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Periodici Rcs, il Cdr: «Bilancio in attivo e cassa integrazione? No, grazie» (Foto: Ansa)
Vertenze 16 Apr 2021

Periodici Rcs, il Cdr: «Bilancio in attivo e cassa integrazione? Inaccettabile». Il sindacato al fianco dei colleghi

Il piano dell'azienda prevede una Cig al 30 per cento, 38 esuberi e una condivisione trasversale di servizi tra le diverse redazioni. I giornalisti: «Così si mette a rischio l'uscita dei giornali». L'Alg: «Richiesta spropositata».

«Inaccettabile». Questo il giudizio dei giornalisti dei Periodici Rcs sul piano di riorganizzazione presentato dall'azienda che prevede una cassa integrazione al 30 per cento, la dichiarazione di 38 esuberi su un organico di 134 giornalisti e una condivisione trasversale di servizi tra le diverse redazioni. «Una richiesta che mette a rischio non solo la qualità dei nostri giornali ma anche la loro uscita in edicola e la pubblicazione online», rileva in una nota il Comitato di redazione.

«Tutto ciò – incalzano i rappresentanti sindacali – a fronte di un bilancio del Gruppo in attivo, nella totale assenza di un piano di sviluppo industriale e di nuovi progetti che i giornalisti chiedono da tempo. Progetti in grado di fornire strumenti adeguati per affrontare le sfide degli anni a venire, che diano slancio e assicurino una proiezione verso il futuro alle nostre testate. Obiettivi questi che peraltro rendono indispensabili nuove assunzioni di giornalisti, non certo dei tagli. Quello che viene proposto dall'azienda, invece, è una presunta trasformazione digitale che ha come solo fine il perseguimento di logiche di marketing e la presenza sui social. Inutile dire che gli investimenti previsti nei 19 mesi del piano, pari a 1,9 milioni di euro, risultano del tutto inadeguati».

Per il Cdr, inoltre, «se, come è sottolineato nel bilancio, l'offerta informativa dei Periodici Rcs è sempre rimasta accesa nel drammatico periodo della pandemia, che ancora stiamo vivendo, questo è grazie anche alla professionalità dei giornalisti che hanno garantito uscite puntuali e standard di qualità elevati. Elementi che hanno consentito ai nostri giornali di conseguire, nell'anno passato, una performance di mercato migliore rispetto ai competitor».

La sola Periodici, proseguono i rappresentanti sindacali, «non può e non deve pagare una contrazione dei ricavi che incide, come da bilancio, su tutte le componenti del Gruppo. Sono pretese, quelle di Rcs, che aumentano una volta di più l'intollerabile politica di sperequazione tra giornalisti e management aziendale, cui continuano a essere elargiti consistenti bonus, pretese che risultano ancora più stridenti con la previsione di distribuire dividendi ai soci». Tutte ragioni per le quali il Comitato di redazione dei Periodici Rcs «si impegna a non proseguire alcuna trattativa sindacale finché questo piano di riorganizzazione non verrà ritirato».

Per l'Associazione Lombarda dei Giornalisti è «curioso» il quadro che si è delineato con la presentazione da parte di Rcs Periodici dell'allegato D, in cui si delineano i contorni di una "trasformazione" gestita con la richiesta della cassa integrazione (al 30%) e la previsione di quasi una quarantina di fuoriuscite. Mentre il bilancio è in attivo e «il tutto quando, contemporaneamente, il Gruppo ipotizza la distribuzione di dividendi ai soci», rileva il sindacato regionale.

«Siamo di fronte ad un paradosso: mentre si distribuiscono utili, si chiedono sacrifici ai lavoratori», aggiunge l'Assostampa, che «ancora una volta è al fianco del Cdr e dei giornalisti di Rcs Periodici appoggiando, fin da ora, posizioni e iniziative che vorranno mettere in campo per contrastare quella che appare una richiesta spropositata».

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