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La sindaca di Roma, Virginia Raggi (Foto: Radio24)
Cpo-Fnsi 15 Mag 2017

Titolo offensivo sulla sindaca Raggi, comminata la censura al direttore di Libero. Soddisfatte Cpo Fnsi e Cpo Usigrai

Il Consiglio di disciplina dell'Odg Lombardia ha ritenuto che il linguaggio usato dal direttore Pietro Senaldi per il titolo 'Patata bollente' associato ad una foto di Virginia Raggi mancasse di continenza e che l'espressione utilizzata fosse di per sé offensiva.

Censura: è questa la sanzione inflitta dal Consiglio di disciplina dell’Odg della Lombardia al direttore responsabile di “Libero” Pietro Senaldi per il titolo “Patata bollente” che sovrastava, in prima pagina, nell’edizione del 10 febbraio, una fotografia della sindaca di Roma Virginia Raggi. Un titolo che aveva provocato una indignazione generale e per il quale le Cpo di Fnsi e Usigrai avevano presentato un esposto chiedendo che fosse avviato un procedimento disciplinare.

«Esprimiamo soddisfazione  per una decisione che certifica quanto a noi era apparso subito evidente: nella scelta inaccettabile e sessista del titolo di Libero, il Consiglio di disciplina ha ravvisato una “mancanza di grave entità” che è alla base della censura, la sanzione disciplinare adottata. La dimostrazione che offendere la dignità della donna, da parte dell’informazione, è una violazione della deontologia professionale», è il commento delle Commissioni pari opportunità di Fnsi e Usigrai. 

Il Consiglio di disciplina lombardo ha ritenuto che Libero “abbia voluto utilizzare una titolazione a doppio senso” e che il riferimento sessuale fosse “esplicito e intenzionale”. Il Consiglio ritiene che “il linguaggio manchi di continenza e che l’espressione utilizzata sia di per sé offensiva”.

Si è trattato di una “gratuita e immotivata aggressione della sfera personale e in una umiliazione ingiustificata. Il linguaggio di un quotidiano a diffusione nazionale – si afferma nella decisione – non può ricordare i titoli dei B movies anni 70”.

Il consiglio di disciplina definisce quel linguaggio “scorretto e triviale” e la sollevazione dell’opinione pubblica significa, a parere del collegio, che è stato considerato “eccessivo e di cattivo gusto”.

“Non si è più disposti – si legge ancora nella decisione del Consiglio – ad accettare che una donna, qualunque sia il suo ruolo e la sua posizione nella società, debba essere sempre e comunque valutata sotto il profilo estetico e sessuale: bella-brutta, disponibile-non disponibile, giovane-vecchia”.

Il Consiglio di disciplina lombardo ha quindi ravvisato la responsabilità del direttore responsabile Pietro Senaldi per i fatti a lui contestati e ritenuto sanzione adeguata la censura. Mentre ha archiviato il procedimento nei confronti di del direttore editoriale Vittorio Feltri, non ritenendo raggiunta la prova che sia stato lui a decidere del titolo “patata bollente”.

@fnsisocial

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