, la lotta all'evasione del canone, norme per "rottamare" i partiti e i governi del controllo della Rai, sono finalmente al centro del dibattito politico, così come chiesto dall'Usigrai nell'assemblea aperta dell'8 maggio a Roma.
Ora vediamo se il governo è in grado di tenere il passo della sfida riformatrice o sono solo annunci.
Restano tutte le preoccupazioni e contrarietà per la vendita di quote di RaiWay fatta solo per far cassa, senza una idea strategica per il Paese sul tema delle torri di trasmissione.
E la nostra convinzione che il prelievo di 150 milioni di euro, versati dai cittadini per il Servizio Pubblico, sia illegittimo. Su questo, governo e parlamento devono una risposta anche all'Ebu (l’Associazione dei Servizi pubblici europei), che ha lanciato l'allarme al presidente della Repubblica Napolitano sul rischio per l'indipendenza del Servizio Pubblico.
Riterremmo grave che il Direttore generale della Rai e il CdA non agissero a tutela del patrimonio aziendale avviando urgentemente un ricorso.
Urgenza che invece il Dg, senza neanche essere riuscito a parlare con il presidente del Consiglio per chiedere i programmi del governo sul Servizio Pubblico, ha ritenuto di dover avere per mettersi a lavorare sulla vendita di RaiWay e potendo così scrivere un nuovo piano industriale, ancor di più immotivato alla luce del fatto che il prelievo non è strutturale.
In ogni caso, prima di ipotizzare qualunque progetto, il Dg si facesse chiarire dall'azionista margini e tempi del suo mandato.
Pur assumendo una decisione diversa da altre sigle sindacali, pretendiamo il massimo rispetto per chi ha scelto di confermare lo sciopero: un diritto garantito dalla Costituzione che non può essere deriso con commenti e termini sprezzanti.

RAI: SERENI, USIGRAI SAGGIA, RIFORME E RISPARMI NECESSARI

"La decisione del sindacato dei giornalisti Rai di sospendere lo sciopero proclamato per l'11 giugno è una scelta saggia che, sono certa, sarà apprezzata da tutti gli italiani che hanno a cuore la televisione pubblica e che non avrebbero capito, in un momento di difficoltà e di sacrifici per tutti, un arroccamento corporativo". Lo dice Marina Sereni, vice presidente della Camera.
"Modernizzare la radio televisione italiana, riformarla nelle strutture e nella gestione, proteggerla da chi, evadendo il canone, ne indebolisce l'esistenza e l'indipendenza, affrancarla dalle pressioni politiche: questo dovrebbe essere l'impegno di tutti quelli che 'fanno' la Rai. Dall'azionista, il Tesoro, ai conduttori, ai giornalisti, agli operatori, agli impiegati, ai sindacati tutti", continua la Sereni. "La discussione è aperta - conclude - per chi vuol confrontarsi sul ruolo della tv di Stato senza pregiudizi e soprattutto senza supporre che riforme e risparmi siano necessari ovunque e per tutti tranne che per la Rai".  (ROMA, 6 GIUGNO - ANSA)

FNSI-USIGRAI: SEMPRE CON CHI PROMUOVERÀ LA RIFORMA
IMPEGNO DEL GOVERNO E DELLA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO

Non siamo interessati alle polemiche e proprio per questo continuiamo a ritenere che l'unica strada possibile per uscire dal muro contro muro sia quella di anticipare al 2014 la discussione sul rinnovo della concessione tra Stato e Rai prevista per il 2016. Quella potrà e dovrà essere la sede per discutere e definire, come per altro ha detto lo stesso presidente Renzi, compiti, fini e missione del servizio pubblico. Chiediamo, perciò al Governo, di formalizzare l'immediata apertura della discussione sul rinnovo della concessione di servizio pubblico, per la quale si è detto pronto il sottosegretario alle Comunicazioni, Giacomelli, anche nel quadro più ampio di confronto con il sottosegretario alla Presidenza Luca Lotti.
Mai come in questa occasione la discussione dovrà essere pubblica ed andare oltre i confini della politica e del sindacato, coinvolgendo nel processo anche i cittadini che pagano un canone di abbonamento.
Questa sarebbe davvero una straordinaria novità, nel metodo e nel merito.
Al governo, infine, alla vigilia del semestre di presidenza italiano chiediamo di recepire le indicazioni più volte formulate dalle istituzioni europee in materia di conflitto di interesse, di normative anti trust e di autonomia del servizio pubblico da ogni indebita interferenza, a cominciare dalle modalità di nomina dei gruppi dirigenti.
La Fnsi e l'Usigrai staranno, come sempre, dalla parte di chi promuoverà l'inevitabile e sacrosanto progetto di riforma. 2 giugno 2014
Franco Siddi, Segretario Fnsi
Vittorio di Trapani, Segretario Usigrai


RAI: SIDDI (FNSI), DOPO INTERVENTO EBU PIÙ CHE MATURA DISCUSSIONE DI MERITO

 “L’avviso del direttore generale dell’EBU (European Broadcasting Union), Ingrid Delterne,  sul prelievo di 150 milioni di euro alla Rai, è un motivo di più perché, senza e fuori dalla propaganda, sommessamente si affrontino tutte le questioni in campo relative all’assetto di oggi e al futuro del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia. Ogni intervento sulle risorse – fa notare l’EBU – va messo in stretta correlazione con gli obblighi di servizio pubblico: “Non si può ridurre il finanziamento se prima non si è rivista la missione e l’organizzazione” del servizio stesso. Le scelte fatte ieri dalle Commissioni Bilancio e Finanza del Senato, che hanno ribadito l’obbligo di solide strutture redazionali regionali sono una prima risposta, alla quale debbono aggiungersene altre, da riconnettere anche alla discussione sul canone.  E’ importante che l’Italia non si allontani dai parametri delle convenzioni europee per le Tv pubbliche e che, perciò, lo shock del taglio deciso dal Governo si trasformi in una discussione ampia, aperta e di merito per una riforma profonda della Rai. Sarà bene  avere presenti anche gli avvisi degli organismi internazionali perché il nostro sistema radiotelevisivo pubblico sia quanto più armonizzato, per impianto e missione,  ai modelli europei avanzati: governance liberato dai partiti e dagli esecutivi, chiarezza di missione, responsabilità di gestione attraverso meccanismi di conduzione editoriale ed economica indipendenti, regolazione dei conflitti di interesse e antitrust. Il tempo della discussione aperta, e soprattutto di merito, è più che maturo. E i propositi espressi dal Sottosegretario Giacomelli non possono che subire una accelerazione anche a seguito della sollecitazione dell’EBU”. 4 giugno 2014

USIGRAI SU EBU E GIACOMELLI

La presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, ha posto in Commissione di Vigilanza uno dei temi cardine: per fare un nuovo piano industriale è indispensabile conoscere i piani sul Servizio pubblico dell'azionista, quindi del governo.
Per questo è indispensabile che si apra con urgenza il confronto annunciato dal sottosegretario Giacomelli, che tenta in tutti i modi di trascinarci in una polemica sterile.
Per noi contano i fatti: quindi attendiamo l'annuncio da parte del governo della calendarizzazione in aula di disegni di legge per la riforma dei criteri di nomina dei vertici della Rai, sui conflitti di interesse e normativa antitrust.
Sul tavolo da subito le preoccupazioni espresse dall'Ebu nella lettera inviata al presidente della Repubblica Napolitano sul taglio di 150 milioni e le ricadute sulla libertà e l'indipendenza del Servizio Pubblico.
Esecutivo Usigrai

 

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA, FRANCO SIDDI, HA DICHIARATO:

“Piano piano la vicenda Rai esce dalla propaganda urlata e viene incanalata sul confronto di merito per il futuro del servizio pubblico. Ieri l’impegno del Governo, con il Sottosegretario alle Comunicazioni Giacomelli, ad aprire subito la discussione sul rinnovo della concessione del servizio pubblico dal 2016. Oggi importante passo avanti in sede parlamentare, con il ripristino chiaro della norma che conferma l’obbligo di solide strutture redazionali della Rai nelle Regioni, come previsto dall’emendamento “Margiotta – Lai – Fornaro” votato dalla Commissione Bilancio del Senato. Si tratta di due passaggi che vanno nella direzione sollecitata dalla Fnsi e dall’Usigrai, come condizioni di base dell’avvio di un nuovo processo della Rai, che deve cambiare, migliorare costando di meno ma non perdere la funzione di servizio pubblico radiotelevisivo qualificato e da ulteriormente qualificare in tutto il Paese. L’equazione facile tagli di risorse - tagli di teste, cioè di posti di lavoro e strutture dell’informazione, non regge. Dai “ragionieri tagliatori”, occorre ora passare ai soggetti portatori di innovazione e progetti che si misurino sulla sfida di un cambiamento in termini di qualità e efficienza”. 3 giugno 2014

RAI: ENTRO DOMANI USIGRAI DECIDE SU SCIOPERO, GLI ALTRI CONFERMANO SALVO CISL CESTARO (SLC CGIL), DOPO L'11 GARANTE APRIRA' COME DI PRASSI ISTRUTTORIA

Tra questa sera e domani mattina l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, completerà le consultazioni che ha avviato con tutte le redazioni sullo sciopero indetto per mercoledì prossimo. Oggi si tengono in successione assemblee di redazione di Tg1, Tg2, Tg3, Rainews e varie sedi locali. Consultazioni dalle quali emergerà la decisione finale sullo sciopero dell'11 giugno, contro il dl Irpef, ritenuto illegittimo dalla Commissione di Garanzia sugli scioperi.
Sul fronte del personale Rai non giornalistico, invece, lo sciopero, come spiega all'Adnkronos, il segretario generale della Slc Cgil, Massimo Cestaro, "eccetto il caso della Fistel Cisl, è confermato da tutte le altre sigle: Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind Confsal".
"Poi -chiarisce Cestaro, a due giorni dalla valutazione di non conformità fatta dal Garante- dopo che lo sciopero sarà stato effettuato, la Commissione di Garanzia aprirà un'istruttoria per verificare se effettivamente lo sciopero ha compromesso il servizio pubblico. Si aprirà, quindi, un confronto fra Commissione e organizzazioni dei lavoratori che potrebbe approdare ad una visione comune, oppure 'spostarsi' sul piano legale. In quest'ultimo caso si andrà in giudizio e se il giudice dovesse decidere che il sindacato ha torto, la Commissione di Garanzia dovrà comminare sanzioni pecuniarie". (ROMA, 5 GIUGNO - ADNKRONOS)

RAI: GIACOMELLI, TRIPARTIZIONE TESTATE GIORNALISTICHE È SUPERATA

"Io penso che sarebbe già dovuto accadere. La Rai è ancora organizzata su una tripartizione che è frutto dell'accordo politico del 1975 e funziona ancora sul sistema degli 'editori di riferimento', per citare Bruno Vespa.
Ma gli editori di riferimento sono scomparsi e il contesto è totalmente cambiato, eppure la tripartizione sopravvive".
Risponde così Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni e frequenze, in un'interista a RadioTv News (newsletter di Confindustria Radio Televisioni) alla domanda se sarebbe giusto ridurre, in un quadro di riforma del sistema informazione Rai, le testate giornalistiche.
A parere del sottosegretario "la Rai deve riorganizzare il proprio modello informativo sulla base della nuova realtà, non tanto politica quanto culturale e sociale, deve trovare il modo di ridare identità, da un punto di vista culturale ma anche di utilità aziendale, alle reti che ha. Insomma deve creare un nuovo modello editoriale". (ROMA, 5 GIUGNO - AGI)

 

RAI: GIACOMELLI, NESSUNA TASK FORCE PER RIFORMA
FUTURO AZIENDA NON È SOLO PER ADDETTI AI LAVORI

"Sì, ho letto anch'io con interesse di task force, comitati e commissioni sulla Rai". Così il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, contattato dall'ANSA, commenta le indiscrezioni pubblicate da alcuni giornali sulla riforma dell'azienda pubblica.
"Posso dire che cercheremo e ascolteremo il contributo di tutti, ma questo governo non considera il futuro del servizio pubblico come un tema solo per addetti ai lavori. Intendiamo promuovere una riforma complessiva del settore della comunicazione che aiuti il sistema paese in uno scenario totalmente cambiato. Il primo passo saranno le idee che, con Luca Lotti, presenteremo a luglio agli Stati generali dell'editoria". (ROMA, 4 GIUGNO - ANSA)

RAI: TARANTOLA, DA DECRETO IMPATTI RILEVANTI
INFORMATO AZIONISTA CON LETTERA, NESSUN INTENTO POLEMICO

Il decreto "determina impatti rilevanti per l'azienda". Lo ha detto il presidente Rai, Anna Maria Tarantola, in Commissione di Vigilanza. "Di tali impatti, con lettera a firma congiunta mia e del Direttore Generale, abbiamo informato l'azionista. La lettera non ha nessun intento polemico; è solo una doverosa informazione all'azionista degli effetti del Decreto".
"Secondo quanto ci è stato riferito dal Direttore Generale - ha proseguito Tarantola -, il minore introito da canone di 150 milioni previsto dall'art. 21, si aggiunge a circa 50 milioni di minori ricavi da canone stimati nel 2014 per effetto della maggiore morosità e del mancato adeguamento del canone".
"In relazione a ciò, nonostante la costante ed incisiva azione di efficientamento - ha proseguito - si determinerebbe, già a partire dal settembre 2014, una perdita quantificabile in 162 milioni con impatti sul capitale sociale - già esiguo – che a settembre si ridurrebbe di più di un terzo e il mancato rispetto dei covenants bancari a partire da dicembre, con impatto negativo tanto in termini di condizioni, quanto di potenziale accelerazione del rimborso".
Tarantola ha chiarito che la lettera inviata all'azionista "è solo una doverosa informazione all'azionista degli effetti del Decreto Legge 66 e delle azioni che si rendono necessarie per il suo rispetto". (ROMA, 4 GIUGNO – ANSA)

USIGRAI SU COMM. BILANCIO

L'anticipo di due anni della Concessione di Servizio Pubblico, la riforma del canone per recuperare l'evasione e la conferma di redazioni Rai in ogni regione.
Sono le novità importanti arrivate tra ieri sera e oggi.
Si tratta di passaggi che finalmente aprono, come da tempo chiede l'Usigrai, il confronto sul futuro del Servizio Pubblico.
Su questi temi, come già annunciato ieri, consulteremo i nostri organismi sindacali per le valutazioni del caso sullo sciopero, avviate ben prima del parere della Commissione di Garanzia.
Resta la nostra contrarietà nel metodo e nel merito al taglio di 150 milioni di euro, sul quale abbiamo presentato il parere di incostituzionalità del prof.Pace, fondato anche sui principi europei sull'indipendenza dei Servizi Pubblici. 3 giugno 2014

FNSI E USIGRAI SU GIACOMELLI

I temi del confronto posti dal Sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, a partire dall'anticipo al 2014 del rinnovo della Concessione, sono quelli che avevamo posto noi come centrali per il futuro e il rilancio della Rai.
Si tratta di una apertura importante.
L'Usigrai convocherà i propri organismi dirigenti per valutare le decisioni da assumere sullo sciopero. 2 giugno 2014
Franco Siddi, Segretario Fsni
Vittorio di Trapani, Segretario Usigrai

FNSI E USIGRAI

Dopo la fase di tensione, si sta creando quel filo di dialogo indispensabile alla riforma della Rai e al rilancio del Servizio Pubblico.
In questa direzione va la dichiarazione del vice segretario del Pd, Debora Serracchiani, che perfettamente coglie che il contesto più proficuo per superare il muro contro muro è quella della riforma dell'intero sistema.
E' questa la strada giusta. Percorrerla è doveroso, prima e più di ogni altra cosa.
Così come le parole di questa mattina di Salvatore Margiotta, vice presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, dove si è aperto un importante confronto al quale parteciperemo con lo spirito costruttivo e innovatore di sempre.
Su questo terreno eravamo pronti ieri e preparati alla sfida sul cambiamento più che mai, fuori da ogni forzatura parolaia. 2 giugno 2014
Franco Siddi, Segretario Fnsi
Vittorio di Trapani, Segretario Usigrai

 

RAI: CHOC TAGLI SIA SALUTARE. GOVERNO METTA SUBITO IN CAMPO RIFORMA. SIDDI PER FNSI

"Lo choc sui tagli alla Rai si trasformi al più presto in una cura salutare: il Governo metta sul campo una riforma profonda prima che si combinino guai per eccesso di polemiche sui titoli dei media. Se la sfida è per una migliore qualità del servizio pubblico - come ha spiegato oggi il presidente Renzi - la partita non è quella dei "ragionieri tagliatori". A questo punto ci siano messaggi ancora più chiari e ci si metta all'opera per rinnovare la Rai e la qualità della legislazione italiana in tema di autonomie e di assetti del sistema e degli equilibri editoriali. La rivoluzione è necessaria in tema di riorganizzazione e nuova governance del servizio pubblico anche attraverso il nuovo contratto di servizio, nuove norme su antitrust e mercato pubblicitario, conflitto d'interessi, ridefinizione dei poteri di controllo. Si avvii subito, allora, la discussione di merito, utilizzando positivamente lo choc del recupero di 150 milioni di euro chiesto dal Presidente del Consiglio alla Rai e dando un'agenda precisa nei tempi e nei temi al confronto anticipato sul rinnovo della concessione, cui il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli , ha detto di volersi dedicare con immediatezza. Renzi, tra una battuta polemica e l'altra nell'acceso dibattito mediatico sui 150 milioni di tagli alla Rai, ha lanciato indicazioni piuttosto interessanti, come la volontà del Governo di non pretendere nomine di direttori di fiducia e di mettere alla porta i partiti dalla gestione e dell'azienda, esigendo una sua organizzazione moderna e efficiente. Se il discorso sui 150 milioni da tagliare viaggia su questi binari e non su quello dei "ragionieri tagliatori" che pensano in primo luogo ai tagli dei posti di lavoro e portano fuori strada, la rotta sarà quella giusta. Chi, nel settore editoriale privato, ha fatto di questo punto (tagli di organici a prescindere) il suo cavallo di battaglia ha perso e combinato solo pasticci. Il sindacato dei giornalisti - dall'Usigrai che organizza i colleghi dell'azienda pubblica - alla Fnsi - organizzazione unitaria della categoria - sarà ancora in campo per il rinnovamento, nel confronto anche radicale, per la tutela del lavoro ( tantissimo è di buona qualità ) dei giornalisti e degli operatori della Rai, in un'azienda finalmente moderna e rappresentativa in tutto il Paese" 1 Giugno 2014
Franco Siddi
Segretario Fnsi

USIGRAI SU RENZI

Finalmente siamo al cuore del tema: finalmente si parla di riforma della Rai Servizio Pubblico.
Se è questa la partita che Renzi vuole fare noi ci stiamo.
Del resto, lo chiediamo da anni.
Ma ora Renzi agisca subito: fissi le tappe, con tempi certi e serrati. Noi diciamo che si può fare in 60 giorni in 5 mosse: rinnovo della concessione subito nel 2014, rottamazione dei partiti e dei governi dal controllo della Rai, lotta all'evasione, canone sociale, e riorganizzazione aziendale.
Non vediamo l'ora di fare una bella operazione verità sui conti, per colpire i veri sprechi: appalti, consulenze esterne, produzioni esterne, contratti di collaborazione inutili e superpagati, e che fanno comodo a qualcuno e vanno contro gli interessi di tutti, mentre in azienda si consentono marginalizzazioni e sottoutilizzazioni. 1 Giugno 2014
Esecutivo Usigrai

RAI NON SIA USATA COME CLAVA. CONFRONTO SUBITO PER RIFORMA
DICH.NE DI FRANCO SIDDI, SEGRETARIO FNSI

"Basta con l'uso della Rai come clava per regolamenti di conti improponibili, additando il taglio di fondi per 150 milioni come un risarcimento al Paese che soffre e le proteste contro questa manovra, che l'azienda comincia a declinare verso l'annuncio di riduzione degli organici, come un attentato alla solidarietà necessaria per risanare i conti pubblici. Intanto, anche su questo punto, forse, un po' di approfondimento non farebbe male. E' vero o no che quasi 4 mila persone su 13 mila dipendenti Rai stanno nelle fasce basse di stipendio che hanno diritto al bonus di 80 Euro, per finanziare il quale è stato deciso dal Governo un piano di tagli? Come in tutte le grandi aziende, ci sono ricchi e poveri e la Rai non può essere un luogo di puro esercizio di "ragionieri tagliatori" che eliminano per prima cosa posti di lavoro.
E' possibile, invece, che la Rai possa essere fatta meglio e spendendo meno? Si ed è possibile farlo avviando una vera sfida riformista secondo i migliori esempi europei, presto, con un'operazione che qualificherebbe assai il semestre di presidenza italiana: fonti di nomina, antitrust, conflitto di interesse, riorganizzazione aziendale e nuovo piano editoriale devono stare subito in primo piano sul tavolo delle riforme e del confronto.
Sugli scioperi e sulle manifestazioni di protesta, differenze e scontri non mancano certo, ma l'apertura del sottosegretario alle comunicazioni, Antonello Giacomelli, alla discussione anticipata per il rinnovo della concessione del servizio pubblico radiotelevisivo dal 2016 e' un segnale interessante e positivo. Occorre essere conseguenti e affrontare partendo da li un confronto serio e a tutto campo, dove verrà in evidenza chi davvero vuole riformare. L'Italia ha un'occasione per trovare, rispetto a un indirizzo governativo declinato invece oggi da ragionieri tagliatori, una svolta che la ponga all'avanguardia. La Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, come sempre sarà dalla parte di chi voglia rifare riforme profonde che qualifichino profondamente il servizio pubblico radiotelevisivo in tutto il Paese. E per questo, con la sua caratteristica di autonomia e unità, non si farà tirare la giacca da nessuno, tantomeno da piccoli o grandi neotrasformisti che abbiamo visto in passato ben celati per preservare se stessi o che plaudevano per liste di proscrizione". 31 maggio 2014
Franco Siddi
Segretario Federazione Nazionale della Stampa Italiana

 

RAI: GIULIETTI, ANTICIPARE RINNOVO CONVENZIONE

"Abbiamo un grande rispetto per tutte le posizioni in campo sulla vicenda Rai, ma abbiamo la spiacevole sensazioni che, modi e forme della discussione, stiano favorendo la formazione di schieramenti innaturali che consentono, a chi ha votato leggi ad personam e ad aziendam, e persino plaudito alle peggiori gestioni della Rai, di travestirsi da neo difensori del servizio pubblico e da custodi dell'articolo 21 della Costituzione". Lo afferma in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti.
"Dal momento che queste ammucchiate non ci convincono, ci permettiamo di chiedere al Governo e al Parlamento di calendarizzare subito la discussione sulle proposte di legge relative alla nuova fonte di
nomina della Rai, alle normative antitrust, al conflitto di interesse.
Sarà interessante vedere chi e perché si opporrà. Contestualmente sarebbe essenziale avviare il confronto sul riassetto industriale ed editoriale definendo, in modo non burocratico, le linee guida che dovranno ispirare il futuro di una "Grande impresa culturale" per usare le parole del presidente Renzi. Perché non aprire da subito la trattativa sul rinnovo della convenzione prevista per il 2016? Questo consentirebbe di andare oltre lo scontro,pur legittimo, su modi e forme del taglio operato sul canone, e di aprire invece un limpido e salutare conflitto tra chi intende, e non solo alla Rai, difendere conflitti di interesse, posizioni dominanti, feudi e lotti, e chi invece vorrebbe riformare radicalmente l'intero settore".
"Mai come in questo momento - conclude Giulietti - alla vigilia del semestre di presidenza italiana, sarebbe davvero il caso di recepire tutte le indicazioni comunitarie e di consentire alla Italia di risalire posizioni su posizioni nelle graduatorie internazionali in materia di libertà dei media". 31 maggio 2014 Da www.articolo21.info

 

LA RIDUZIONE DI 150 MILIONI DI EURO ALLA RAI NEL 2014
11 GIUGNO SCIOPERO LAVORATORI E GIORNALISTI CONTRO TAGLI

Sindacati Rai compatti: l'11 giugno sarà sciopero dei dipendenti del servizio pubblico radiotelevisivo, giornalisti compresi. E sarà anche manifestazione a Roma. La giornata di mobilitazione proclamata dalle segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf Sal e Usigrai è contro il taglio di 150 milioni previsto dal Dl. 66/2014, che a detta degli stessi sindacati "mostra evidenti profili di incostituzionalità". Un taglio delle risorse derivanti dal canone che è definito "drastico" e che "non colpisce gli sprechi ma i posti di lavoro, creando le condizioni per lo smantellamento delle sedi regionali e ancor peggio per la svendita di Rai Way alla vigilia del 2016 (data in cui dovrà essere rinnovata la concessione per il servizio pubblico), lasciando intravedere inquietanti ritorni a un passato fatto di conflitti di interessi e invasione di campo dei partiti e dei governi.
Indicare in Raiway e nelle sedi regionali i luoghi verso cui operare vendite o riduzioni significa infatti far morire la Rai e compromettere seriamente il rinnovo della concessione per il servizio pubblico". A parere dei sindacati, "il dibattito sul fatto che in tempi di crisi anche la Rai 'deve contribuire al risanamento del Paese' (riferimento alle parole del premier Renzi nel corso di una trasmissione del servizio pubblico, ndr) risulta infatti affascinante quanto fuorviante, perché nasconde, dietro un'affermazione condivisibile, un'operazione poco trasparente, che rischia di mettere in ginocchio il servizio pubblico e la tenuta occupazionale nella più grande azienda culturale del Paese".
Secondo le sigle sindacali unitarie "altro tema, lo abbiamo già detto, è quello della discussione su come ridurre gli sprechi e riformare la più grande azienda culturale del Paese, rispetto al quale i sindacati sono come sempre disponibili al confronto. Un confronto che non puo' avvenire se il campo non verrà sgombrato dall'idea che la rete possa essere usata per fare cassa". (ROMA, 30 MAGGIO - AGI) ALESSANDRO PACE: È UNA MANIFESTA ILLEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE
SECONDO IL GIURISTA SAREBBE UNA VERA E PROPRIA "APPROPRIAZIONE INDEBITA" La riduzione di 150 milioni di euro nel 2014 alla Rai, prevista dal quarto comma del decreto 66/2014, e' "incostituzionale" e i consiglieri di amministrazione di viale Mazzini che non votassero per opporsi potrebbero risponderne "personalmente". A dirlo, Alessandro Pace, gia' presidente dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, nella relazione chiesta e presentata oggi dall'Usigrai. "Non vi sono dubbi sulla manifesta illegittimita' costituzionale del quarto comma del decreto", e' il parere di Pace. Quella riduzione sarebbe "appropriazione indebita" in quanto "il canone di abbonamento e' un'imposta di scopo e quelle entrate non vanno nel bilancio generale".
Secondo la sua relazione, dunque, "la Rai, lesa da tale decreto legge" avrebbe "un vero e proprio diritto di credito nei confronti dello Stato: un diritto di credito preciso nel suo ammontare - pari a 150 milioni di euro - di cui la concessionaria pubblica ben potrebbe chiedere l'accertamento e la conseguente condanna dello Stato dinanzi al giudice civile non appena il decreto fosse convertito in legge". Di conseguenza, aggiunge Pace, "penso che gli amministratori in buona fede non abbiano difficolta' perche' la Rai si costituisca in giudizio, rivolgendosi al Tribunale Civile di Roma". Se cosi' non accadesse, "immagino ci sara' un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti per far valere la responsabilita' amministrativa contabile". E attenzione, conclude Pace, perche' "i consiglieri che si opponessero con successo a procedere con il ricorso", in quanto amministratori pubblici chiamati a "tutelare" l'azienda "sarebbero considerati patrimonialmente responsabili per il danno creato e ne risponderebbero personalmente". (ROMA, 27 MAGGIO - ANSA) RAI: USIGRAI, RICORSO CONTRO DL IRPEF E SUBITO RIFORMA PACE, CONSIGLIERI RISPONDONO PERSONALMENTE. VERRO, CDA LO IMPUGNI "L'Usigrai non si oppone alla riforma della Rai. Anzi, siamo convinti si possa fare in 60 giorni a partire da domani mattina. Ma il decreto presentato dal governo non è la strada giusta ed è anche incostituzionale". A lanciare l'appello, il segretario del sindacato dei giornalisti Rai, Vittorio Di Trapani, 'confortato' dal parere pro veritate chiesto ad Alessandro Pace, già presidente dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, sul dl Irpef. Una questione che torna domani sul tavolo del cda della tv pubblica, anche con un ordine del giorno presentato da Antonio Verro che punta ad accelerare sul ricorso chiedendo al consiglio di esprimesi.
"Con questo decreto - commenta Di Trapani - nei fatti il governo torna pienamente nella gestione aziendale della Rai. Come sindacato agiremo laddove è in nostro potere, ma invitiamo a muoversi anche le associazioni dei consumatori. Non è questa la strada per riformare la Rai. Piuttosto, accantoniamo il decreto, sediamoci a un tavolo domani mattina con Parlamento, Governo e azienda e la riforma in 60 giorni si può fare'". Una riforma che però, aggiunge, "preveda nuove fonti di nomina per rottamare il controllo dei partiti, lotta all'evasione, un nuovo canone sociale e il rinnovo del contratto di servizio, oggi, non nel 2016, anche per superare la tripartizione ormai obsoleta dell'azienda".
"Per un costituzionalista, qui c'è da inzuppare le mani", esordisce Pace illustrando il suo parere alla stampa. Sotto accusa innanzitutto la riduzione di 150 milioni di euro prevista per il 2014, della quale i consiglieri di amministrazione potrebbero essere chiamati a rispondere personalmente. "Non vi sono dubbi sulla manifesta illegittimità costituzionale del quarto comma del decreto", scrive Pace. E' "appropriazione indebita", spiega, in quanto "il canone di abbonamento è un'imposta di scopo e quelle entrate non vanno nel bilancio generale". Oltre all'inopportunità di tale taglio alla vigilia di un evento come i Mondiali di calcio, secondo la sua relazione "la Rai, lesa da tale decreto legge" avrebbe "un vero e proprio diritto di credito nei confronti dello Stato: un diritto di credito preciso nel suo ammontare - pari a 150 milioni di euro - di cui la concessionaria pubblica ben potrebbe chiedere l'accertamento e la conseguente condanna dello Stato dinanzi al giudice civile non appena il decreto fosse convertito in legge".
Di conseguenza, aggiunge Pace, "penso che gli amministratori in buona fede non abbiano difficoltà perché la Rai si costituisca in giudizio, rivolgendosi al Tribunale Civile di Roma". Una volta accertata "l'incostituzionalità della 'riduzione' del credito - prosegue - questo si riespanderà automaticamente. Per cui la condanna dello Stato sarà sostanzialmente un tutt'uno con l'accertamento". Se invece non vi fosse opposizione e il decreto venisse tramutato in legge, "immagino ci sarà un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti per far valere la responsabilità amministrativa contabile". E, attenzione, conclude Pace, perché "i consiglieri che si opponessero con successo a procedere con il ricorso", in quanto amministratori pubblici chiamati a "tutelare" l'azienda "sarebbero considerati patrimonialmente responsabili per il danno creato e ne risponderebbero personalmente".
Non meglio va anche alle disposizioni del decreto sulle sedi regionali e sulla possibilità concessa all'azienda di "cedere sul mercato quote di società partecipate" con Raiway. Del parere di Pace, "prima ancora che la stampa - spiega Di Trapani - abbiamo informato il vertice dell'azienda. La presidente Tarantola ha annunciato che domani porterà la relazione in consiglio". Intanto "già stamattina" Verro ha presentato il suo ordine del giorno: "La funzione di tutela del pluralismo - spiega il consigliere - sottrae la Rai dalla sfera di azione diretta del governo sia sulla gestione della Rai stessa che sulle relative modalità di finanziamento. L'indipendenza economica ed organizzativa è uno dei pilastri che delinea la natura stessa del servizio pubblico". (di Daniela Giammusso) (ROMA, 27 MAGGIO - ANSA) USIGRAI SU RAI

Inaccettabili le due velocità dell'azienda. Solerte nell'eseguire l'ordine di vendere RaiWay, lentissima nel chiedere il parere di costituzionalità a tutela del patrimonio aziendale.
Come si spiega l'estrema lentezza del Dg della Rai e del CdA che hanno impiegato un mese prima di dare mandato a un costituzionalista per verificare la legittimità del taglio di 150 milioni? La decisione sul ricorso arriverà quando il decreto avrà avuto il via libera già da un ramo del Parlamento.
Invece, su RaiWay, grande velocità: il decreto ancora non era neanche pubblicato in Gazzetta Ufficiale che il settimo piano di Viale Mazzini era già al lavoro per disporre il collocamento in borsa.
Tutto questo senza aver ottenuto, preteso, dal governo-azionista chiarezza sul futuro della Rai e del Servizio Pubblico.
Il vertice di Viale Mazzini ha scritto al Ministero dell'Economia per annunciare le pesanti ricadute sull'azienda del taglio di 150 milioni.
Perché ora agisce senza neanche attendere una risposta? I dipendenti hanno il diritto di saperlo.
Ancora più urgente la proposta dell'Usigrai a governo e parlamento: accantonate il decreto e facciamo la riforma della Rai in 60 giorni, si può e si deve fare.
Esecutivo Usigrai USIGRAI SU RENZI E DG Riduzione del perimetro del Servizio Pubblico e conseguente taglio dell'organico.
E' questa la nuova scommessa culturale per la Rai di cui parla il presidente del Consiglio?
Perché questo è ciò che ha annunciato oggi il Direttore generale della Rai come conseguenza del taglio di 150 milioni.
E' questo quello che il governo vuole per la Rai?
Il Direttore generale agisce su mandato del governo?
Basta con gli slogan. Qui si sta parlando del lavoro di migliaia di persone.
Il governo condivide il piano annunciato dal Dg?
E' questo quello che il CdA della Rai ha annunciato con una lettera al Ministero dell'Economia, senza neanche ricevere risposta?
Lo diciamo al governo e parlamento: ora che le conseguenze vere del decreto sono state chiarite, fermatevi. L'Usigrai caparbiamente continua a dirlo: apriamo subito il confronto e in 60 giorni facciamo la riforma della Rai, per svilupparla e rilanciarla.
Esecutivo Usigrai Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e membro del Comitato direttivo del Sindacato mondiale di categoria (Ifj), Franco Siddi, in un incontro con il Segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, ha ribadito l’impegno della Fnsi e del Sindacato internazionale dei giornalisti (Ifj) per la difesa e il rilancio del servizio pubblico radiotelevisivo. Questa la sintesi della posizione espressa a nome della Fnsi: “L’innovazione della Rai e il rilancio del servizio pubblico non si misurano in una gara a chi è più bravo a toglierle soldi e farla funzionare con minori risorse. Bisogna stare attenti.Se passasse come conclusione sommaria di un dibattito in corso questa indicazione secca, entrerebbero in campo gli esperti, i ragionieri dei conti, non gli specialisti che sanno fare la radiotelevisione migliore per il Paese. La sfida non può essere allora quella sulla quantità dei quattrini da togliere alla Rai con sottrazione di una quota del canone, a prescindere, ma di rispondere alle tante domande poste dall’Europa e dalla società civile, in quasi venti anni, per una condizione operativa diversa per il servizio pubblico radioTv e per l’intero sistema dell’informazione in Italia.
Alla Rai va chiesto un progetto di azienda che individui obiettivi e prodotti editoriali e che, se possibile, costi di meno. Diversamente il rischio è di minare dalle fondamenta un bene del Paese esponendolo alle intemperie di un mercato drogato, che troppi guasti ha provocato e sicuramente ha alimentato costi, e forse, sprechi.
Naturalmente gli sprechi - se ci sono - vanno individuati, certificati chiaramente ed eliminati.
Ma attenzione: una linea di tagli, mentre manca la lotta all’evasione del canone e manca un’istanza chiara di una nuova missione di servizio su cui fare i conti, comporta rischi industriali gravi, e, per chi guarda al lavoro, il pericolo che, per salvare le star che costano e “fanno mercato”, siano sottopagati o mandati a casa i giovani e gli operatori che assicurano lavoro essenziale.
Detto questo, serve più servizio pubblico e più libero in Italia. Su questo ben venga, allora, e sia concreta la sfida del Presidente Renzi quando annuncia che la Rai non sarà mai più né dei partiti né del Governo.
Per rispondere allo spread che paga l’Italia, a livello internazionale – con richiami degli organismi istituzionali europei e delle agenzie di valutazione del grado di indipendenza e libertà dei media -, da qui si deve partire per valutare chi è davvero innovatore e chi invece sta nel campo conservatore. Non si può partire invece da tagli indistinti che possono mettere in ginocchio, a prescindere, azienda e tv pubblica.
La Fnsi chiede perciò l’apertura di un confronto a tutto campo tra pretesi innovatori e pretesi conservatori, senza reticenze e senza slogan precostituiti, sul merito delle cose e delle questioni reali che possono far compiere al Paese un balzo in avanti nella considerazione pubblica e nell’effettiva riqualificazione dei suoi servizi, compreso quello della radiotelevisione. E per dare un segnale chiaro che si vuole liberare la Rai dai partiti e dai governi, si deliberi subito una nuova fonte di nomina attraverso un provvedimento per una nuova governance.
In Parlamento ci sono ampi materiali utili da riprendere, a partire dai progetti Gentiloni, per tenere la Rai alla larga dal conflitto di interessi e dalle improprie invasioni politiche. Altri ce ne sono per il rinnovo della concessione di servizio pubblico. Altri ancora – che la Corte europea dei diritti dell’uomo ci chiede con forza – per correggere la legislazione illiberale sui reati a mezzo stampa.
In sede di Federazione Internazionale dei Giornalisti, la sofferenza per la condizione italiana su tutto questo – veramente di carattere conservatore – è grande e l’auspicio è che, passata questa fase di dibattito con molte personalizzazioni e forte caratura emozionale della comunicazione, si passi davvero a quel confronto a tutto campo attraverso il quale far emergere l’innovazione che conta per il bene del Paese, del pluralismo dell’informazione, della qualità e dell’efficienza del servizio pubblico radiotelevisivo. La Federazione nazionale della Stampa italiana, d’intesa con l’Usigrai, si impegnerà a fondo nella costruzione di una relazione sociale con i corpi intermedi e le istituzioni per una vera sfida riformatrice”. Roma, 15 maggio 2014 MARTEDÌ 27 MAGGIO CONFERENZA STAMPA DELL'USIGRAI Martedì 27 maggio, alle ore 15, presso l'hotel Nazionale di Roma, conferenza stampa dell'Usigrai.
Sarà presente il professor Alessandro Pace, già presidente dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, al quale il sindacato dei giornalisti della Rai ha chiesto un parere pro veritate sul decreto legge 66/2014. RAI: MARTEDI' CONFERENZA STAMPA USIGRAI E COSTITUZIONALISTA PACE SU DL IRPEF Martedì 27 maggio, alle 15, si terrà la conferenza stampa dell'Usigrai presso l'hotel Nazionale di Roma con il professor Alessandro Pace, già presidente dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, al quale il sindacato dei giornalisti della Rai ha chiesto un parere pro veritate sul decreto Irpef (dl 66/2014). Decreto che proprio martedì dovrebbe entrare nel vivo con le votazioni sugli emendamenti nelle commissioni congiunte Finanze e Bilancio del Senato. Il giorno seguente, invece, mercoledì 28 maggio si riunirà alle 9,30 il Cda della Rai che, fra le questioni da approfondire, avrà proprio gli articoli 20 e 21 del decreto che toccano le sedi regionali, il prelievo dal canone di 150 mln di euro per il 2014 e la conseguente ipotesi di cessione di RaiWay. (ROMA, 21 MAGGIO - ADNKRONOS) USIGRAI SU RENZI

L'Usigrai non si fa tirare per la giacca. Alle polemiche di fine campagna elettorale non rispondiamo.
Il sindacato dei giornalisti della Rai continuera' a parlare con i dati, i numeri, e gli atti concreti. Ma fuori dalle strumentalizzazioni elettoralistiche.
Per questo abbiamo deciso di convocare dopo il voto, martedi, la nostra conferenza stampa per illustrare il parere del prof.Pace sul decreto 66/2014.
Aspettiamo poi che finalmente si apra il tavolo di confronto sul futuro della Rai dove porteremo le nostre proposte di riforma. Ci attendiamo che il governo ci dica come intende mettere i partiti e i governi fuori dal controllo della Rai, risolvere i conflitti di interesse, combattere l'evasione del canone e garantire certezza di risorse al Servizio Pubblico. 23 maggio 2014 RAI: SIDDI (FNSI), SINDACATO GIORNALISTI NON ORGANIZZA COMPLOTTI ED ESIGE CONFRONTO E RISPETTO AUTONOMIA “Il Sindacato dei giornalisti non organizza complotti, né agguati ma esige rispetto dell’autonomia sindacale e sereno confronto a tutto campo, sulla Rai come sui temi dove opera la sua rappresentanza, garantendo, tra l’altro, coesione sociale e leale attività per la soluzione dei problemi più controversi. L’onorevole Bonaccorsi l’ha detta proprio grossa, attribuendo all’Usigrai scelte fatte che non esistono e ancor peggio inesistenti combutte con avversari del Governo, come il M5S.
Basta con la propaganda e la costruzione artefatta di nemici da detestare. Il Sindacato va rispettato per la sua specificità di soggetto sociale rappresentativo e per la sua autonomia. Ci manca solo la schedatura dei sindacati!
Vogliamo credere che l’on. Bonaccorsi si sia fatta trascinare da informazioni sbagliate e improvvide e dallo spirito di parte, cui giustamente un esponente politico tiene. Attribuire addirittura all’Usigrai l’organizzazione di manifestazioni e agguati in Rai contro il Premier Renzi non solo è un falso ma è una provocazione grave.
La Fnsi è, perciò, solidale con l’Usigrai nel riproporre un confronto a tutto campo, serio, senza posizioni precostituite, per una Rai migliore – se possibile meno costosa – liberata dai partiti e dalla pressione dei poteri impropri, organizzata come impresa di qualificato servizio pubblico. E questo impegno il Sindacato dei giornalisti lo manterrà nonostante le provocazioni e i tentativi maldestri di aggregarlo a questo o a quell’altro carro, praticando fino in fondo la linea dell’autonomia sindacale, nel rispetto delle autonomie dei governi e dei partiti, ed esercitando la responsabilità sociale per la salvaguardia e la qualificazione di un bene pubblico come la Rai; come sta facendo anche in questa fase di acceso dibattito politico sul tema. Dal Governo e dalle rappresentanze parlamentari ci attendiamo una risposta rigorosa che sottragga il tema da tutti i tentativi, da qualsiasi parte provengano, di regolare i conti in un confronto corpo a corpo o da curva sud contro curva nord, riportando tutte le questioni sul terreno del confronto sociale e istituzionale.” Roma, 20 maggio 2014 USIGRAI SU BONACCORSI

Se ne faccia una ragione Lorenza Bonaccorsi: l'Usigrai non ha numi tutelari. Il gioco di affibbiare casacche è di chi non ha argomenti solidi per discutere nel merito.
Il sindacato dei giornalisti della Rai ha difeso l'autonomia e l'indipendenza del Servizio Pubblico in stagioni diverse, con governi di segno opposto. Ed è quello che continuerà a fare.
Sull'evasione, Bonaccorsi sa bene cosa pensiamo. Singolare che domandi a noi e non al governo cosa intende fare per contrastarla.
Bonaccorsi farebbe poi bene a informarsi meglio prima di esternare: l'Usigrai non ha organizzato ne' aderito ad alcuna manifestazione per giovedì. Infatti giovedì sarò a Cagliari per incontrare la redazione regionale della Rai nell'ambito del giro che l'Esecutivo Usigrai sta facendo in tutte le regioni per condividere con le colleghe e i colleghi il progetto di autoriforma del Servizio Pubblico, già approvato dall'assemblea dei CdR.
Il presidente del Consiglio attendiamo di incontrarlo per confrontarci sul futuro della Rai nei luoghi istituzionali o nel confronto pubblico che gli abbiamo chiesto giorni fa. Roma 20 maggio 2014

Vittorio di Trapani
Segretario Usigrai RAI: BONACCORSI (PD), GRILLO NON PAGA CANONE, FICO CHE DICE? "Sarebbe interessante sapere cosa pensano il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, e l'Usigrai del fatto che Beppe Grillo da alcuni anni non paga il canone del servizio pubblico, come rivelato a 'Porta a porta'". È quanto dichiara la deputata del Partito democratico e componente della commissione di Vigilanza Rai, Lorenza Bonaccorsi.
"A parole il Movimento 5 Stelle dice di voler difendere la Rai - spiega Bonaccorsi - ma nei fatti il loro leader miliardario neanche versa il canone annuale, alla faccia della lotta all'evasione. Il sindacato Rai che ha eletto i cinquestelle a propri numi tutelari e prepara singolari manifestazioni contro la partecipazione del premier Matteo Renzi a 'Porta a porta' forse non ha scelto il giusto alleato. Il partito che ha la responsabilità di presiedere la commissione di Vigilanza è rappresentato al suo massimo livello da un evasore del canone, complimenti per questo spot andato in onda durante la trasmissione di Bruno Vespa". (ROMA, 20 MAGGIO - ANSA) ADRAI E USIGRAI

La riforma della Rai è urgente. Non si può attendere il 2016.
Il confronto per il rinnovo della Concessione di Servizio Pubblico deve partire immediatamente e deve essere a tutto campo: nuove norme sui criteri di nomina dei vertici per allontanare partiti e governi dal controllo, certezza di risorse, razionalizzazione dei costi e riorganizzazione aziendale per lo sviluppo e il rilancio della Rai.
Sono i temi toccati nel corso del primo incontro avvenuto tra il neo presidente dell'AdRai, Luigi De Siervo, e il segretario dell'Usigrai, Vittorio di Trapani.
Il taglio di 150 milioni di euro, l'ipotesi della riduzione delle sedi regionali e la vendita di quote di RaiWay mettono a rischio il futuro dell'azienda.
Per questo AdRai e Usigrai, in linea con i rispettivi percorsi che ne hanno sempre contraddistinto l'azione, promuoveranno incontri per costruire la strada delle riforme, con il pieno coinvolgimento delle altre forze sociali e sindacali che sostengono il Servizio Pubblico. PARLAMENTARI FVG ALLA RAI REGIONALE Il rischio di chiusura delle Sedi regionali della Rai, con la cancellazione dei nostri presidi informativi e culturali sui territori, al centro della visita nei nostri studi televisivi di una folta rappresentanza di parlamentari eletti in Friuli Venezia Giulia. Deputati e senatori, su invito del Comitato di redazione, sono stati accolti dai vertici della Sede e dai dirigenti dei diversi settori produttivi, dell'informazione e dei programmi, in lingua italiana e slovena. Il decreto-legge numero 66 emanato dal Governo Renzi elimina l'obbligatorietà della presenza delle Sedi nelle regioni, una presenza nell'interesse delle comunità, com'è nella natura e nella missione del Servizio Pubblico. Se le nostre Sedi Rai venissero chiuse, è stato esposto ai parlamentari, verrebbe meno la puntuale informazione e la rappresentazione della realtà delle nostre città e dei nostri paesi. Parallelamente il Governo, col medesimo decreto-legge, chiede alla RAI il versamento di 150 milioni e "suggerisce" la vendita di quote di RAIWAY, la società controllata che gestisce la preziosa rete di trasmissione.
All'incontro hanno partecipato i parlamentari Blazina, Brandolin, Coppola, Fedriga, Gigli, Malisani, Pegorer, Pellegrino, Prodani, Rizzetto, Russo, Savino e Sonego. Tutti i parlamentari, appartenenti a tutti gli schieramenti, hanno manifestato disponibilità e attenzione al futuro del Servizio Pubblico in Italia.
il comitato di redazione della TGR RAI del Friuli Venezia Giulia SALVARE LA RAI, ASSEMBLEA A TRIESTE Ancora iniziative da parte dei dipendenti delle Sedi della Rai, per contrastare il decreto-legge numero 66 del Governo Renzi. La prossima, messa in campo dalla Sede di Trieste, è una visita guidata alla Sede alla quale sono stati invitati tutti i parlamentari eletti in Friuli Venezia Giulia. A senatori e deputati sarà illustrata la produzione televisiva e radiofonica, in italiano, in sloveno e in friulano, nei notiziari e nei programmi. Ad esporre tutto questo, i vertici della Sede, i responsabili dei vari settori e i giornalisti. I lavoratori contrastano la parte del decreto che abroga l'obbligatorietà della presenza di una sede in ciascuna regione, il "prelievo forzoso" dalle casse dell'Azienda di 150 milioni, e il "suggerimento" fornito alla Rai di reperire queste risorse vendendo Rai Way, l'azienda controllata che gestisce i ponti radio, vero patrimonio per il servizio pubblico, destinato, in questo contesto, ad una probabile e insensata svendita. La visita guidata si terrà lunedì 26 maggio alle 13, nella Sede Rai di Trieste, in via Fabio Severo 7.
Per discutere di queste e di altre iniziative, i lavoratori della Sede si riuniscono in assemblea oggi, giovedì 22 maggio, alle 14.30, in concomitanza con la consegna a Roma, al premier Renzi, di un documento preparato dai lavoratori Rai. Ma ecco la lettera inviata ai parlamentari Fvg. 22 maggio 2014 Gentile Parlamentare, la Rai, azienda che gestisce in Italia il Servizio Pubblico radiotelevisivo, è oggetto di un pesante e improvvido intervento legislativo attuato col decreto-legge n. 66 dal Governo. La richiesta al bilancio aziendale di fare a meno di 150 milioni di euro; l’eliminazione dell’obbligo di mantenere tramite le Sedi un presidio in ciascuna regione; e l’apertura all’ipotesi di vendita di quote di RAI Way quale metodo per fare cassa e reperire le risorse chieste dall’Esecutivo, mettono in dubbio e in serio pericolo la possibilità di continuare a svolgere il nostro lavoro di informazione e di documentazione, soprattutto dai territori delle nostre regioni.
Recentemente la Sede Rai del Friuli Venezia Giulia ha festeggiato i suoi Cinquant’anni di esistenza e molti cittadini hanno voluto cogliere l’opportunità di visitare le nostre redazioni, i nostri studi, i nostri luoghi di lavoro. E’ stata una esperienza in cui abbiamo sentito vicino l’affetto e la stima di quanti utilizzano e credono nell’utilità del Servizio pubblico.
Per qualche ora vorremmo condividere anche con Lei i nostri luoghi di lavoro, e invitarLa perciò ad una visita guidata nella nostra Sede per mostrarLe il nostro ambiente di lavoro, le tecnologie che impieghiamo e le modalità del processo produttivo.
Il Comitato di Redazione della TGR Fvg La invita nella nostra Sede, in via Fabio Severo 7, a Trieste, lunedì 26 maggio 2014 alle ore 13.
Cordialmente,
il CdR della Testata giornalistica regionale per il Friuli Venezia Giulia ------------------------------------------------------------ NON CI ROTTAMERAI Anche la nostra Sede Regionale Convenzionata vuole capire.
Per questo ci riuniamo in Assemblea GIOVEDI’ 22 alle 14.30 in Sala D’ANGELO LUCCHETTA OTA HROVATIN
per essere idealmente “presenti” alla consegna al premier di un documento da parte dei colleghi di Roma e per valutare le ulteriori iniziative di difesa attiva in vista dello sciopero generale unitario del 10 giugno. RAI: SIDDI, IMPRESCINDIBILE FORTE PRESENZA NELLE REGIONI "Il servizio pubblico radiotelevisivo non può prescindere da una radicata e qualificata presenza nei territori regionali e nelle aree a forte specificità culturale, linguistica ed istituzionale". Lo ha detto a Bolzano il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi.
Secondo Siddi, "le esperienze delle specialità istituzionali del nostro Paese, parlando in questa regione, sono straordinarie ed uniche e la Rai deve esserne una bandiera di riconoscibilità per tutti, assicurando un servizio che è di civiltà democratica e garanzia costituzionale"
"Sulle sedi regionali, in particolare, dopo la richiesta del presidente Renzi alla Rai di restituire 150 milioni di euro allo Stato, si sta facendo - ha aggiunto Siddi - troppa gazzarra e troppa propaganda. Se da qualche parte c'è qualche palazzo o qualche autoblu di troppo, non ci sarà certo nessuno ad opporsi perché se ne faccia a meno e si facciano risparmi". Secondo Siddi, "le presenze editoriali, invece, devono essere assolutamente salvaguardate, a garanzia della rappresentazione plurale della vita delle comunità e delle loro voci e di una informazione che risponda ai canoni del servizio pubblico, nel rispetto delle identità radicate nei territori". "Su questo – ha concluso il segretario Fnsi - costruiamo un'alleanza civile, veramente riformatrice, e chiediamo alle istituzioni regionali e provinciali di continuare a far sentire chiara la loro voce". (BOLZANO, 18 MAGGIO - ANSA) USIGRAI SU RENZI Il presidente del Consiglio dice che la Rai ha "numeri stravaganti". A noi non piace fare sterili polemiche, quindi ci limitiamo a fornire alcuni dati. Poi saranno i cittadini a valutare.
La Rai ha 13mila dipendenti. La Bbc 21mila. Il Servizio pubblico francese 14mila. Quello tedesco 24mila.
Eppure la Rai ha il più alto numero di ore di programmazione prodotte internamente.
La Rai ha 21 sedi regionali e 24 redazioni (tenuto conto delle redazioni autonome per le minoranze linguistiche). Con 700 giornalisti. France3 ha 24 sedi e oltre 1600 giornalisti. La Bbc ha 2 canali televisivi locali, una rete di circa 50 stazioni radiofoniche e 3mila giornalisti sul territorio.
La Rai ha uno share del 40%. La Bbc del 32,7%. Il Servizio Pubblico francese del 31,6%. Quello tedesco del 27,6%.
Il canone Rai costa 113,5 euro. In Francia 131 euro. In Germania 215. In Inghilterra l’equivalente di 173 euro.
Per una corretta valutazione dei numeri rispetto ai competitor nazionali, invece, ricordiamo che a differenza degli altri la Rai: ha un intero comparto radiofonico, ha una presenza capillare sul territorio, e ha mantenuto all'interno buona parte della produzione che gli altri invece hanno esternalizzato.
A proposito di “numeri stravaganti”: l’evasione del canone in Italia è del 27% (oltre 500 milioni di euro l’anno). In Inghilterra il 5%. In Francia 1%. In Germania il 5%.
Inoltre lo Stato è debitore nei confronti della Rai di oltre 2 miliardi di euro (dal 2005 ad oggi): ogni anno, infatti, versa 300 milioni di euro in meno rispetto ai costi che la Rai sostiene per svolgere gli obblighi di Servizio Pubblico.
Quando finalmente si vorrà parlare di veri sprechi e progetti concreti di riforma, l'Usigrai è pronta da tempo. Roma, 16 maggio 2014
L’Esecutivo Usigrai RAI: GIACOMELLI, ECCO NUMERI AZIENDA, USIGRAI LI RICORDI TUTTI
BBC E LA SPAGNOLA TVE VIVONO SENZA PUBBLICITÀ "Non vedo come sia contestabile il dato che Rai da sola abbia molti più dipendenti di Mediaset, Sky e La7 tutte insieme. È vero che la Rai ha 13 mila dipendenti contro i 21mila della Bbc, ma la tv britannica ha un giro d'affari più che doppio rispetto alla tv pubblica italiana. In generale sconsiglierei all'Usigrai un confronto con la Bbc". Così il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli replica a stretto di giro di posta all'Usigrai che questa mattina aveva risposto puntualmen
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