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Rai, Usigrai: «Le nuove nomine un altro scempio sulla pelle dell'azienda e dei cittadini»
Servizio pubblico 27 Nov 2019

Rai, Usigrai: «Le nuove nomine un altro scempio sulla pelle dell'azienda e dei cittadini»

«Dopo la lottizzazione dei partiti, ora avanza la lottizzazione delle correnti dei partiti. L'amministratore delegato ha il dovere di resistere a queste indebite pressioni», tuonano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico.

«Un altro scempio sulla pelle della Rai e dei cittadini. Dopo la lottizzazione dei partiti, ora avanza la lottizzazione delle correnti dei partiti. Il disegno dietro le nomine annunciate, se confermate, in assenza di qualsiasi piano delle news, sembra solo questo». Lo scrive, in una nota, l'Esecutivo dell'Usigrai.

«Chi la mattina emette candidi comunicati per dire che la Rai deve essere liberata dai partiti, la sera chiede poltrone per sé. Chi il pomeriggio twitta sull'urgenza di una riforma, la mattina chiede garanzie per un direzione o, mal che vada, almeno una vicedirezione. E poi ora si aggiunge la minaccia di tagliare il canone come arma di pressione», incalzano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico.

«L'amministratore delegato della Rai – conclude l'Usigrai – ha il dovere di resistere a queste indebite pressioni: le uniche 'sensibilità' cui vanno date piena e totale attenzione sono quelle espresse nei valori del Contratto di Servizio».

Rai, Cpo Fnsi e Cpo Usigrai: «Le direzioni delle testate non possono essere un monocolore di genere»
«Le direzioni delle tre testate di informazione generalista della Rai non possono essere un monocolore di genere. Lo scempio della lottizzazione tra correnti dei partiti, che si legge dietro le indiscrezioni sulle nomine annunciate alla Rai, potrebbe consumarsi con l'aggravante di eliminare l'unica donna direttrice di un Tg. Preoccupano infatti le voci, insistenti, che dipingono questo scenario annunciato». Lo affermano, in una nota congiunta, le Commissioni pari opportunità della Fnsi e dell'Usigrai.
«E la domanda – proseguono – sorge spontanea: perché? Perché penalizzare l'unica direttrice che ha dalla sua anche la crescita degli ascolti del Tg che dirige? Non vorremmo che proprio il suo essere donna possa indurre alla tentazione di usarla come l'unica 'pedina' amovibile. Sarebbe una scelta che non solo andrebbe contro il buon senso, ma violerebbe anche la Policy di genere che l'azienda si è data. Non sarebbe accettabile. Una prova ulteriore che la mancata riforma della Rai, non solo rischia di asservire l'informazione, ma calpesta anche meriti e professionalità sull'altare della lottizzazione correntizia».
L'auspicio, concludono Cpo Fnsi e Cpo Usigrai, è «che il rinvio della questione delle nomine in Cda faccia tramontare tentazioni di elidere dalle direzioni dei Tg l'unica donna in carica».

@fnsisocial

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