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Fnsi 19 Mar 2004

Primo Dossier Fnsi su libertà di stampa e diritto all’informazione. Il caso Venezuela

Primo Dossier Fnsi su libertà di stampa e diritto all’informazione. Il caso Venezuela

Primo Dossier Fnsi su libertà di stampa e diritto all’informazione. Il caso Venezuela

ROMA - ''Denunciare il conflitto di interessi, combattere le concentrazioni, difendere il servizio pubblico radiotelevisivo, invocare il pluralismo significa non solo schierarsi per la democrazia, ma anche garantire nel paese gli spazi che consentano di tenere ai margini il cattivo giornalismo, le pratiche basse, l' informazione corrotta e manipolata, impedendo che quest' ultima, come la cattiva moneta, cresca e faccia terra bruciata intorno a sé''. Lo afferma il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, nella sua introduzione al Dossier sulla situazione dei media in Venezuela che da oggi è consultabile on-line sul sito della Federazione della stampa. ''Venezuela: lotta di classe in redazione. Giornalismo e informazione fra Chavez e i media golpisti'' costituisce un primo contributo a una riflessione che la Fnsi intende avviare in maniera organica sui temi del rapporto fra libertà di stampa e diritto all' informazione. ''E' un dato acquisito che l' informazione svolge ormai un ruolo decisivo nei conflitti culturali, politici, sociali e militari che attraversano il pianeta – osserva il segretario della Fnsi -. Lo è forse meno l' urgenza con cui questa questione preme alle porte del giornalismo: dei giornalisti, delle nostre identità, delle nostre pratiche e delle nostre etiche. Il giornalismo è sempre stato corteggiato da logiche estranee alla cultura della professione ma questa volta rischia di essere stravolto in maniera irreparabile, diventando il campo di scorreria e lo strumento di azione dei grandi poteri''. ''L' esempio che viene dal Venezuela – chiarisce Serventi - è illuminante e a noi giornalisti italiani può dire molto''. L' esperienza venezuelana, rileva Serventi, ''ci conferma nella scelta di quella linea - che la Fnsi ha imboccato risolutamente - di massima attenzione politica rispetto ai processi e ai problemi in corso nel mondo dell' informazione nel nostro paese. E ci conferma nella centralità dell' impegno politico-sindacale per rafforzare gli strumenti, anche contrattuali, di difesa del prestigio e della qualità della professione nelle pratiche e nella routine redazionali. Così che nelle redazioni la voce dei giornalisti possa almeno tenere testa a quella degli appartati di direzione e di marketing, anche 'politico' ''. E' ''in nome del buon giornalismo'', come recita il titolo dell' introduzione al Dossier, che la Fnsi deve impegnarsi – anche con un lavoro organizzato di analisi, oltre che nella battaglia politico-sindacale – per impedire, che il dilagare del ''cattivo giornalismo'' produca anche ''la distruzione della professione del giornalista e, con essa, il diritto costituzionale dei cittadini a una informazione corretta e pluralista. Perché alla fine - conclude il segretario della Fnsi - è proprio quest' ultimo diritto che dà un senso alto al principio della libertà di stampa. La buona informazione non è altro che giornalismo libero e corretto''. Il Dossier, curato da Pino Rea, analizza il durissimo conflitto che si è scatenato in Venezuela all' interno e intorno al mondo dell' informazione, diventato il principale terreno pubblico della lotta per il potere e il teatro in cui è andato anche in scena un durissimo scontro fra due diverse concezioni della democrazia. Un conflitto fra informazione commerciale (controllata da pochi grandi gruppi e schierata apertamente nel fronte golpista) e movimento chavista che ha messo alle corde il giornalismo professionale, ''facendo sentire molti dei giornalisti di quel paese - quelli che vogliono fare il loro lavoro e hanno ancora un senso della dignità professionale - carne da macello, come ha confessato di sentirsi uno di loro a un ricercatore del CPJ'' e come testimonia il Dossier.

@fnsisocial

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