Con cartelli e striscioni con la scritta 'Giusto Contratto', 'Stop programmisti senza giusto contratto' e con il testo dell'articolo 4 della Costituzione sulla tutela del lavoro, i giornalisti precari della Rai hanno manifestato davanti alla sede di via Teulada per chiedere la regolarizzazione dei propri contratti e di evitare lo svuotamento delle redazioni dei programmi di informazione a seguito delle selezione annunciata in vista di nuove assunzioni alla Tgr.
La manifestazione è stata indetta dall'assemblea degli oltre 300 giornalisti della cosiddetta 'Fase 2', che realizzano tutti i programmi più noti dalla Rai. Hanno aderito, inoltre, tutti i giornalisti di Report, Presa Diretta, Mi manda Rai 3, Indovina chi viene a cena ed Elisir, che chiedono alla Rai di «assicurare, come definito dal contratto di servizio, la valorizzazione e la promozione della propria tradizione giornalistica d'inchiesta». Presenti conduttori della tv pubblica, rappresentanti di associazioni ed esponenti politici.
Fra gli interventi anche quello di Roberto Natale, componente del Cda Rai. «Potete contare sul fatto che in Cda ci sia grande attenzione - ha detto -. La risposta dell'azienda non può essere la graziosa concessione: intanto prendete, alcuni di voi, il posto nella Tgr e poi si vedrà. Questo non può essere l'esito della trattativa. Facciamo scelte che siano nell'interesse dell'azienda, del giornalismo d'inchiesta e delle altre trasmissioni».
Per il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, «la Rai ha come obiettivo le chiamate dirette per liberarsi di giornalisti sgraditi e infilare nei programmi amici degli amici. È una cinica operazione sulla pelle dei precari: prima sfruttati facendoli lavorare da giornalisti senza il contratto da giornalista e poi nei fatti costretti ad andarsene in altre regioni». In un colpo solo, «la Rai creerà un danno alle redazioni regionali, ai precari della 'fase 2' e ai giornalisti che aspirano a entrare in Rai», ha concluso.
Il segretario dell'Usigrai, Daniele Macheda, ha bollato come «totalmente incongruente, anche sul piano del linguaggio, l'idea che si possano stabilizzare lavoratori autonomi escludendo che questo avvenga nelle redazioni dove il loro lavoro si è consolidato» e ribadito che «si doveva evitare il proliferare di prime utilizzazioni». Per Macheda occorre «dare diritti e contratti per chi lavora nella Rai e occorre farlo nella maniera giusta, riconoscendo che il lavoro di chi deve essere stabilizzato deve maturare in programmi che sono importantissimi per l'informazione di servizio pubblico».
Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha ricordato: «I colleghi precari rappresentano l'asse portante di alcune trasmissioni di informazione. È una follia pensare di svuotare queste redazioni per riempire le redazioni regionali. Questi colleghi hanno il diritto di essere integrati in organico, ma non credo che questa sia la strada giusta. Oltretutto la Rai ha investito nella loro formazione, nelle loro competenze specifiche. Smembrare queste redazioni indebolendole credo sia come il marito che per fare un dispetto alla moglie si taglia gli attributi».
Elisa Marincola, portavoce dell'associazione Articolo21, ha sottolineato come «noi siamo nati in difesa del servizio pubblico e dico che l'interesse dell'azienda è di sfruttare nel migliore dei mondi tutte le sue risorse, formate dalla stessa azienda».