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Ordine 29 Gen 2006

Spot in tv, Andreotti finisce sotto procedimento disciplinare Il senatore a vita: "Cosa bizzarra, ma dormo lo stesso"

L'Ordine dei Giornalisti del Lazio, presieduto da Bruno Tucci, ha messo sotto procedimento disciplinare il senatore a vita Giulio Andreotti, giornalista professionista dall'1 dicembre 1945, per gli spot pubblicitari messi in onda di recente sulle reti televisive e reclamizzanti una nota marca di telefoni cellulari

L'Ordine dei Giornalisti del Lazio, presieduto da Bruno Tucci, ha messo sotto procedimento disciplinare il senatore a vita Giulio Andreotti, giornalista professionista dall'1 dicembre 1945, per gli spot pubblicitari messi in onda di recente sulle reti televisive e reclamizzanti una nota marca di telefoni cellulari

Pur essendo a scopo benefico, la pubblicità, secondo l'Ordine dei Giornalisti, non poteva essere realizzata in quanto la Carta dei doveri del Giornalista stabilisce che gli spot non devono essere di natura commerciale ma solo a scopo umanitario, religioso o culturale. Giulio Andreotti sarà ascoltato dall'Ordine dei Giornalisti ai primi di febbraio. Il senatore a vita, giornalista professionista da oltre 60 anni, non intende commentare l'avvio del procedimento disciplinare nei suoi confronti da parte dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, a causa della sua partecipazione agli spot andati in onda in tv a favore di un'azienda di telefonia cellulare. Raggiunto telefonicamente, l'ex presidente del Consiglio ostenta tranquillità, declina l'invito ad intervenire, lasciandosi però scappare una battuta: «Mi pare una cosa bizzarra. Ma non è che per questo non dormo». Sulla vicenda il senatore a vita, del resto, aveva già detto la sua in una rubrica che tiene sul 'Tempò di Roma, replicando ad una lettrice che gli chiedeva «perchè non lascia agli attori lo schermo e il palcoscenico?... De Gasperi non avrebbe fatto questa invasione di campo». Andreotti, a fine novembre, aveva risposto con una punta di orgoglio, anche umanitario: «Non tutti la pensano così. E devo dire che non ho mai avuto tanti riflessi di notorietà come in questi ultimi dieci giorni. Certamente non è gratificante per un ex costituente, ex ministro ecc. Non mi sento però di dovermi scusare e di aver dirazzato. Mi sono divertito -concludeva il sette volte premier- e ho aiutato la Fondazione Don Gnocchi». (Adnkronos)

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