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Giornalisti 03 Mar 2014

Siddi: buoni propositi e buone biografie non sempre coincidono Parisi: caro Sottosegretario le sue ‘verità’ le racconti in Procura

"Le dichiarazioni del presidente Renzi sull’impegno a tutela dei giornalisti minacciati dalle mafie, autentici eroi civili, hanno una grande rilevanza ed è un segnale importante. La composizione finale della sua squadra evidenzia tuttavia per la libertà di stampa alcuni segnali contraddittori, e altri fonte di inquietudine sui quali sarà bene si faccia presto chiarezza al massimo livello". Lo afferma il segretario Fnsi Franco Siddi in un editoriale sul sito di Articolo21. "Non si può infatti non evidenziare come, il riconfermato sottosegretario alla giustizia Ferri sia autore di decine di querele contro giornali e giornalisti e che l’altro sottosegretario Costa, sia stato spesso protagonista in parlamento di proposte di legge restrittive sul diritto di cronaca.

"Le dichiarazioni del presidente Renzi sull’impegno a tutela dei giornalisti minacciati dalle mafie, autentici eroi civili, hanno una grande rilevanza ed è un segnale importante. La composizione finale della sua squadra evidenzia tuttavia per la libertà di stampa alcuni segnali contraddittori, e altri fonte di inquietudine sui quali sarà bene si faccia presto chiarezza al massimo livello". Lo afferma il segretario Fnsi Franco Siddi in un editoriale sul sito di Articolo21. "Non si può infatti non evidenziare come, il riconfermato sottosegretario alla giustizia Ferri sia autore di decine di querele contro giornali e giornalisti e che l’altro sottosegretario Costa, sia stato spesso protagonista in parlamento di proposte di legge restrittive sul diritto di cronaca.

Tutto ciò è poco rassicurante per il ruolo di garanzia richiesto. A destare inquietudine è invece la nomina del sottosegretario Gentile sul quale si allunga l’ombra di un’iniziativa dello stampatore de ‘l’Ora di Calabria’ per bloccare la pubblicazione di un servizio relativo al coinvolgimento, in un’inchiesta giudiziaria, su affari pubblici a carico del figlio.
Spetterà alla magistratura acclarare se ci sia stato anche l’intervento diretto del senatore o se semplicemente si sia trattato di ‘consigli’ per non entrare in collisione con una figura del sistema politico e di potere calabrese".
"In ogni caso - prosegue Siddi - la vicenda che ebbe come epilogo la mancata stampa di un numero del giornale a causa di un ‘incidente’ alle rotative era e rimane motivo di riflessione e di valutazione di opportunità per quanti hanno responsabilità al massimo livello nella vita istituzionale del Paese sulle condizioni di esercizio della libera stampa, nello specifico in Calabria. In tempi così difficili far coincidere i buoni propositi con altrettante buone biografie delle persone incaricate di alte funzioni pubbliche sarebbe quanto mai opportuno. Non appare, almeno politicamente, giusto il contrario".
"L’augurio - conclude il segretario Fnsi - è che il governo, nel suo complesso, diradi le ombre e che da subito intanto, il nuovo sottosegretario all’Editoria Lotti e il viceministro alle Comunicazioni Giacomelli, si facciano interpreti di un’azione rassicurante per il rilancio del settore e per la valorizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo". Da www.articolo21.org

03/03/2014 SKY TG24
SKY TG24 POMERIGGIO - 16.05
Conduttore: SALUZZI PAOLA

POLITICA. POLEMICHE SU CASO SOTTOSEGR. GENTILE, FRANCO SIDDI (PRES. FNSI): NOMINA CHE CREA INQUIETUDINE.

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ANTONIO GENTILE SI DIMETTE DA SOTTOSEGRETARIO

Antonio Gentile, il sottosegretario ai Trasporti, lascia il suo incarico. Lo annuncia lui stesso in una lunga lettera inviata a Renzi e Napolitano oltre che ad Angelino Alfano. Gentile fa una "riflessione amara" per quanto è accaduto a lui e spiega che tornerà a "fare politica nelle istituzioni, come segretario di presidenza, e nella mia regione come coordinatore  aspettando che la magistratura smentisca definitivamente le illazioni di cui sono vittima".
"Lo stillicidio a cui sono sottoposto da diversi giorni e che ha trovato l'acme allorquando sono stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture - si legge nella lunga lettera di Gentile - mi ha portato a una decisione sofferta, maturata nell'esclusivo interesse del mio Paese e nel rispetto del mio partito".
"Non ritornerò - prosegue - sui motivi pretestuosi e strumentali organizzati ad arte per 'mascariare' in modo indegno la mia persona, nonostante fossi immune da qualsiasi addebito di natura giudiziaria. Ciò che avevo da dire sui mandanti e sugli ascari che hanno ordito questa tragicomica vicenda – sottolinea Gentile - l'ho espresso a chiare lettere. Ho presentato querela contro i miei detrattori il 26 febbraio, ben prima dell'attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso, nella consapevolezza di avere questo unico strumento di difesa. Il Paese di Cesare Beccaria è tornato nel medievalismo più opaco, fatto di congetture astruse e di mera cattiveria".
"Un politico che ha vissuto la sua vita senza alcuna macchia, che non ha indagini a suo carico, che è incensurato, viene costretto dalla bufera mediatica a non poter esercitare il suo incarico. È una riflessione amara, ma reale, di un segmento dell'Italia che preferisce vivere di slogan e di sentimenti truci, sfruttando la disperazione di tanta gente al solo scopo di uccidere la politica, le sue basi comuni, il diritto positivo".
"Nel mio caso, oltretutto, non bisogna nemmeno citare il garantismo, giacché non sono indagato di niente: eppure, sono divenuto carne da macello, per soddisfare la bulimica perversione di chi intende la lotta politica come mezzo di sopraffazione. Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura, con i suoi tempi che mi auguro siano più brevi possibile, smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima. La riflessione che vi lascio - conclude Gentile - è, però, attuale e riguarda la necessità di riequilibrare un sistema la cui agibilità è messa a rischio da chi oltraggia la nostra Costituzione, ritenendola un orpello inutile e non, invece, il tempio di saggezza e di rispetto qual è". (ROMA, 3 MARZO - ANSA)

GENTILE, MIE DIMISSIONI GESTO GENEROSITÀ PER PAESE

"Le mie dimissioni sono un gesto di generosità verso un Paese che non deve e non può attardarsi su una vicenda inesistente". Lo scrive il sottosegretario Antonio Gentile che annuncia così le sue dimissioni dal governo. "Per chiarire tutto - aggiunge - ci vorrà poco tempo e mi auguro che a quel punto ci sarà chi avrà l'umiltà di scusarsi". (ROMA, 3 MARZO - ANSA)

GOVERNO: GENTILE, CHIEDO SOLO SI FACCIA LUCE SU TUTTO

"Chiedo solo che si faccia luce su tutto e che chi ha inteso esprimere giudizi inaccettabili sulla mia persona si ravveda davanti alla verità terza e oggettiva che sarà scritta dai giudici, ma che è già ben presente nella mia coscienza". Lo scrive nella lettera delle sue dimissioni il sottosegretario Antonio Gentile.
"Ringrazio il presidente Renzi per l'onore accordatomi e Alfano per la fiducia espressami, oltre che i parlamentari del Ncd che hanno capito esattamente come la volontà pervicace di colpire Renzi si sia espressa utilizzando il mio nome", aggiunge Gentile nella lettera. "Riconfermo la mia fiducia nella Magistratura e nel capo dello Stato che ne presiede l'organo di autogoverno, conscio che nel nostro Paese - sottolinea - la maggioranza dei cittadini rifugge dai metodi illiberali e criminali che mi hanno colpito, innocentemente".
"Il mio impegno contro i detrattori della mia Calabria e del mio Paese non recede", avverte. "Non mi arrenderò mai all'idea che in un Paese con le nostre tradizioni un politico venga accerchiato, perseguitato, vilipeso sulla base di de relato assurdi. Anche in ossequio alla richiesta che mi è pervenuta da cinque direttori di giornali che hanno ritenuto in pericolo la libertà di stampa. Anche io ritengo questo un bene supremo che però andrebbe sempre coniugato con il rispetto dello stato di diritto. Ed è per questo che mi auguro che la mia battaglia per ripristinare la verità possa trovare sui loro giornali lo stesso spazio che è stato dedicato ai miei accusatori". (ROMA, 3 MARZO - ANSA)

 

GOVERNO: GENTILE, CONTRO DI ME ASCARI CHE HO GIÀ QUERELATO
PAESE DI BECCARIA È TORNATO A MEDIEVALISMO PIU' OPACO

"Ciò che avevo da dire sui mandanti e sugli ascari che hanno ordito questa tragicomica vicenda l'ho espresso a chiare lettere. Ho presentato querela contro i miei detrattori il 26 febbraio, ben prima dell'attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso, nella consapevolezza di avere questo unico strumento di difesa.
Il Paese di Cesare Beccaria è tornato nel medievalismo più opaco, fatto di congetture astruse e di mera cattiveria". È quanto scrive l'ex sottosegretario Gentile in una "lettera sfogo" inviata a Renzi, Napolitano e Alfano. (ROMA, 3 MARZO - ANSA)

IL VICESEGRETARIO NAZIONALE DELLA FNSI AL FIANCO DEI COLLEGHI MINACCIATI DI QUERELA: “LA MAGISTRATURA FACCIA SUBITO PIENA LUCE”
PARISI: “CARO GENTILE, LE SUE «VERITÀ» LE RACCONTI IN PROCURA”

 “Il senatore Antonio Gentile, fino ad oggi, non si era mai interessato alla situazione lavorativa dei giornalisti de l’Ora della Calabria. Spiace che lo faccia solo ed esclusivamente ora, evidentemente per distogliere l’attenzione dai problemi ben più seri che lo riguardano. Abbiamo le nostre vertenze sindacali e le stiamo affrontando serenamente e non consentiamo che qualcuno, dall’esterno e senza conoscere la reale situazione, stigmatizzi alcunché”.
Il Comitato di redazione de “l’Ora della Calabria” respinge duramente al mittente le accuse del senatore Antonio Gentile, neosottosegretario del Governo Renzi, e, “stante la gravità delle dichiarazioni rilasciate”, annuncia “querela nei confronti di Gentile per le varie storture di cui si è reso protagonista. Tra queste – sottolinea il Cdr – ci sono quelle molto gravi riferite al nostro defunto collega Alessandro Bozzo, nome che il senatore Gentile non ha diritto nemmeno di pronunciare, se non per rispetto almeno per buon gusto”.
Più pesante la replica del direttore Luciano Regolo. “Reputo poi un autentico «sciacallaggio» a scopo delatorio e intimidatorio – afferma Regolo – tirare fuori la storia del suicidio di un collega, Alessandro Bozzo, che io non ho mai conosciuto ma che è stimato e amato da tutti i miei colleghi. La sua morte non c’entra nulla in questa vicenda, non c’entra con il nostro editore, non c’entra con la nostra redazione, non c’entra con la battaglia che stiamo conducendo. Il senatore avrebbe dovuto avere il buon gusto e lo spirito cristiano di rispettare la memoria di Alessandro senza usarlo in quella che è una torbida vendetta mediatica”.
“Non aggiungo altro – continua il direttore de «l’Ora della Calabria» – perché certe esternazioni dai toni e dai significati «trasversali» a mio avviso parlano da soli, De Rose lo diceva nella telefonata che, se noi non avessimo tolto la notizia su suo figlio, Lei avrebbe colpito i Citrigno non solo in Tribunale ma «addovunque» come «il cinghiale ferito che poi ammazza tutti». È giusto che la magistratura indaghi su Piero Citrigno e sui suoi beni. Ma è giusto che indaghi anche sul ruolo del figlio nelle «consulenze d’oro», e su quello del padre, Tonino Gentile, su quanto accaduto la notte della mancata andata in stampa dell’Ora. Ed è per questo che ho conferito con la Procura di Cosenza consegnando le prove in mio possesso. E ho la più profonda fiducia nel suo operato. In un Paese Civile, in una Repubblica democratica – conclude Luciano Regolo – non ci sono Innominabili o Innominati e neppure tracotanti Don Rodrigo che si servono di «bravi» per incutere paura e sudditanze psicologiche”.
Nella suo lungo attacco – che si può leggere cliccando in fondo alla pagina – Gentile afferma, tra l’altro che “La macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali. Credo alla loro buonafede e per questo, ritengo doveroso fare chiarezza sulle ingiuste e infamanti accuse di cui sono vittima da 10 giorni. Sono trasparente e con me lo è la mia famiglia. Mio figlio, che è un brillante penalista, è stato messo alla gogna sulla base di un niente e io, addirittura, sono stato accusato di avere bloccato l’uscita di un quotidiano che non leggo e che è espressione della corruttela più truce. Non ho mai chiesto a nessuno di bloccare notizie su presunte indagini che riguarderebbero mio figlio e di cui lo stesso non è a conoscenza, querelando, ho sottolineato la mia totale estraneità alla vicenda della mancata uscita della velina su mio figlio….”.
Nella sua lunga nota, Gentile attacca, oltre “l’Ora della Calabria”, il settimanale “Il Corriere della Calabria” ed il quotidiano “Gazzetta del Sud”, a suo dire rei di avere pubblicato la “notizia calunniosa sul figlio”, chiamando in causa i direttori dei grandi quotidiani, la Fnsi, l’Ordine e l’Inpgi sul suicidio del povero Alessandro Bozzo “obbligato – afferma Gentile –, secondo la Procura della Repubblica di Cosenza, a firmare un contratto capestro di 800 euro mensili, nonostante fosse redattore ordinario”.
“I giornalisti che lavorano con Luciano Regolo – afferma ancora il sottosegretario del Governo Renzi – percepiscono 5-600 euro mensili, i loro contributi non vengono pagati, il loro futuro è purtroppo opacizzato. Sono questi i miei detrattori. Gli stessi che rappresenterebbero la libertà di stampa addirittura per il Corriere, per Repubblica, per il Sole 24 Ore, per il Giornale. Per un quotidiano diretto dal figlio di un eroe, ucciso barbaramente da chi, sulle colonne di Repubblica, si erge ad intellettuale nonostante sia stato condannato a 22 anni di carcere”.
“Avendo chiamato in causa la Fnsi – afferma il vicesegretario nazionale Carlo Parisi – ribadiamo a Gentile quanto dichiarato assieme al segretario generale, Franco Siddi, nell’immediatezza dell’incidente «inquietante» alle rotative, che ha impedito la stampa e la diffusione del quotidiano «l’Ora della Calabria», che getta una luce sinistra sui processi dell’informazione nella regione”.
Nell’esprimere “piena e convinta solidarietà ai giornalisti dell’Ora della Calabria, del Corriere della Calabria, della Gazzetta del Sud e a quanti vengono chiamati in causa da Gentile per aver riportato la notizia”, Carlo Parisi auspica che “questa volta la magistratura faccia immediatamente luce su una vicenda sulla quale non possono essere tollerati ritardi e omissioni”.
Stesso discorso per quanto riguarda il suicidio di Alessandro Bozzo e le condizioni lavorative e retributive dei giornalisti de “l’Ora della Calabria”: “Se il sottosegretario Antonio Gentile ha elementi utili ai fini delle indagini – incalza Parisi – si presenti in Procura e faccia dichiarazioni spontanee, come ha fatto il direttore de «l’Ora», Luciano Regolo. In caso contrario, abbia rispetto per la memoria dei morti ed il lavoro dei tanti onesti giornalisti che, senza santi in paradiso, assicurano alla Calabria, tra mille difficoltà e pesanti condizionamenti, quell’informazione che qualcuno – a torto – vorrebbe censurare”.

http://portale.loradellacalabria.it/dettaglioarticolo.asp?id=14298

http://portale.loradellacalabria.it/dettaglioArticolo.asp?id=14327

http://portale.loradellacalabria.it/dettaglioarticolo.asp?id=14328

http://portale.loradellacalabria.it/dettaglioarticolo.asp?id=14332

2 marzo, 2014 da http://www.giornalisticalabria.it/

GOVERNO: MINEO (PD), QUALE URGENZA DI NOMINAR GENTILE?

"Badiamo al sodo, d’accordo. Il lavoro, innanzitutto, e la legge elettorale e la rivoluzione che rimetterà in moto la macchina burocratica. Condivido. Ma perché, fra i tanti in fila per una casacca da sotto segretario, Renzi doveva proprio caricarsi questo Antonio Gentile da Cosenza, già scelto da Berlusconi per sostituire Cosentino dopo i noti guai giudiziari’" A scriverlo, in un editoriale sul sito www.articolo21.org/ è il senatore del Pd Corradino Mineo. "Incensurato, senza dubbio. Però un suo ‘collega’ ‘ apprendo da Wikipedia che
Cosentino è giornalista ‘ ha raccontato di aver subito pressioni per non pubblicare la notizia di un’indagine giudiziaria sul figlio del detto Senatore, ora sotto segretario. Sostiene, questo Luciano Regolo, di aver inteso telefonate allarmate dall’editore e poi dallo stampatore dell’Ora di Calabria. Alla fine (quando si dice i casi
della vita!) una rotativa si è rotta e, quel giorno, il crimine, di corretta informazione non è stato consumato. Ora è pur vero che Tonino, assai poco Gentile, minaccia sfracelli e querele. Ed è persino possibile, che Luciano faccia la fine di Attilio, Regolo, giustiziato dai Cartaginesi (c’è sempre un tribunale a Cartagine!) per aver detto la verità ai Romani".
"Bastava aspettare la sentenza - prosegue Mineo - o almeno che fossero rese pubbliche le argomentazioni della querela. Quale urgenza pungeva Matteo di nominar Gentile’ A meno che il Governo e segnatamente i
sotto segretariati, non siano, in realtà, un campo di lavori forzati per rottamati ancor prima del giudizio. Avevo creduto di capire che proprio Renzi non avesse voluto Francesca Barracciu candidata in Sardegna, dopo un avviso di garanzia su una nota spese, forse, dubbia.
Manco un mese e la sbatte al ministero della Cultura. Ai lavori forzati’" Da www.articolo21.org/

GOVERNO: COSTANTINO (SEL), RENZI REVOCHI NOMINA GENTILE

"La prima cosa da dire è che, banalmente, non può stare al governo di un Paese chi ha cercato di impedire l'uscita di un giornale. Quali che siano i fatti, quali che siano le ragioni. Per questo Matteo Renzi farebbe bene a revocare la nomina a sottosegretario a Tonino Gentile, esponente del Nuovo centrodestra calabrese". Così l'on Celeste Costantino (Sel) in un editoriale sul sito di Articolo21.
"Il caso che ha riguardato il senatore Gentile, il presidente di Fincalabria De Rose e il quotidiano l'Ora della Calabria è solo la punta sfacciata di un iceberg. Non è stata la prima volta, non sarà probabilmente l'ultima. L'editoria calabrese, specchio della classe dirigente diffusa, si segnala ‘ con le dovute ma non scontate
eccezioni ‘ per l'opacità degli assetti proprietari, per i conflitti d'interessi, per la dipendenza dal potere politico o dai potentati economici". "Ma c'è di più" prosegue la deputata Costantino. "La vischiosità dei rapporti trasversali tra proprietà dei giornali e potentati calabresi ha infatti come conseguenza anche la solitudine di troppi giornalisti costretti a lavorare per pochi euro a pezzo, la fragilità economica delle aziende incapaci di emanciparsi dalla politica, l'assenza di un racconto reale del territorio che oltrepassi
il Pollino, la difficoltà per l'opinione pubblica e i media nazionali di distinguere le guerre per bande dalle battaglie per la libertà, la scelta delle grandi testate nazionali di non investire in quella regione, la presenza sulla scena di politici arroganti che sfoggiano atteggiamenti proprietari nei confronti dei giornalisti. Uno scenario che riguarda l'editoria, che può essere usato per raccontare un territorio in cui la 'ndrangheta è forte, in cui le cittadine e i cittadini ‘ per restare a queste ore ‘ sono costretti a girare per le strade delle loro città scansando bombe dal significato particolarmente torvo e tonnellate di spazzatura".
"Nominando Tonino Gentile a sottosegretario del suo governo a poche ore dai fatti dell'Ora della Calabria - conclude la Costantino - Matteo Renzi non fa soltanto un grave errore politico (per comprenderlo basterebbe scorrere il curriculum del politico cosentino, celebre per avere proposto di assegnare a Silvio Berlusconi il Nobel per la Pace), né si rende semplicemente protagonista di un affondo gravissimo nei confronti di chi crede nella libertà dell'informazione nel nostro Paese e di chi ostinatamente lavora con passione e rigore per praticarla". Da www.articolo21.org/

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