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Internazionale 14 Gen 2015

Siddi: omicidi contro le ragioni della vita. Charlie Hebdo di nuovo in edicola, siamo tutti con voi

Un cartello con una lettera in ogni finestra dell'ambasciata francese a Roma a formare la scritta "merci" e la marsigliese intonata da tutti i manifestanti. Si è chiusa così la manifestazione organizzata dalle rappresentanze dei giornalisti, con la partecipazione dei sindacati, di molte associazioni e di diversi esponenti politici, a piazza Farnese nella capitale.

Un cartello con una lettera in ogni finestra dell'ambasciata francese a Roma a formare la scritta "merci" e la marsigliese intonata da tutti i manifestanti. Si è chiusa così la manifestazione organizzata dalle rappresentanze dei giornalisti, con la partecipazione dei sindacati, di molte associazioni e di diversi esponenti politici, a piazza Farnese nella capitale.


Tante candele accese e matite alzate per testimoniare la solidarietà nei confronti delle vittime dell'attacco al Charlie Hebdo e in difesa della libertà di stampa. Presidi anche a Torino, davanti a Palazzo Madama, e di fronte alla sede del consolato francese a Firenze, dove si è deciso di listare a lutto la riproduzione del David in piazza della Signoria.
"Je suis Charlie". Questa la scritta apparsa sui cartelli nelle manifestazioni, a partire da quella romana alla quale ha partecipato l'ambasciatrice francese in Italia Catherine Colonna che ha ringraziato "tutti i francesi" e "il popolo italiano".

"Siamo qui - ha affermato - in questo giorno triste, determinati in difesa della libertà di espressione". Presenti anche diversi rappresentanti della comunità islamica in Italia. Il presidente della Comunità del mondo arabo in Italia, Fouad Aodi, ha portato la solidarietà dei musulmani, aggiungendo che "questi movimenti terroristici vanno combattuti prima da noi". Il segretario della Moschea di Roma, Reduan Abdallah, ha affermato che "è importante non generalizzare perché il terrorismo gioca su questo".
"Nessuno pensi di poter introdurre, con questi massacri, con le violenze, la legge del silenzio e della cancellazione dello spirito critico liberamente espresso. Nessuno potrà comunque fermare la voglia di libertà e il bisogno di vivere in democrazia degli uomini e delle donne nel mondo", ha detto il segretario della Fnsi Franco Siddi, chiedendo un minuto di silenzio ai manifestanti. Presenti anche i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso, della Uil, Carmelo Barbagallo, e il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, oltre al segretario Fiom, Maurizio Landini. "E' un attacco alla democrazia e alla libertà di stampa che richiede risposte ferme", ha sostenuto il segretario Uil Roma-Lazio, Pierpaolo Bombardieri.
A promuovere l'iniziativa, tra gli altri: Fnsi, Ordine dei giornalisti nazionale e del Lazio, Se Non Ora Quando, Articolo 21, Acli, Arci, European Alternatives, Amnesty. La Camera ha interrotto i lavori dalle 18 alle 19 per consentire ai parlamentari di partecipare. (di Michele Cassano) (ROMA, 8 GENNAIO - ANSA)

LINK VIDEO FIACCOLATA FNSI "SIAMO TUTTI CHARLIE HEBDO" SU FNSITV-YOUTUBE

LINK VIDEO "FIACCOLATA 'JE SUIS CHARLIE' REALIZZATO DALLA CISL



LA MARCIA A PARIGI (IMMAGINE)
I Sindacati dei giornalisti di Francia (SNJ, SNJ-CGT, CFDT-Journalistes), della Ifi, della Fej (Federazione Internazionale e Europea dei Giornalisti) della Fnsi, della Fape (Spagna), del Nuj (Gran Bretagna) e del Belgio (AJGB), hanno aperto lo storico corteo di Parigi, subito dietro i parenti delle vittime e i sopravvissuti di CharlieHebdo e subito prima delle autorità internazionali. Per l'Italia, presenti il segretario Fnsi, Franco Siddi e il Segretario Usigrai, Vittorio di Trapani. Presente anche l'Associazione Articolo21 con il collega Gianni Rossi


“ERAVAMO TUTTI FRANCESI, IN UN CLIMA MEMORABILE DI CONVIVENZA E TRANQUILLITÀ”. INTERVISTA A FRANCO SIDDI
Una giornata storica quella di domenica 11 gennaio, impensabile appena subito dopo gli attacchi terroristici che hanno fatto 17 vittime a Parigi per mano di fondamentalisti islamici. Il mondo intero si è ritrovato a marciare per testimoniare la solidarietà ai famigliari delle vittime, ai sopravvissuti e per difendere le libertà fondamentali, prima fra tutte quella di espressione. Per Franco Siddi, segretario generale della FNSI (a capo della delegazione italiana, che comprendeva anche il segretario dell’USIGRAI, Vittorio di Trapani, e chi vi scrive per Articolo 21) si è trattato anche di un’esperienza umana fuori dal comune, inaspettata.
La tua prima sensazione quando ti sei trovato insieme ai colleghi della stampa internazionale e ai sopravvissuti di Charlie Hebdo, in prima fila al corteo.
“Ho capito subito che si trattava di una giornata memorabile e di grande emozione. Non ho mai visto prima un popolo che si riunisse in maniera così globale insieme con le istituzioni e le organizzazioni della società civile, per proclamare il desiderio e la volontà di vivere in libertà i propri diritti e per dire, pur essendoci ancora un clima largamente di preoccupazione e di ansia, che non si cede alla paura. Ma ancora di più – ed è il sentimento più intimo- l’emozione di aver toccato in maniera palpabile che eravamo in tanti, milioni e milioni, a dire che non ci piegheremo all’odio né alla cultura della violenza. Straordinario poi è stato l’avvio del corteo, avendo potuto aprirlo con le associazioni dei giornalisti subito dopo i famigliari delle vittime e i pochi superstiti, sentire l’accoglienza degli applausi scroscianti non appena la nostra delegazione ha sollevato la Carte de Presse. E’ stata l’espressione più alta di affetto e di considerazione per il giornalismo come pilastro delle libertà civili.
Un abbraccio immenso che dai parenti ai superstiti arrivava a noi, ma anche ai 50 capi di stato e di governo che seguivano, quasi a dire, a ribadire che c’è una ragione profonda perché le democrazie devono riunire le istituzioni e i popoli, i quali con le loro libere scelte ridelegano ogni volta i propri rappresentanti.”
Oltre agli applausi, alle grida di “Charlie” hanno risuonato anche le note della Marsigliese. Ecco, Franco, non credi che questo senso di appartenenza ai valori della Repubblica sia qualcosa di straordinario?
“Tutte le persone erano legate da un filo di “unione repubblicana”, come la definiscono i francesi, forti della loro storia e della loro cultura democratica, che riscopre il cuore di un’Europa che sembrava ormai doversi disperdersi. La marcia fino a Nation è stato un esempio di tranquillità e di convivenza, tra bandiere israeliane, palestinesi, francesi: tuti uniti nel motto di “Je suis Charlie”. Sembrava quasi di vivere nel tempo il motto volteriano che ha contribuito a creare la cultura dei diritti dell’uomo: “non condivido le tue opinioni, ma sono pronto a combattere fino alla morte per difenderle”. E proprio mentre marciavamo sul Boulevard Voltaire”.
Ma è stata anche una sfida al clima di terrore, pacifica e di massa, al ricatto dei fondamentalisti, i terroristi, che avrebbero voluto intimorire milioni e milioni di francesi. Non potrò mai scordare i brividi che ho provato quando ho sentito la folla scandire slogan sulla libertà di espressione e “Vive la presse”, viva la stampa!
Ci siamo sentiti tutti cittadini francesi, pur essendo in maggior parte di origini diverse. Questa esperienza deve incoraggiare la nuova Europa. Alla fine, quando siamo andati a cena in una brasserie, gremita come le tante che abbiamo incontrato nelle vie adiacenti a quelle dei tre cortei, abbiamo notato con stupore che il proprietario e i camerieri portavano i distintivi “je suis Charlie” con orgoglio, professando proprio con gli occhi, lo sguardo e le parole, quanto si sentissero repubblicani, secondo lo spirito volteriano” (di Gianni Rossi da www.articolo21.org del 12 gennaio 2015)

CHARLIE-BERTE: LIBERONS L’INFORMATION!
Les syndicats français de journalistes (SNJ / SNJ-CGT / CFDT-Journalistes), avec leurs Fédérations internationale (FIJ) et européenne (FEJ), saluent les quelque quatre millions de citoyens qui ont participé aux marches et rassemblements dimanche à Paris comme dans toute la France, en hommage aux 17 victimes tombées sous les balles des fanatiques, ennemis de la liberté. Nos confrères de Charlie Hebdo ont été touchés par cet énorme sursaut populaire. Il faut désormais que cessent partout les entraves au droit des journalistes de pouvoir critiquer, moquer, pratiquer lʼhumour en dégoupillant les mines de crayon. Et dʼêtre plus que jamais le poil à gratter contre tous les intégristes, obscurantistes, ennemis de la liberté dʼexpression, racistes et xénophobes de tout acabit.
Comment ne pas être interloqués par la présence, dans la marche parisienne, dans le carré des VIP, du président gabonais Ali Bongo; dʼAhmet Davotoglu, premier ministre de Turquie, lʼune des plus grandes prisons de journalistes; de Benjamin Netanyahou, le premier ministre dʼIsraël alors que 16 journalistes palestiniens ont été tués en 21014 par les forces de sécurité israéliennes ; de Sergueï Lavrov, chef de la diplomatie dʼune Russie qui musèle sa télévision et réprime de nombreux confrères; de son homologue des Émirats Arabes Unis, où lʼon peut être emprisonné pour un tweet, cheikh Abdallah ben Zayed Al-Nahyane… Mais encore par celle de Viktor Orban, le premier ministre hongrois, qui a fait main basse sur les médias de son pays. Sans oublier la présence contestable dʼautres dirigeants du monde qui nʼont pas la même vision de la liberté que ceux que nous pleurons depuis mercredi. Par exemple en Grèce où Antonis Samaras, le premier ministre, a ordonné la fermeture de la chaîne publique ERT, rouverte depuis sur décision du Conseil d’Etat.
Les Charb, Wolinski, Cabu, Honoré, Tignous, Ourrad, Elsa ou Maris nʼauraient pas admis quʼon leur impose que ces ennemis de la liberté foulent le pavé parisien et tentent de récupérer lʼélan populaire contre la haine et pour la liberté dʼinformer.
Rappelons quʼen 2014, 118 journalistes et personnels des médias ont trouvé la mort. Et que parmi les premières victimes de lʼannée 2015 figurent des journalistes yéménites et tunisiens, avant même le massacre de nos confrères de Charlie.
Alors plus que jamais, ensemble avec les citoyens du monde, libérons les médias des chaînes qui les étouffent, et empêchons les lois dʼexception et autres « Patriot Acts » qui nuisent gravement aux libertés.
En France, le combat contre lʼintolérance réside dans lʼéducation, lʼexercice du sens critique, mais aussi la bonne santé de tous les médias, même les plus libertaires, et les journaux à faibles revenus publicitaires. Aussi faut-il enfin faire vivre le pluralisme de lʼinformation face aux concentrations et poser urgemment et concrètement la question des aides à la presse, afin quʼelles répondent vraiment aux nécessités des citoyens : une information de qualité. SNJ / SNJ-CGT / CFDT-Journalistes
Paris, 13/01/2015 Dal sito dell'EFJ 

CHARLIE HEBDO: LA FNSI PARTECIPERÀ ALLA MANIFESTAZIONE DI DOMENICA 11 A PARIGI
“I Giornalisti italiani, con il loro sindacati unitario, , e l’Usigrai, il proprio sindacato di base dei colleghi Rai, con gli amici di Articolo 21 copromotori della fiaccolata di Roma, saranno domani pomeriggio alla grande manifestazione di Parigi, a Place de per rendere omaggio alle 12 vittime del massacro di Charlie Hebdo, per la libertà d’espressione, d’informazione e di satira. Il mondo del lavoro insieme con tutti i cittadini per le libertà di tutti e la democrazia, per ribadire l’indignazione contro l’attentato terroristico e contro tute le azioni di violenza e intolleranza. In testa al corteo, subito dopo i famigliari delle vittime e i superstiti del giornale satirico  ci sarà uno striscione con la scritta “Nous sommes Charlie” con i loghi della Federazione Internazionale e di quella Europea dei giornalisti, Ifj e Efj, e dei tre sindacati francesi di categoria, Snj, Snj-Cgt, Cfdt, Accanto ai loro rappresentanti, i dirigenti dei sindacati dei giornalisti italiani, spagnoli e inglesi, Una manifestazione di solidarietà internazionale. Con l‘Usigrai e i con i colleghi di Articolo21 porteremo i sentimenti, la vicinanza e l’impegno civile della straordinaria fiaccolata di giovedì sera, organizzata dalla Fnsi, davanti all’ambasciata francese a Roma, che ha visto l’adesione del mondo del lavoro italiano, con Cgil, Cisl e Uil, e di decine e decine di associazioni della società civile e delle principali religioni. Alla Federazione internazionale e a quella europea dei giornalisti sono arrivati innumerevoli messaggi di solidarietà di sostegno e di impegno per la difesa delle libertà di tutti. Concorreremo a far vivere “Charlie Hebdo”. Il 14 gennaio pubblicheremo la prima pagina del nuovo numero sui nostri siti.  Non cediamo alla paura. Non cediamo all’odio. Esigiamo più di ieri, a ogni latitudine, il primato della libertà, per la stampa e per la società, e continueremo denunciare le illegalità e gli effetti devastanti delle discriminazioni”

INTERVENTO DI FRANCO SIDDI ALLA FIACCOLATA A PIAZZA FARNESE
Il terrorismo si può nutrire di mille colori.
E’ senza aggettivi.
E’ negazione delle ragioni della vita a favore delle ragioni della morte.
Non c’è ragione filosofica o di fede che lo giustifichi o lo confermi.
E se il terrorismo è negazione della vita e non ha aggettivi, va combattuto senza aggettivi né giustificazionismi, né cercando di criminalizzare altri in ragione di categorie di appartenenza, per fede, politica o religiosa, per condizione sociale o etnica.
Le spietate esecuzioni contro i colleghi di Charlie Hebdo, contro uomini della sicurezza e lavoratori, “innocenti” in una parola, sono un dolore enorme per tutte le persone del mondo che vivono e credono nella libertà. E’ un atto terroristico orrendo di fronte al quale leviamo la nostra indignazione, la nostra voce di libertà che accendiamo ancora di più.
Cordoglio, silenzio, pietà.
Questo è momento di cordoglio: il nostro pensiero e le nostre condoglianze più sentite ai familiari, ai colleghi e agli amici delle vittime. Con queste nostre fiaccole davanti all’Ambasciata di Francia a Roma esprimiamo le nostre condoglianze, la nostra solidarietà al popolo e alle Istituzioni della democrazia francese fondata sui tre principi centrali delle democrazie moderne: Liberté, Egalité, Fraternitè!
Non si uccide in nome di Dio, in nome di nessun Dio, come più volte ammonisce Papa Francesco e come ripetono le più alte Autorità religiose dell’Islam e di altre religioni.
Non ci pieghiamo a chi cerca di spargere sangue per alimentare nuovi odii, nuove violenze, altri morti. Chiediamo giustizia e rispetto per tutte le voci; promuoviamo incessantemente la cultura della pace.
Questo è un momento di solidarietà con tutti coloro che lavorano in silenzio o sono costretti a battersi con forza per esercitare il loro diritto di espressione, di informazione, di satira.
Questo è il momento della pietà e del raccoglimento, ciascuno con il suo pensiero o la sua preghiera, per i caduti ai quali offriamo questa nostra testimonianza, le luci delle nostre fiaccole, le parole di sostegno a Charlie Hebdo e a tutti coloro che sono in campo - anche maltrattati o prigionieri di regimi o terrorismi vari - per la libertà dell’informazione.
Ci guida una ragione su tutte. Al fondamentale diritto umano della vita e al diritto di ognuno di scegliere, sul piano civile e pubblico, secondo le proprie inclinazioni, la propria formazione, le proprie idee, si unisce il fondamentale diritto alla libertà. E la libertà di espressione, di informazione e di satira è il pilastro centrale di tutte queste libertà perché, così, ogni persona trova collocazione ed è elevata ai suoi diritti di cittadino.
Il massacro terroristico di Parigi attacca e uccide giornalisti e lavoratori e cerca di spegnere la voce di un giornale.
Non dovrebbero essere queste tragedie a ricordarlo a tutti, ma giornali e giornalisti sono le vere sentinelle delle libertà civili. I caduti erano e sono sentinelle e da oggi sono eroi – e ne avrebbero fatto sicuramente a meno noi con loro – delle libertà civili di tutti. Questo va ricordato anche a chi periodicamente lo mette in dubbio.
Nessuno pensi di poter introdurre, con questi massacri, con le violenze, la legge del silenzio e della cancellazione dello spirito critico liberamente espresso. Nessuno potrà comunque fermare la voglia di libertà e il bisogno di vivere in democrazia degli uomini e delle donne nel mondo. Per ognuno che cade – è dura – ma è così, altri cento continueranno ad alimentare le parole, le immagini, i pensieri, i giudizi, anche quelli più vivaci che significano libertà di espressione e libertà di informazione.
Sta accadendo così, anche adesso, con centinaia di manifestazioni pubbliche in tutto il mondo, con la solidarietà e l’attività di tutta la Federazione mondiale dei giornalisti, Ifj, perché le idee e le opere della libertà non si spengono e non si cancellano con le armi e neanche con le minacce più dure.

Frédéric Boisseau, custode

Franck Brinsolaro, agente di sicurezza

Jean Cabut, noto come Cabu, disegnatore

Elsa Cayat, psicanalista

Stéphane Charbonnier, noto come Charb, disegnatore

Philippe Honoré, disegnatore

Bernard Maris, economista

Ahmed Meradet, agente di polizia

Mustapha Ourrad, correttore di bozze

Michel Renaud, ex capo di gabinetto del sindaco di Clermont-Ferrand e fondatore del Carnet de voyage

Bernard Verlhac, noto come Tignous, disegnatore

Georges Wolinski, disegnatore

A voi tutti il nostro pietoso omaggio, il nostro impegno permanente di fede nella libertà.

Roma, 8 gennaio 2015

FRANCIA: AMBASCIATRICE COLONNA, FRANCESI COMMOSSI DA SOLIDARIETA' ITALIANI
Tutti i francesi sono estremamente toccati dalle manifestazioni di simpatia di amicizia e di solidarietà' del popolo italiano". Sono le parole dell'ambasciatrice francese a Roma, Catherine Colonna, intervenuta alla fiaccolata di solidarietà organizzata da Fnsi e Articolo 21 dopo l'attentato alla rivista satirica Charlie Hebdo costato la vita a 12 persone.
"Noi siamo tristi - ha detto Colonna - ma siamo calmi perché i nostri valori sono democratici, sono valori di dignità, valori positivi, non valori di distruzione. E siamo determinati. Perché le nostre armi migliori sono l'umanità e la libertà di espressione che è il segno più forte della democrazia. Un valore che noi difenderemo" , ha assicurato. "Grazie di essere qui", ha concluso con il saluto "viva la libertà!". (ROMA, 8 GENNAIO - ADNKRONOS)

CHARLIE HEBDO: CGIL,CISL E UIL A FIACCOLATA,UNITI PER LIBERTÀ
CAMUSSO, ARMI NON POSSONO IMPEDIRLA. BARBAGALLO,È STATO UN INCUBO
Le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil partecipano, in piazza Farnese a Roma, davanti all'ambasciata di Francia, alla fiaccolata di solidarietà per le vittime dell'attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo promossa dalla Fnsi e, tra gli altri, dalla stessa Cgil.
Esponendo il cartello "Je suis Charlie", il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dice "no all'idea che con le armi si possa impedire la libertà". E sottolinea come tutte le sigle sindacali siano questo pomeriggio in piazza, unite, "per i diritti, la democrazia, la libertà" in questa iniziativa che è "di solidarietà e di condanna" contro ogni forma di violenza e terrorismo.
"La nostra è una partecipazione sentita", sottolinea il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, definendo le scene viste ieri "non umane, un incubo" perché "questi brutali attentati rischiano di minare la vita sociale e il progresso di civiltà nell'Europa e nel mondo".
Per il leader della Fiom, Maurizio Landini, "la risposta a questo atto terroristico deve essere quella di allargare ancora di più la democrazia, la partecipazione, i diritti".
A esprimere la solidarietà del sindacato ai giornalisti, alle famiglie delle vittime e a tutto il popolo francese è anche il segretario confederale della Cisl Maurizio Bernava: "la democrazia e la libertà di stampa sono un patrimonio comune e non possono essere messe in discussione da nessuno. Il mondo del lavoro e unito nel respingere violenza e terrorismo". (ROMA, 8 GENNAIO - ANSA)

STRAGE PARIGI: OK BOLDRINI A SOSPENSIONE LAVORI PER UN'ORA
I lavori dell'Aula di Montecitorio sono sospesi per un'ora. Lo ha stabilito la presidente Laura Boldrini, dietro richiesta di Sel, così da consentire ai deputati di partecipare alla fiaccolata promossa dall'Fnsi a seguito della strage di ieri a Parigi.
I lavori, quindi, sono sospesi fino alle 19 e poi riprenderanno per andare avanti fino alle 21.
Inizialmente Boldrini aveva accolto la richiesta di sospensione ma solo per mezz'ora e dietro proteste di Sel, aveva obiettato: "Il capogruppo Scotto ha chiesto mezz'ora e a questa richiesta mi attengo". Interviene Ignazio La Russa, che propone una 'mediazione': "Il collega, che è del Sud, intendeva la mezz'ora napoletana, non è un'offesa ma un titolo di merito....". La presidente della Camera, quindi, modifica la sua decisione originaria: "Convengo sulla proposta di elasticità di La Russa e facciamo un'ora di sospensione, però poi si va avanti fino alle 21". (ROMA, 8 GENNAIO - AGI)

CHARLIE HEBDO: GIORNALISTI A FIANCO FRANCIA A MILANO
CONSOLE A SINDACATO, COMMOSSO E COLPITO SOLIDARIETÀ ITALIANI
I giornalisti sono "a fianco della Francia atrocemente colpita" e " per la libertà di satira e di stampa oltralpe e dovunque nel mondo": questo, in estrema sintesi, il senso del presidio di solidarietà - con la deposizione di fiori e messaggi - che si è svolto questa mattina a Milano davanti al Consolato francese e al quale hanno presoparte, nel corso delle ore, centinaia di cronisti.
Il presidente dell'Associazione lombarda dei giornalisti, Giovanni Negri, ha incontrato il consolo generale francese Olivier Brochet che - ha spiegato il sindacalista - si è detto "colpito e commosso che i 'cugini' italiani si siano mostrati così vicini nel dolore per i fatti terroristici al settimanale Charlie Hebdo e per la scia di morti innocenti che ne è seguita".
Sotto la porta dell'ingresso nella vietta parallela a via Moscova sono state appoggiati fiori, messaggi e volantini con la scritta 'Je suis Charlie'. Ci sono stati momenti di riflessione e di commozione: i presenti hanno condannato "la vile e barbara violenza del fondamentalismo islamico" e hanno garantito "che la
battaglia pacifica per la libertà delle idee non si fermerà".
"Siamo qui per portare il nostro cordoglio, il nostro dolore, la nostra rabbia: con i fucili hanno cercato di sterminare 'le matite. Una cosa impressionante. La forma più alta di libertà è la satira". (MILANO, 10 GENNAIO - ANSA)

CHARLIE HEBDO: DI TRAPANI (USIGRAI), RAI DIA MASSIMO RISALTO
''Domenica saremo a Parigi per rendere omaggio alle vittime del terrorismo. Con la Fnsi, l'Usigrai sarà al fianco delle giornaliste e dei giornalisti francesi ed europei per dire "Noi siamo Charlie". Lo dichiara Vittorio di Trapani segretario Nazionale Usigrai sul sito di Articolo21.
''L'unico modo per rispondere al terrorismo è mostrare che chi crede nei valori della libert  e della democrazia non si lascia intimidire. Per questo chiediamo alla Rai - dice ancora Di Trapani - di dare il massimo risalto alla manifestazione di Parigi, assicurando dirette e speciali, e di illuminare anche gli altri popoli vittime del terrorismo, come quello nigeriano colpito ancora una volta in questi giorni dalla barbarie di Boko Haram. Perché - come disse il premio Nobel Malala - nella "lotta contro l'analfabetismo, la povertà e il terrorismo, dobbiamo imbracciare i libri e le penne, perché sono le armi più potenti". E - dopo la strage di Charlie Hebdo - anche le matite''. (ROMA, 10 GENNAIO - ANSA)

CHARLIE HEBDO: A CAGLIARI MESSA IN RICORDO DELLE VITTIME
CONSOLE DI FRANCIA: "GIORNO TRISTE, LA LIBERTÀ È DI TUTTI"

"Un giorno triste per la Francia, l'Italia e tutto il mondo. La libertà non è di questi o di quelli, la libertà è di tutti". Un lungo applauso ha sottolineato le parole del console onorario di Francia in Sardegna, Andrea Dore, al termine della messa organizzata dall'associazione Pro libera civitate nella chiesa di Sant'Agostino, nel cuore di Cagliari, per ricordare le vittime di Parigi.
Presenti alla celebrazione anche il presidente regionale dell'Ordine dei giornalisti, Filippo Peretti, e il presidente dell'Associazione della Stampa sarda, Celestino Tabasso. Il console ha anche ricordato i valori propri dell'identità francese: libertà, uguaglianza e fraternità. "Una grande nazione - ha spiegato - che ha sempre dato grandissima importanza alla tolleranza".
La funzione è stata celebrata da don Alessandro Fadda, salesiano e direttore dell'Istituto Gerini di Roma. "Siamo qui per ricordare le vittime di Parigi - ha detto nell'omelia – ma anche quelle più in generale delle libertà di espressione e di religione. Non c'è una guerra di religione, non dobbiamo cadere nel tranello: la pace viene prima di tutto. Il cristiano ha il compito di combattere per la pace. Anche nelle piccole cose di ogni giorno, con il vicino di casa o al lavoro".
Un messaggio di speranza e di apertura: "Chiediamoci qual è l'inclusione dei nostri fratelli che arrivano dall'Africa o dall'Asia. E ricordiamo la volontà del Padre: 'ero forestiero e mi hai ospitato, era nudo e mi hai vestito, ero in carcere e sei venuto a trovarmi'". E ha concluso: "Pace alle nostre case, pace all'Italia travagliata da mille difficoltà, pace a questa Europa". (CAGLIARI, 11 GENNAIO - ANSA)

TRIESTE, DIFESA DELLA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE DOPO LA STRAGE DI PARIGI
Assostampa e Ordine Fvg hanno partecipato oggi in Municipio, a Trieste, all'incontro pubblico di solidarietà con il popolo francese, di riaffermazione dei valori di libertà, democrazia, tolleranza e civile convivenza, di difesa della libertà di informazione dopo i tragici fatti di Parigi. Ecco il comunicato diffuso dal Comune di Trieste:
La solidarietà della città di Trieste alla Francia, colpita dal tragico attentato di Parigi al giornale "Charlie Hebdo", è stata espressa a più voci oggi (venerdì   9 gennaio) nel corso di un pubblico incontro, svoltosi nella sala del Consiglio comunale, alla quale sono intervenuti autorità locali, rappresentanti delle istituzioni, molti cittadini francesi (sui circa 300 residenti nella nostra città) e anche rappresentanti della comunità islamica. In  questo modo Trieste ha espresso il suo dolore verso il popolo francese, così duramente colpito, offrendo una sentita testimonianza a favore della democrazia, della tolleranza e della libertà di stampa.
“La tragedia di Parigi -ha detto in apertura il presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic- colpisce tutti noi”, mentre il sindaco Roberto Cosolini ha ringraziato la città per la forte adesione data all'iniziativa promossa dal Comune, con l'adesione dell'Ordine dei Giornalisti  e dell'Assostampa FVG, e che ha visto, oltre ad una numerosa e qualificata presenza in aula, anche i messaggi dell'Università degli Studi  e di tutti i Teatri cittadini. “E' stato un attacco violento al cuore dell'Europa e al mondo dell'informazione” -ha evidenziato il primo cittadino- al quale “si risponde con fierezza e solidarietà internazionale, per difendere quei valori di libertà, democrazia e tolleranza”. “Non è una guerra tra occidente e islam e neppure tra religioni” -ha concluso il sindaco-  e per questo “dobbiamo portare quante più persone ci è possibile dalla parte della civiltà, della democrazia e della libertà”. Un invito ad evitare le strumentalizzazioni è venuto quindi anche dalla presidente della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani che ha partecipato anch'essa all'incontro, dopo aver già scritto una lettera di solidarietà e vicinanza all'ambasciatore francese. “Non possiamo accettare -ha detto tra l'altro Serracchiani- che questo diventi una guerra aperta tra popoli e religioni”.
Ringraziando per quanto fatto dalla città di Trieste, il console onorario di Francia in città, Christia Chiaruttini Leggeri, ha da parte sua messo in luce la necessità di “ripartire dal rispetto per avere un futuro migliore”, sottolineando la bontà di iniziative come queste che “ci fanno capire che non siamo soli”. “Questi -ha aggiunto il presidente dell'Ordine del Friuli Venezia Giulia Cristiano Degano- sono momenti in cui tutti ci sentiamo chiamati in causa. La migliore risposta, soprattutto per noi giornalisti, deve venire da un maggiore impegno, dall'onestà intellettuale e da valori come la libertà dell'informazione, che sta alla base della nostra democrazia”. 
“Ieri eravamo in piazza Farnese a Roma - ha detto a sua volta il presidente di Assostampa FVG Carlo Muscatello - e oggi siamo qui per ribadire che la libertà d'informazione, che è anche libertà di critica e di satira, fa parte di quei valori assoluti come la libertà è la democrazia di cui ci si accorge solo quando sono attaccati o vengono a mancare". Ma - ha puntualizzato Muscatello - “della libertà d'informazione ci si deve ricordare non solo in questi tragici momenti, ma anche nella vita di tutti i giorni e sempre”, evidenziando così che il Parlamento sta per approvare una legge sulla diffamazione che diventa un “bavaglio”, e ancora la scarsa sensibilità delle istituzioni e della politica sui problemi dei nostri giornali che diventano sempre più piccoli, sulla riduzione degli organici e dell'offerta informativa che porta ad una diminuzione della qualità e della completezza dell'informazione.
Le ultime sottolineature sono state del vicesindaco Fabiana Martini, che ha parlato di “attentato all'umanità, al diritto di esistere e di essere diverso dall'altro, di attacco al fondamento della nostra esistenza”. Bisogna “pensare alla crudeltà di cui l'essere umano é capace, un male da cui nessuno di noi può sentirsi immune -ha concluso il vicesindaco Martini- “per impegnarsi a coltivare il rispetto e l'attenzione all'altro, per costruire il bene comune”.

CHARLIE HEBDO: ARTICOLO21 DOMENICA A PARIGI PER LA GRANDE MANIFESTAZIONE
"Domenica a Parigi si svolgerà una grande manifestazione di "unità repubblicana" contro il terrorismo e per la salvaguardia dei diritti di libertà, a cominciare dalla libertà di informazione e di satira. Mai come in questa occasione si deve ribadire che non si tratta di "affari loro" ma di un impegno che riguarda ciascuno di noi. Per queste ragioni - affermano Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttor e e portavoce di Articolo21 - una delegazione di Articolo 21 parteciperà all’iniziativa nella capitale francese, nella speranza che possa diventare il punto di incontro tra tante diversità, politiche, religiose, sociali, unite dal rifiuto di ogni forma di terrore, di integralismo, di bavaglio".
"Da qui anche il nostro appello a riprendere sui nostri media e sui nostri siti la prima pagina del "Nuovo" Charlie Hebdo che tornerà in edicola nei prossimi giorni". "Siamo certi, infine - concludono Corradino e Giulietti - che tutte le reti televisive e radiofoniche, a cominciare dalla Rai, vorranno seguire in diretta la manifestazione di Parigi a testimonianza di un impegno comune e di valori condivisi”.

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