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Rai, Usigrai: «Le poltrone non possono essere più importanti dei diritti»
Servizio pubblico 13 Mag 2020

Rai, Usigrai: «Le poltrone non possono essere più importanti dei diritti»

«A quanto pare siamo alla vigilia di un altro Cda, preceduto dal sempre attuale tema delle nomine. Le tensioni su questo tema non possono e non devono far rinviare, o peggio cadere, la possibilità  di anticipare il 'giusto contratto' a 250 persone che lo attendono decenni», ammoniscono i rappresentanti sindacali.

«A quanto pare siamo alla vigilia di un altro Cda,  preceduto dal sempre attuale tema delle nomine. Le tensioni su questo tema non possono e non devono far rinviare, o peggio cadere, la possibilità di anticipare il "giusto contratto" dando subito l'applicazione del Contratto giornalistico a 250 persone che attendono il riconoscimento dei loro diritti da decenni». Lo afferma l'Esecutivo Usigrai che, in una nota, evidenzia: «Attenendoci solo alla storia recentissima, durante l'emergenza Covid-19 molti di loro hanno assicurato, con il loro lavoro, la continuità di molte produzioni andando quotidianamente sui luoghi più a rischio, senza poter contare sulla copertura di alcuna assicurazione sanitaria adeguata. E ancora oggi ad alcuni di loro è negato il riconoscimento economico durante la quarantena imposta al rientro dalle aree a rischio».

Per questo, proseguono i rappresentanti sindacali, «auspichiamo che il Cda lo affronti come primo tema all'ordine del giorno, per dare una prova tangibile, non a parole, che il riconoscimento dei diritti viene tenuto al riparo e slegato dalle diatribe sulle poltrone. I diritti sono una priorità non negoziabile né sacrificabile in nome del dibattito e dei confronti politico/aziendali che accompagnano tradizionalmente le discussioni sui cambi di poltrone. Chi si rendesse responsabile del rinvio di questa discussione o addirittura si opporrà a questa soluzione ne risponderà davanti a centinaia di lavoratrici e lavoratori ai quali dovrà spiegare che le poltrone sono più importanti dei loro diritti».

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